E allora va tutto bene. Al lavoro.
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*Mia sorella, Abby Tardiff, ha fatto questa importante chiarificazione:
“Credo fermamente che mia madre stia esprimendo l’amore al centro del suo essere, e che lo facesse anche mia nonna. Simcha ha ragione. Vorrei aggiungere, però, che a volte l’Alzheimer crea paranoie e rabbia, che non sonoun’espressione della vera personalità, ma semplicemente un una conseguenza della malattia. Alla fine il vocabolario di mia nonna si è ridotto solo alla parola “tesoro”,che esprimeva bene la sua personalità, ma un po’ prima che accadesse ha sviluppato un vocabolario da scaricatore che non le avevo mai sentito!”
L’Alzheimer può eliminare le inibizioni e risparmiare qualche tratto fondamentale della personalità, ma è una malattia cerebrale degenerativa che alla fin fine cambia drasticamente la persona, soprattutto negli stadi più avanzati. Un malato di Alzheimer che mostra un comportamento grottesco o violento non sta rivelando chi è davvero; il suo cervello è stato trasformato dalla malattia contro la sua volontà.
Mi scuso sinceramente per aver fatto intendere non intenzionalmente che i malati di demenza siano in qualche modo responsabili del loro comportamento, o che possiamo leggere l’anima di qualcuno che soffre di una malattia cerebrale. La mia intenzione era solo quella di rendere omaggio alla lunga eredità di amore e sacrificio di mia madre.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]