Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, ha posto nell’Aula della Camera la questione di fiducia sul Ddl unioni civili, nel testo identico a quello approvato dalla commissione Affari costituzionali e già votato dal Senato.
L’annuncio è stato accolto dalle proteste delle opposizioni. Sono state respinte le questioni sospensive, presentate dalla Lega e Fdi, dopo che erano state bocciate le pregiudiziali di costituzionalità. Contro le pregiudiziali (376 i no) hanno votato i gruppi della maggioranza, SI e M5s, a favore Lega e Fdi e alcuni deputati centristi (29 i sì), mentre FI si è astenuta (40).
La Conferenza dei capigruppo ha stabilito che inizierà domani alle 14,10 la «chiama» nominale dei deputati. Alle 12,30 inizieranno le dichiarazioni di voto mentre alle 10 scadrà il termine per la presentazione degli ordini del giorno. Dal numero di questi ultimi dipenderà il giorno in cui ci sarà il voto finale sul provvedimento.
«Il governo ha le sue logiche, le sue esigenze, probabilmente avrà anche le sue ragioni, ma il voto di fiducia, non solo per questo governo ma anche per quelli passati, spesso rappresenta una sconfitta per tutti»: commenta il segretario generale della Cei, mons.Nunzio Galantino.
Galantino, parlando della richiesta del voto di fiducia sul provvedimento riguardante le unioni civili, sottolinea come questo metodo utilizzato anche dai governi in passato, non sia rispettoso di tutte le parti politiche e della società civile. «Penso che stia emergendo un po’ da tutte le parti – ha sottolineato – una richiesta di maggior partecipazione, di maggior attenzione, di maggiore rispetto per tutti coloro che sono stati eletti». Il vescovo rispetta le «logiche» dell’esecutivo ma evidenzia che il ricorso alla fiducia rappresenta «una sconfitta».