È il copricapo che per secoli ha caratterizzato il papato. Aveva talora la forma di ogiva, altre volte la forma arrotondata e più larga al vertice, sormontata da tre corone. È la tiara o triregno, utilizzato dai Pontefici il giorno dell’incoronazione e poi in alcune speciali circostanze particolarmente solenni. L’ultimo a indossarne una fu Paolo VI, nel giugno 1963.
Papa Montini la mise poi all’asta per donarne il ricavato ai poveri e oggi è conservata nel museo del Santuario Nazionale della «Immaculate Conception» a Washington. Da allora nessuno dei suoi quattro successori l’ha mai più usata e Benedetto XVI l’ha anche abolita dallo stemma papale, sostituendola con la mitria vescovile. Ma anche dopo Paolo VI i Papi hanno continuato ad avere le loro tiare.
Francesco fino a ieri non ce l’aveva (e probabilmente non ne sentiva la mancanza): ci ha pensato il presidente del Parlamento della ex-Repubblica Jugoslava di Macedonia, Trajko Veljanoski, a donargliene una impreziosita di perle raccolte nel lago di Ohrid e lavorata a mano dalle suore del Monastero di Rajcica.
Anche Benedetto XVI ne aveva ricevuta una, donatagli in piazza San Pietro al termine dell’udienza generale nel maggio 2011 da Dieter Filippi, un uomo d’affari tedesco. La tiara era stata realizzata a Sofia, in Bulgaria, dai cristiani ortodossi dello studio Liturgix.
Nella sacrestia vaticana si conserva anche una tiara in metallo di foggia medioevale donata a san Giovanni Paolo II dagli ungheresi.
Anche se scomparsa dall’uso liturgico e dallo stemma personale del Pontefice, la tiara rimane negli stemmi della Città del Vaticano, accompagnata dalle due chiavi incrociate. Il suo uso ebbe inizio tra il IX e il X secolo. Con l’accrescere del potere temporale venne tempestata di pietre preziose. La seconda corona fu aggiunta da Bonifacio VIII (nel 1298 o nel 1301), mentre la terza corona si deve a Benedetto XII, nel 1342: dopo aver invano tentato di riportare a Roma la sede papale, il Pontefice del periodo avignonese volle così sottolineare la sua sovranità sulla Chiesa universale.
In Vaticano si conservano diverse tiare, molte delle quali preziose, usate dai vari Pontefici. Ma si conserva anche quella decorata con finte gemme di cartapesta, servita per incoronare Pio VII, eletto nel 1800 al conclave di Venezia, mentre Roma era occupata dalle truppe napoleoniche.
Papa Montini, nella Costituzione apostolica «Romano Pontifici eligendo» (1975) aveva lasciato la possibilità che si ripetesse la cerimonia dell’incoronazione. Il suo successore, Giovanni Paolo I, non ci pensò neppure, e lo stesso hanno fatto Giovanni Paolo II – che nella Costituzione «Universi Dominici gregis» (1996) sostituì la cerimonia di incoronazione con la dicitura messa di inaugurazione del pontificato – Benedetto XVI e Francesco.