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L’artista Christo dona una sua opera per sostenere la carità del Papa

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Vatican Insider - pubblicato il 11/05/16
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Uno dei maggiori artisti del pop e della `land art´ mondiale, il bulgaro naturalizzato americano Christo, «impacchetta» un frammento della Scuola di Atene di Raffaello per finanziare le opere di carità del Papa. Si intitola «Christo’s box, between Art and Mercy, a Gift for Bangui» il progetto benefico promosso dalla Segreteria per la Comunicazione e dai Musei Vaticani presentato oggi dallo stesso artista, 81 anni il prossimo 13 giugno, nel Salone di Raffaello della Pinacoteca Vaticana. 

L’iniziativa prende vita dall’opera d’arte che Christo – celebre per avere realizzato «imballaggi» come quello di Porta Pinciana a Roma nel 1974 o del Reichstag di Berlino nel 1995 e tanti altri – ha creato con l’«impacchettamento» del cofanetto contenente la serie in dvd prodotta dal Ctv «Alla scoperta dei Musei Vaticani»: protagonista dell’opera, sulla copertina del cofanetto, è un personaggio della Scuola di Atene, il più celebre degli affreschi di Raffaello nelle Stanze Vaticane, il giovane cugino di papa Giulio II ritratto accanto ad Aristotele. 

L’opera `master´ viene donata da Christo al Vaticano e custodita dalla Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede. I 300 cofanetti «multipli», numerati e firmati dall’autore, saranno venduti dalla casa d’aste Christie’s a mille euro ciascuno tra Londra, Torino, Milano e Roma e il ricavato verrà devoluto, per volontà di papa Francesco, all’Ospedale pediatrico di Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana, visitato dal Pontefice lo scorso novembre. 

Christo ha detto di considerare il Papa un uomo «primaverile», fautore di una nuova stagione per il mondo. In conferenza stampa ha descritto il suo lavoro, «che non è come creare una struttura di legno o di marmo, e richiede di muoversi molto, di vedere anche come l’opera di comporta nella natura». Ora è impegnato in un’installazione sul Lago di Iseo, lunga 3,5 km, che nel prossimo giugno – ha spiegato monsignor Dario Edoardo Vigano’, prefetto della Segreteria per la Comunicazione – «darà la sensazione di camminare sulle acque». 

«Tanti anni fa Giulio II ha utilizzato Raffaello per celebrare la sua persone e la sua Chiesa – ha sottolineato il direttore dei Musei Vaticani Antonio Paolucci -. Sono passati cinque secoli e un altro Papa utilizza un artista per un’opera di misericordia in favore di un Paese tra i più poveri ed emarginati dell’Africa nera. E per farlo si avvale di un’artista pop che è solito impacchettare i monumenti, come prodotti che si possono vendere e consumare». 

«È stato il Papa – ha fatto sapere mons. Vigano’ – a indicare a chi indirizzare la raccolta fondi: all’ospedale pediatrico di Bangui che ha visitato nel suo recente viaggio in Africa, in quel Paese in cui il Pontefice ha deciso di aprire solennemente la porta della cattedrale, un’anteprima all’apertura dell’anno giubilare, una prima porta aperta alla Misericordia. Il Papa fu colpito dal fatto che all’ospedale pediatrico mancasse la strumentazione di ossigeno e di rianimazione per i bambini. E quindi, una volta informato dell’iniziativa, ha indicato che i proventi andassero per quella struttura». 

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