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Non tutte le conversazioni impure sono peccato

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Aleteia - pubblicato il 20/05/16

Bisogna avere però chiara consapevolezza dei rischi che implicano

Si racconta di una cameriera che aveva l’abitudine di inserire sempre nelle sue conversazioni parole leggere e frasi sconvenienti, nonostante gli ammonimenti continui di una compagna che non smetteva di dirle: “Al momento della morte rimpiangerai amaramente questa brutta abitudine, ma forse non servirà”.

Un pomeriggio le due andarono a far visita alla cameriera di un vicino, gravemente malata. Dopo averle supplicate di pregare perché Dio le concedesse una buona morte, la donna aggiunse: “C’è soprattutto una cosa che mi affligge: aver inserito nelle mie conversazioni parole e frasi oscene. Il mio confessore me lo diceva: quanti cattivi pensieri e forse quante azioni malvagie commesse dal prossimo ti verranno imputate al momento della morte! Ora vedo che aveva ragione! Vi chiedo di dimenticare le mie brutte parole. Non seguite il mio esempio e dite lo stesso alle mie compagne. Ogni volta che entrerete al cimitero e getterete acqua benedetta sulla mia tomba, pensate di sentirmi dire, da sotto terra, ‘Guardatevi dalle conversazioni disoneste, che pesano terribilmente sul cuore sul letto di morte!’”

Tutte le persone presenti rimasero profondamente colpite, soprattutto la cameriera che aveva la stessa abitudine, che disse alla compagna: “Mi sembrava di camminare sui carboni ardenti. Prometto a Dio che non sporcherò mai più le mie labbra con parole disoneste”.

Quanto è vera la parola del Signore: “Guai a chi dà scandalo!”

Se c’è un giusto motivo per parlare di cose delicate e che generano il pericolo di turbare la purezza del prossimo, allora si adottino attenzione e sobrietà al massimo grado, evitando ogni intenzione malvagia e cercando di non scandalizzare le persone con cui si parla.

Quanto ad ascoltare conversazioni disoneste o indecenti, si noti una cosa: non è peccato ascoltarle involontariamente, ma quando si ride e si mostra di gradirle non solo si esorta chi parla a continuare a farlo, ma si dà anche occasione di scandalo, e allora c’è il pericolo del peccato mortale.

Non ci sarà peccato se, quando la conversazione devia su aspetti poco nobili, ci si ritira o, non potendolo fare, si cerca di cambiare argomento. Ci sono tuttavia occasioni in cui non si può fare nulla di tutto ciò. Diventa allora necessario non acconsentire, e perché non ci sia scandalo ci si deve mostrare scontenti e disapprovare apertamente queste conversazioni, ad esempio abbassando gli occhi e diventando seri.

I genitori e i superiori, in particolare, hanno il dovere morale di porre fine in modo energico a tutte le conversazioni impure o indecenti tra le persone a loro subordinate.

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Dal testo di fr. Frutuoso Hockenmaier, O.F.M, in O Cristão no Tribunal da Penitência

[Traduzione dal portoghese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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