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Papa Francesco e Hebe de Bonafini, un incontro impensabile qualche anno fa

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Esteban Pittaro - Aleteia - pubblicato il 12/05/16
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La leader delle Madres de Plaza de Mayo attende l’autorizzazione medica per potersi recare in VaticanoLa presidentessa dell’Associazione Madres de Plaza de Mayo, Hebe de Bonafini, farà visita a papa Francesco se riceverà l’autorizzazione medica. L’udienza, secondo quanto ha riferito il quotidiano La Nación, dovrebbe aver luogo venerdì 27 maggio.

Hebe de Bonafini, 88 anni, ha detto di avere dei problemi di salute e che è ancora in attesa del via libera per compiere il lungo viaggio fino a Roma, che dura 13 ore. Parlando con l’agenzia Télam, è sembrata entusiasta per la possibilità che l’incontro si concretizzi.

“Il papa è venuto per trasformare”, ha affermato. “Sta usando il suo potere, che è molto grande, per mettere l’accento dove va messo: sulla povertà, sull’emarginazione, sui pedofili e sulle ricchezze della Banca vaticana. È un momento opportuno per poter parlare con lui”.

Una visita della Bonafini a un pontefice sarebbe stata impensabile solo qualche anno fa. Alienata dalla Chiesa per la responsabilità che attribuisce a gran parte di essa nella repressione ad opera dell’ultima dittatura argentina, è arrivata ad augurare a Giovanni Paolo di “marcire all’inferno” dopo la sua morte ed era severa anche con il cardinale Jorge Bergoglio.

“La spazzatura va insieme: Macri (Mauricio), Bendini (Roberto, generale dell’Esercito in pensione) e Bergoglio. Sono della stessa razza e della stessa pasta. Sono fascismo, sono il ritorno della dittatura”, aveva detto la leader delle Madres. Quando Bergoglio è stato eletto papa, è stata schietta e ironica e ha detto solo “Amen”.

Poco tempo dopo ha ritrattato pubblicamente con una lettera. “Oggi, con mia sorpresa, sento molti compagni parlare della sua dedizione e del suo lavoro nelle baraccopoli. Mi rallegro infinitamente venendo a sapere del suo lavoro e nutro la speranza di un cambiamento anche in Vaticano”, ha dichiarato in una lettera datata 21 marzo 2013, pochi giorni dopo l’elezione del papa.

“Si unisca a tutti noi che in questo mondo ingiusto lottiamo perché la povertà abbia fine e l’uguaglianza diventi una realtà, e allora otterremo un mondo di bambini felici e sorridenti”, aggiungeva il punto di riferimento di una fondazione che nel corso degli anni ha aggiunto alla sua causa iniziale, collegata alla cattura dei propri figli durante l’ultima dittatura, numerosi programmi sociali.

Con lo stesso affetto, anche se costernata, ha scritto pubblicamente dopo l’annuncio dell’Anno della Misericordia e l’anelito espresso dal papa affinché i reclusi trasformino la porta della propria cella in una Porta Santa alla Misericordia di Dio.

“Continuo a chiedermi dove fosse Dio quando facevano partorire le madri legate, le assassinavano e poi rubavano i loro figli. L’Anno del Giubileo servirà a far sì che quei feroci assassini e i loro complici ottengano l’indulgenza?”, ha scritto la Bonafini nel settembre 2015 in una lettera letta durante l’incontro tradizionale delle Madres a Plaza de Mayo.

La Bonafini non ha anticipato all’agenzia Télam di quali temi vorrebbe parlare con Francesco, limitandosi a dire che non gli chiederà nulla di personale, ma “qualcosa che serva a tutti”.

Polemica e pungente con la Chiesa e molti altri, la Bonafini è lodata da alcuni e ripudiata da altri, soprattutto negli ultimi anni e dopo alcuni casi di corruzione verificatisi intorno all’associazione.

Da qui la polemica suscitata in parte dalla stampa argentina e sulle reti sociali per l’imminente incontro.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]