[Quanto ai cattolici], non sono legati dal carattere personale o dagli atti privati del papa ma dal suo insegnamento formale… Il primato della legge morale e della coscienza è la sua ragion d’essere…
Ma ovviamente devo ribadire, per non essere frainteso, che quando parlo di coscienza intendo la coscienza propriamente detta. Quando ha il diritto di opporsi all’autorità suprema anche se non infallibile del papa, dev’essere qualcosa di più di una semplice contraf azione… Se questa regola necessaria venisse osservata, gli scontri tra l’autorità papale e l’autorità di coscienza sarebbero molto rari…
Sicuramente, se sono costretto a portare la religione a un dopocena… Brinderò (…) prima alla coscienza, e poi al papa.
Il beato John Henry Newman respinse brillantemente l’attacco del Primo Ministro, ma, cosa più importante, esortò allo stesso tempo i cattolici a respingere la coscienza “contraffatta” dell’epoca accogliendo, attraverso la grazia di Dio e la saggezza della Chiesa, la formazione adeguata della coscienza.
“La coscienza ha dei diritti perché ha dei doveri”.
Il cardinale Newman lo sapeva.
E noi?
Per leggere integralmente la lettera del beato John Henry Newman al duca di Norfolk, si può cliccare qui.
[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]