“I fratelli siano uniti, perché questa è la prima legge. Abbiano una vera unione in qualsiasi tempo, perché se litigano tra di loro li divoreranno quelli di fuori”di Ignacio Romero
Quando sono entrato in sala per vedere «Capitan America: Civil War» non mi aspettavo di uscirne con un nuovo articolo per il sito. La mia idea era quella di rilassarmi per due ore e mezza con mio fratello. Ma invece, già poco tempo dopo l’inizio del film, mi sono venute in mente diverse domande che mi sembra abbia senso porsi. Ci sono eroi tra i personaggi principali del film? Quale squadra scegliere? Il #TeamCap o il #TeamIronMan? Questi sono i punti che, a mio parere, vale la pena tenere a mente dell’ultimo film della Marvel.
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1. L’eroe lotta per il bene comune e non per i suoi interessi personali
La prima cosa che ho detto a mio fratello, una volta usciti dal cinema, è stata: “Mi sorprende che in film sui super-eroi non ci sia stato un solo eroe tra i protagonisti“. In tutti i film precedenti della Marvel (un franchising della Disney), gli eroi lottavano per gli altri. Si dimenticavano di loro stessi (in misura maggiore o minore) e davano tutto il possibile per fare in modo che, ancora una volta, il mondo fosse salvo.
In «Capitan America: Civil War» questo non succede. In tutto il film ci sono riferimenti a “quello che è mio”, “quello che io apprezzo di più”. Nel trailer (non voglio fare esempi con altre scene del film per non spoilerare niente a nessuno) c’è una scena in cui Capitan America dice: «Mi spiace Tony, lui è mio amico» e Tony risponde: «Anche io lo ero». Notate come ognuno parla di se stesso. “Mio” e “io”, sono le parole utilizzate. Non c’è disinteresse. La radice del conflitto, penso, è che nessuno riesce a vedere oltre il proprio naso. Se si guarda il film con attenzione si noterà che le parole fanno riferimento alla prima persona sono abbastanza frequenti, e vengono pronunciate soprattutto dai due protagonisti.
2. L’insegnamento di Martin Fierro messo in pratica: “I fratelli siano uniti, perché questa è la prima legge…”
Una delle opere più significative dell’Argentina – che si legge nell’80% dei licei – è “Martín Fierro” di José Hernández. In questo poema l’autore descrive il carattere indipendente, eroico e altruista del gaucho. Alla fine dell’opera, il protagonista si incontra con i suoi figli e dà loro consigli di vita. Il più famoso è il seguente: “I fratelli siano uniti, perché questa è la prima legge. Abbiano una vera unione in qualsiasi tempo, perché se litigano tra di loro li divoreranno quelli di fuori”.
In questo terzo capitolo di Capitan America, lo «slogan» del film dice qualcosa di simile: «Uniti vinceremo. Divisi cadremo». Come tutti i fan di questa saga sapranno, la casa dei vendicatori è divisa. Perché è sbagliato che i fratelli combattano tra loro? Non ha forse diritto ognuno di loro a difendere la propria posizione? Sì, ma non fino al punto di combattere per imporre la propria opinione. Basterebbe un dialogo equilibrato in cui trionfi la verità: «Davvero vuoi risolverla così?» ha chiesto Black Widow (Scarlett Johansson) a Capitan America (Chris Evans) nel trailer.
L’amore fraterno è desiderare il bene del prossimo, che condivide la nostra origine ed è uguale a noi. Ogni cristiano deve amare il suo prossimo come se stesso, ed è qui che sbagliano i nostri eroi preferiti del grande schermo. La cosa è interessante è che alla fine diventa chiaro che restare divisi non è la soluzione, ma che anzi questo approccio porta alla rovina (ma dopo aver messo in pericolo la propria vita quando non era necessario).
3. La legge umana non sempre coincide con la legge morale
Il tema del film viene dai fumetti: quando giunge il momento di agire, i vendicatori devono infrangere alcune norme. In un primo momento mi sono schierato per il #TeamIronMan, perché sono d’accordo sul fatto che si debba ubbidire alla legge, ma mio fratello ha fatto la seguente riflessione: «Oggi in Argentina un medico non si può rifiutare di praticare un aborto. Se si rifiuta agisce contro la legge ed è passibile di arresto. Ti sembra giusto?».
Potresti chiedermi: «Cosa ha questo a che vedere con una legge che regoli i supereroi?» Ti faccio un esempio: l’Isis comincia a fare attacchi violenti in Siria. L’Onu inizia a votare sulla necessità o meno di un intervento da parte dei vendicatori. Dato che la maggior parte dei paesi è indifferente alla situazione o all’intervento degli eroi, e questi ostacolano i propri interessi, non non l’approvano. Conclusione: ci sono migliaia di morti innocenti che si sarebbero potuti evitare con l’aiuto di Capitan America e della sua squadra. E poi questa decisione sarebbe in contrasto con la legge morale. «Quindi dovremmo schierarci dalla parte del #TeamCap?» mi potreste chiedere. E la mia risposta sarà lo stesso ‘no’. La loro posizione è all’estremo opposto di quella del magnate Tony Stark: dobbiamo creare le nostre regole, e il mondo dovrà conviverci. Si potrebbe pensare che essendo dei supereroi abbiano un buon giudizio sul bene e sul male, ma credo che il film dimostri che sono degli esseri umani come chiunque altro e che le loro emozioni potrebbero voltarglisi contro nel momento di esprimere un giudizio.
Quindi… qual è la soluzione? L’ideale sarebbe di trovare il modo per far sì che la legge umana sia sottoposto alla legge morale. Oggi si sta sopprimendo la morale con “un’etica umana” in cui è l’umanità stessa a decidere cosa è bene e cosa è male; e questo lo decide una maggioranza che, apparentemente, ha sempre ragione. La conclusione quindi è: non tacere su ciò in cui credi. Se nel mio paese si sta votando per qualcosa che non condivido, devo dirlo! Chissà che non io finisca con il rendermi conto che vi sia più gente che la pensa come me di quanto credevo. In questo modo ricordiamo agli altri, passo dopo passo, qual è l’ordine delle cose. Ma attenzione! Bisogno sempre puntare al bene comune e alla verità, attraverso un dialogo aperto che sia di beneficio alla comunione e all’unità, e che non porti a conflitti. Tutti questi sono valori che ci dà la fede.
[Traduzione dallo spagnolo a cura di Valerio Evangelista]