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Perché esisti, fratello pidocchio?

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Patricia Navas - Aleteia - pubblicato il 22/05/16

Ripugnanti, difficili da sradicare, ma...

In genere arrivano in questo periodo, e ad alcuni fanno più paura delle notifiche della Finanza. Quando meno te l’aspetti arriva un’e-mail dalla scuola in cui vieni avvertita della presenza di piccoli “amichetti” tra i capelli dei nostri figli.

“È stata individuata la presenza di parassiti”, dice il messaggio. Pericolo!

Scattano tutti gli allarmi e il gruppo di WhatsApp della classe inizia ad andare in ebollizione. Messaggi di panico di massa, emoticons di orrore e consigli di madri esperte su come porvi rimedio…

Respiro a fondo e mantengo la calma: noi a casa siamo sempre allertati.

La guerra contro i pidocchi è una lotta senza quartiere, fatta di molte battaglie, solo per i guerrieri più esperti. Non c’è riposo, quando abbassi la guardia e pensi che il pericolo sia ormai scongiurato… Bum! Ecco che la bambina si gratta la testa. No!!! Non ti grattare! Non ti muovere! Non provare ad avvicinarti ai tuoi fratelli!

Con le mani tremanti per la paura cerco i miei strumenti di battaglia, prendo il pettinino e glielo passo lentamente tra i capelli. Trattengo il respiro in attesa di vedere se si è trattato di un falso allarme. Tutta la famiglia aspetta il verdetto fatale.

E poi eccoli, mentre muovono le loro zampette… Come puoi essere così grande, così ripugnante? È di dimensioni incredibili.

“Tranquilli, non succede niente”, devo dire davanti ai miei figli, anche se avrei voglia di piangere. Perché? Perché a me? Non avevi un’altra testa su cui posarti, brutto pidocchio?

Credete che stia esagerando? Magari, perché vorrebbe dire che ancora non sono apparsi a casa vostra. Vi invidio molto. Fin dove saranno arrivati stavolta? Sarà solo la piccola o saranno saltati anche sui fratelli? Si saranno diffusi in tutta casa, anche sulle poltrone? E come li sradicheremo?

Chiamatemi paranoica, catastrofista o quello che volete, ma solo il pensiero di fare il trattamento alla testa dei miei cinque figli (e a volte anche alla mia), cambiare lenzuola e asciugamani, disinfettare, lavare, eccetera non mi fa dormire.

Ho provato di tutto, ma la prevenzione è cara e serve a poco: spray per metterli in fuga, elastici antipidocchi, essenza dell’albero del tè… Non fatevi ingannare: qualsiasi scudo contro i pidocchi è inutile, compariranno quando meno ve li aspettate.

È una guerra cruenta e silenziosa. Una guerra di trincea della quale per giunta non puoi parlare. A chi dici che i tuoi figli hanno i pidocchi? Non ti venga neanche in mente di commentarlo su WhatsApp col gruppo di genitori (sarebbe l’Armageddon).

Ai poveri bambini viene imposta la discrezione, la massima censura: “Non raccontarlo e non ti grattare assolutamente davanti a qualcuno. Hai capito?”

Se ai bambini a scuola scappa che hanno avuto i pidocchi è quasi come se avessero l’ebola. “Mario ha i pidocchi!” è la voce che si diffonde in cortile. Tutti, grandi e piccoli, lo guarderanno da lontano con un misto di paura e pena.

Un pomeriggio una delle mie figlie mi ha chiesto: “Perché esistono i pidocchi?” Bella domanda, vero? Ma chi non se l’è chiesto da bambino? È un modo molto plastico per interrogarsi sul senso del male. Perché esiste? A che scopo? Che senso ha tutto questo?

Ho pensato di approfittare di quell’occasione per offrirle una lezione sul senso della creazione. E allora mi sono messa per un bel po’ a pensare (ma senza grattarmi la testa).

Ho una tendenza innata a trovare il lato positivo di tutto, ma con i pidocchi mi costa proprio… Che dire a mia figlia dei pidocchi, del male, di tutto il male che esiste nel mondo?

Alla fine ho trovato la soluzione. Ci sono due cose positive nella crisi dei pidocchi:

  • I momenti che passo con i bambini mentre impiastriccio i loro capelli con i vari prodotti e li pettino con il pettine a denti fini, ottime occasioni per conversazioni intime. Niente unisce di più madre e figlio di una buona sessione disinfettante di lotta contro i pidocchi…
  • Avere un’altra volta i pidocchi (che non mi visitavano dall’infanzia) è una cosa che mi provoca un certo stress, ma è anche un’efficace cura di umiltà. Nei momenti in cui mi assalgono fantasie su me stessa che mi portano a pensare che gli altri debbano ascoltarmi o che sono importante, allora dico a me stessa: “Ma guardati! Hai i pidocchi!!”.

Non importa l’età, la classe sociale, l’igiene o l’impegno: i pidocchi attaccano ricchi e poveri, puliti e sporchi, simpatici e antipatici, cattolici e non credenti. I pidocchi sono una piaga evangelica.

I pidocchi sono detestabili, orripilanti, schifosi… e tuttavia riescono a unirmi di più ai miei figli e a offrirmi una cura di umiltà. E allora, nonostante tutto, non c’è male – né pidocchio – che non venga per il bene. Tutto deve accadere per una ragione. Non ho mai pensato che sarei arrivata a dirlo, ma lo faccio: Grazie, fratelli pidocchi!

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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