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Le rovine dei grandi monasteri inglesi

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Daniel R. Esparza - pubblicato il 10/05/16

La testimonianza silenziosa di un conflitto politico riempie il paesaggio dell'Isola

È stato Thomas Cromwell ad aver trasferito, attraverso due risoluzioni del Parlamento (una del 1536 e l’altra del 1539), la proprietà di monasteri, chiese e altri beni della Chiesa cattolica in Inghilterra alla Corona inglese.

Innumerevoli manoscritti, biblioteche e opere d’arte vennero chiusi o divisi tra gli alleati politici di Enrico VIII.

Ma perché Enrico VIII si impossessò direttamente dei monasteri? Secondo quanto ha dichiarato la storica Stephanie Mann in un’intervista al sito ChurchMilitant, fondamentalmente per due motivi: denaro e potere.

Rovine del Monastero di Glastonbury

Confiscare i terreni e gli edifici dei monasteri concesse a Enrico VIII una ricchezza straordinaria senza bisogno di ricorrere a misure impopolari come l’aumento delle imposte. Oltre a questo, avrebbe eliminato l’influenza del papato sulla Corona inglese, dando praticamente libertà d’azione assoluta.

Il nord dell’Inghilterra, in particolare, non accolse volentieri la misura e si ribellò contro la Corona – il famoso “Pellegrinaggio di Grazia”.

Considerando che i monasteri erano la fonte principale di sostentamento di varie zone, visto che offrivano lavoro e carità alle comunità dei dintorni, non avrebbe potuto essere altrimenti.

Le rovine dei corridoi del chiostro del Monastero di Fountains

La Corona rispose con violenza, imprigionando i capi della rivolta.

Oggi il paesaggio inglese mostra le rovine dei grandi monasteri dell’Inghilterra cattolica, testimonianza di quella che in alcuni momenti fu la pietra d’angolo di più di un Rinascimento.

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