Si è trattato del primo incontro interreligioso di boxe annunciato e promosso da un Sommo Pontefice. La notizia è stata riferita da Radio Vaticana lo scorso 4 febbraio:
“…Papa Francesco ha annunciato due particolarissimi appuntamenti: il 7 maggio un incontro di boxe tra un cattolico e un musulmano a Las Vegas; il 29 maggio la ‘Partita della Pace’ all’Olimpico di Roma (Radio Vaticana)”.
Questi particolari appuntamenti rientrano nei programmi della Fondazione Pontificia “Scholas Occurrentes“ (o “scuole di dialogo”), un’opera voluta ed incoraggiata proprio in Argentina dall’allora arcivescovo di Buenos Aires, il cardinale Jorge Mario Bergoglio.
Nata come una rete di “scuole di quartiere” dedicate al volontariato (iniziata con 70 ragazzi di 4 scuole), nel corso degli anni la fondazione si è impegnata fortemente nel campo dell’educazione diventando, col passare degli anni, una rete internazionale presente in 82 paesi che coinvolge più di 400 mila istituti pubblici e privati e associazioni di diverse religioni e di diversa estrazione sociale. A sostenere l’iniziativa è l’idea che – con parole di Francesco – “Non si può cambiare il mondo se non si cambia l’educazione”.
Nel 1998, per volontà di mons. Bergoglio, nacque la “Vicaría de Educación” dell’Archidiocesi di Buenos Aires, un organo diocesano finalizzato al sostegno dell’educazione come mezzo di evangelizzazione. L’obbiettivo fu quello di “animare l’azione pastorale della diocesi nell’ambito dell’educazione” attraverso progetti innovativi come la formazione dei docenti, l’utilizzo delle nuove tecnologie, il rapporto coi diversi credi religiosi e la relazione tra le scuole pubbliche e private della regione.
Nel 2002 nacque il “Foro de Educación” come punto di aggregazione e di incontro tra tutte le scuole della città. Celebrando il secondo anniversario del Foro, il 29 ottobre 2003, l’arcivescovo Bergoglio ha sottolineato l’importanza “di rimanere connessi a traverso di un foro virtuale” trasformando gli istituti educativi in “scuole sorelle con altre scuole del paese”.
Oggi Scholas è un’Organizzazione Internazionale di Diritto Pontificio approvata da papa Francesco nella Città del Vaticano il 13 agosto 2013. In quella occasione si giocò una partita amichevole tra la nazionale italiana di calcio e quella argentina, si piantò il primo Olivo per la pace e si iscrissero le prime scuole del mondo nella rete dell’organizzazione.
Il 19 marzo 2014 (nel giorno di San Giuseppe, modello di educatore) la fondazione è stata riconosciuta ufficialmente dalla Santa Sede sotto il patrocinio della Pontificia Accademia delle Scienze, alla presenza di Messi, Buffon, Prandelli e altre personalità del mondo dello sport e della cultura.
Il 15 agosto 2015, in occasione del IV Incontro Mondiale di Scholas Ocurrentes, papa Francesco ha firmato i nuovi Statuti e – tramite Chirografo Pontificio – riconosciuto l’associazione come “Opera pia autonoma, di diritto pontificio, eretta come persona giuridica privata all’interno dell’ordinamento del Diritto Canonico”.
Definita dall’ONU la “maggior rete scolastica del pianeta”, l’esperienza “è iniziata come una cosa piccola – ha affermato recentemente il Pontefice – come un’illusione, qualcosa che non sapevamo se si sarebbe potuto realizzare”. Ma col passare degli anni il sogno di Bergoglio si è avverato e oggi Scholas collega circa 400 mila istituti in tutto il mondo!
Ed è proprio a partire dallo sport e dalla cultura che Scholas Occurrentes promuove iniziative volte a un rinnovamento della coscienza sociale dei giovani e favorire il dialogo tra diverse nazioni e religioni all’insegna della Pace, abbattendo i muri dell’esclusione e della solitudine. Combattere l’indifferenza in un mondo globalizzato, donare speranza ai giovani “chiusi in un eterno presente” e offrire possibilità concrete di crescita sociale e umana, questi sono gli obbiettivi fondamentali di queste “scuole” che ora contano col pieno appoggio della Santa Sede.
Tra le iniziative spiccano le opere di volontariato come campagne internazionali di solidarietà volte a raccogliere fondi per sostenere scuole, laboratori e ospedali delle zone rurali e dei paesi in via di sviluppo; ma anche progetti ecologici per insegnare a salvaguardare il pianeta, quella “casa comune” a cui è dedicata l’enciclica di papa Francesco Laudato Si.
In questo contesto si colloca l’annunciato incontro interreligioso di boxe che si è svolto il 7 maggio a Las Vegas. L’evento ha sancito l’inizio ufficiale della collaborazione tra il Consiglio Mondiale di Boxe (CMB) e Scholas Ocurrentes. Oltre a lanciare un messaggio di pace e di fratellanza attraverso lo sport e a promuovere le iniziative congiunte del CMB e Scholas, l’incontro è stato necessario per raccogliere fondi utili per l’avvio dei programmi di Scholas in Messico.
Il 7 maggio, Al T-mobile Arena di Las Vegas, si sono scontrati due campioni del pugilato: il messicano Saúl Alvarez, detto “El Canelo” (25 anni), e il pugile inglese di origini pakistane Amir Kahn (29 anni).
Saúl Alvarez è il più piccolo di 8 fratelli di cui sette maschi diventati tutti pugili professionisti. Soprannominato “Canela” per i suoi capelli color cannella, Saúl – particolarmente devoto alla Vergine di Guadalupe – è diventato pugile a 15 anni, la sua carriera è stata caratterizzata fin dai primi anni da vittorie schiaccianti anche contro avversari più grandi ed esperti.
Nato in Inghilterra da una famiglia pachistana musulmana, Amir Kahn a 17 anni ha vinto la medaglia d’argento nelle olimpiadi di Atene 2004 ed è attualmente considerato il miglior pugile del Regno Unito (categoria Welter).
Nei giorni che hanno preceduto l’evento, in un tour promozionale da Londra a Los Angeles, Alvarez e Kahn hanno visitato diverse scuole e orfanotrofi, organizzato laboratori e incontri coi giovani testimoniando il loro impegno per la pace e offrendo aiuto e sostegno a ragazzi con diverse problematiche personali e sociali. Prima dell’incontro i due pugili hanno piantato simbolicamente un olivo sul ring, un gesto diventato ormai un segno distintivo dell’associazione Scholas.
Per la cronaca, il messicano Saul Alvarez – considerato favorito dai pronostici – ha vinto l’incontro stendendo l’avversario con un incredibile KO al sesto round e conservando così il titolo di campione dei pesi medi della WBC. Per il pugile britannico si è trattato della quarta sconfitta della carriera. La sua sconfitta sul ring era annunciata a causa della diversa categoria tra i due pugili, ma Kahn ha corso il rischio affrontando un avversario più pesante, puntando sulla propria velocità e l’agilità; in molti avevano criticato l’opportunità di uno scontro col “Canelo“, contro il quale un KO era da mettere in conto. A causa del violento impatto del colpo, che lo ha stordito per qualche minuto sentenziando la sconfitta, alla fine dell’incontro Kahn è stato ricoverato per alcuni accertamenti precauzionali e subito dimesso senza complicazioni.
Il 28 maggio i due pugili Saúl Alvarez e Amir Kahn, accompagnati dall’ex campione statunitense Óscar de la Hoya (fondatore della società Golden Boy Promotions), saranno ricevuti in udienza privata da Papa Francesco e nominati Ambasciatori della Pace.