«Mi trovo nel cuore dell’Europa e vorrei approfittare della mia presenza in questa istituzione così grande per i cattolici – il Vaticano – per lanciare un appello al mondo intero affinché possa unirsi e serrare i ranghi per affrontare e porre fine al terrorismo». Lo afferma il grande imam di al-Azhar, Ahmad Al-Tayyib, in un’intervista ai media vaticani dopo l’udienza che gli ha concesso ieri il Papa. Francesco è «un uomo di pace» e «con lui riprendiamo il cammino di dialogo» dopo le incomprensioni degli anni passati, afferma l’esponente sunnita del prestigioso Centro studi del Cairo. «L’islam non ha niente a che fare con questo terrorismo», puntualizza, sottolineando che al-Azhar sta rivedendo i testi scolastici per eliminare le deviazioni introdotte da «coloro che usano violenza e terrorismo e dai movimenti armati che pretendono di lavorare per la pace». Il terrorismo, afferma Al-Tayyib, «non deve essere presentato come una persecuzione nei confronti dei cristiani in Oriente, al contrario, ci sono più vittime musulmane che cristiane».
«Mi trovo nel cuore dell’Europa e vorrei approfittare della mia presenza in questa istituzione così grande per i cattolici – il Vaticano – per lanciare un appello al mondo intero affinché possa unirsi e serrare i ranghi per affrontare e porre fine al terrorismo, perché credo che se questo terrorismo viene trascurato, non solo gli orientali ne pagheranno il prezzo, ma orientali e occidentali potrebbero soffrire insieme, come abbiamo visto», afferma il grande imam di al-Azhar, Ahmad Al-Tayyib, che oggi prosegue il suo viaggio europeo in Francia, nell’intervista tradotta in italiano dalla sezione araba di Radio Vaticana. «Pertanto questo è il mio appello al mondo e agli uomini liberi del mondo: mettevi d’accordo subito e intervenite per porre fine ai fiumi di sangue. Permettetemi di dire una parola in questa dichiarazione: sì, il terrorismo esiste, ma l’islam non ha niente a che fare con questo terrorismo e questo vale per gli ulema musulmani e per i cristiani e musulmani in Oriente. E quelli che uccidono i musulmani, e uccidono anche i cristiani, hanno frainteso i testi dell’islam sia intenzionalmente sia per negligenza. Al-Azhar ha convocato un anno fa una “Conferenza Generale” per gli ulema musulmani, sunniti e sciiti, e sono stati invitati i leader delle Chiese orientali, di diverse religioni e confessioni, e persino gli Yazidi hanno mandato un loro rappresentante a questa conferenza tenutasi sotto l’egida di Al-Azhar. E tra i punti più salienti della dichiarazione comune si è detto che l’islam e il cristianesimo non hanno nulla a che vedere con quelli che uccidono, e abbiamo chiesto all’Occidente di non confondere questo gruppo deviato e fuorviato con i musulmani e abbiamo detto con una sola voce, musulmani e cristiani, che siamo padroni di questa terra e siamo partner e ognuno di noi ha diritto a questa terra. Abbiamo respinto l’emigrazione forzata, la schiavitù e la compravendita delle donne nel nome dell’islam. Qui vorrei dire che la questione non deve essere presentata come una persecuzione nei confronti dei cristiani in Oriente, al contrario, ci sono più vittime musulmane che cristiane, e noi tutti subiamo insieme questa catastrofe. In breve vorrei concludere su questo punto dicendo che non possiamo colpevolizzare le religioni a causa della deviazione di alcuni dei loro seguaci, perché in ogni religione esiste una fazione deviata che ha alzato il vessillo della religione per uccidere nel suo nome».
Al-Azhar «ha un dialogo o meglio una commissione di dialogo interreligioso con il Vaticano che si era sospeso per delle circostanze precise, ma adesso che queste circostanze non ci sono più, noi riprendiamo il cammino di dialogo e auspichiamo che sia migliore di quanto lo era prima», spiega il grande Imam.
Papa Francesco «è un uomo di pace, un uomo che segue l’insegnamento del cristianesimo, che è una religione di amore e di pace; e seguendo Sua Santità abbiamo visto che è un uomo che rispetta le altre religioni e dimostra considerazione per i loro seguaci, è un uomo che consacra anche la sua vita per servire i poveri e i miseri e che si prende la responsabilità delle persone in generale; è un uomo ascetico, che ha rinunciato ai piaceri effimeri della vita mondana. Tutte queste sono qualità che condividiamo con lui e per questo ci siamo sentiti desiderosi di incontrare quest’uomo per lavorare insieme per l’umanità in questo vasto campo comune».
L’Università di al-Ahzar è impegnata in un importante lavoro di rinnovamento dei testi scolastici. «Noi – spiega Al-Tayyib – li rinnoviamo nel senso che chiarifichiamo i concetti musulmani che sono stati deviati da coloro che usano violenza e terrorismo e dai movimenti armati che pretendono di lavorare per la pace. Abbiamo identificato questi concetti sbagliati, e li abbiamo proposti – all’interno di un curriculum – ai nostri studenti nelle scuole medie e superiori, abbiamo fatto vedere il lato deviato e la comprensione deviata e nel contempo abbiamo cercato di far comprendere agli studenti i concetti corretti, dai quali questi estremisti e terroristi hanno deviato». Inoltre «riceviamo ad Al-Azhar gli imam delle moschee che si trovano in Europa, nel quadro di un programma della durata di due mesi per offrire formazione al dialogo, svelare i concetti sbagliati e trattare l’integrazione dei musulmani nelle loro società e nazioni europee affinché possano essere una risorsa per la sicurezza, la ricchezza e la forza di quei paesi».
In generale, «credo che sia giunto il momento per i rappresentanti delle religioni divine di partecipare fortemente e concretamente per dare all’umanità un nuovo orientamento verso la misericordia e la pace, affinché l’umanità possa evitare la grande crisi della quale stiamo soffrendo adesso. L’uomo senza religione costituisce un pericolo per il suo simile e credo che la gente adesso, in questo XXI secolo, abbia cominciato a guardarsi intorno e a cercare le guide sagge che la possano guidare nella giusta direzione. E tutto ciò ci ha spinti a questo incontro e a questa discussione e all’accordo di cominciare il passo giusto nella direzione giusta».
Il grande Imam di al-Azhar conclude esprimendo i suoi «vivi ringraziamenti, l’apprezzamento e la speranza – che porterò con me – di lavorare insieme, musulmani e cristiani, Al-Azhar e Vaticano, per sollevare l’essere umano dovunque sia, a prescindere dalla sua religione e dal suo credo e salvarlo dalla crisi delle guerre distruttive, della povertà, dell’ignoranza e delle malattie». L’intervista si è svolta presso la residenza dell’ambasciatore di Egitto presso la Santa Sede e vi hanno partecipato due redattori della Radio Vaticana, padre Jean-Pierre Yammine, responsabile della sezione araba, e Cyprien Viet, della sezione francese, insieme a Maurizio Fontana dell’Osservatore Romano. L’intervista è stata ripresa in audio e video da Radio Vaticana e dal Centro televisivo vaticano e si è svolta interamente in lingua araba.