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Economisti cattolici contro il TTIP: lontano dalle idee di Papa Francesco

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Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 05/05/16

Becchetti: rischi per salute e lavoro. Masullo: l'ecologia del pontefice è tutt'altro

La firma del Partenariato transatlantico sul commercio e gli investimenti (TTIP) tra Unione europea e Stati Uniti mette a rischio gli standard europei sull’ambiente e la salute. Lo rivelano alcuni documenti diffusi da Greenpeace e pubblicati il 2 maggio dal quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung.

L’organizzazione ambientalista è entrata in possesso di 248 pagine di documenti riservati, che riguardano alcune questioni come il cibo, i cosmetici, le telecomunicazioni, i pesticidi e l’agricoltura.

13 ROUND

Il TTIP è stato proposto nel 2013. Da allora ci sono stati tredici round di negoziati, l’ultimo dei quali si è svolto a New York nell’aprile del 2016. I prossimi negoziati si terranno a giugno. I negoziatori prevedono di concludere i lavori nel 2016, ma gli ultimi incontri si sono svolti senza particolari passi in avanti.

PRO E CONTRO

Secondo i sostenitori del TTIP, il Trattato farà nascere la più grande area di libero scambio al mondo, creando nuovi posti di lavoro. Secondo gli attivisti, le associazioni e i movimenti che si oppongono ad esso, invece, il TTIP è frutto delle pressioni delle multinazionali e finirà per tutelare solo gli interessi delle aziende, ignorando quelli dei lavoratori e dei consumatori (Internazionale.it, 3 maggio)

4 ALLARMI SECONDO GREENPEACE

In tal senso Greenpeace solleva quattro rischi (greenpeace.org, 2 maggio):

– nessuno dei capitoli che abbiamo visto fa alcun riferimento alla regola delle Eccezioni Generali (General Exceptions). Questa regola, stabilita quasi 70 anni fa, permette agli Stati di regolare il commercio “per proteggere la vita o la salute umana, animale o delle piante” o per “la conservazione delle risorse naturali esauribili”;

– gli Accordi sul Clima di Parigi chiariscono un punto: dobbiamo mantenere l’aumento delle temperature sotto 1,5 gradi centigradi per evitare una crisi climatica che colpirà milioni di persone in tutto il mondo. Il commercio non dovrebbe essere escluso dalle azioni sul clima. Ma non c’è alcun riferimento alla protezione del clima nei testi ottenuti;

Il principio di precauzione, inglobato nel Trattato UE, non è menzionato nei capitoli sulla “Cooperazione Regolatoria”, né in nessuno degli altri 12 capitoli ottenuti. D’altra parte, la richiesta USA per un approccio “basato sui rischi” che si propone di gestire le sostanze pericolose piuttosto che evitarle, è evidente in vari capitoli;

– Mentre le proposte contenute nei documenti pubblicati minacciano la protezione dell’ambiente e dei consumatori, il grande business ha quello che vuole. Le grandi aziende ottengono garanzie sulla possibilità di partecipare ai processi decisionali, fin dalle prime fasi.

TRATTATIVA SBILANCIATA

Per il professore Leonardo Becchetti, docente di Economia politica presso l’Università di Roma Tor Vergata, sul TTIP ci troviamo di fronte ad una «trattativa sbilanciata» che pone al «ribasso» i diritti su ambiente e lavoro.

PERICOLI PER LA SALUTE

Becchetti evidenzia ad Aleteia uno dei punti maggiormente contestati dagli europei (è attiva anche una petizione on line per chiederne lo stop): il timore che il TTPI abbassi «gli standard di sicurezza previsti in Europa per venire incontro alle richieste degli Stati Uniti. Mi riferisco, in ambito alimentare, alle carni allevate con gli ormoni, all’etichettatura degli OGM, al principio secondo cui un prodotto debba essere rigorosamente controllato da quando inizia la produzione in azienda sino a quando va in tavola. Negli Usa questi principi sono poco incisivi, la percentuale di intossicazioni alimentari è molto superiore che in Europa».

L’ASSALTO DELLE MULTINAZIONALI

Per l’economista si rischia di finire in un circolo vizioso, in cui l’esportazioni dagli Stati Uniti andrebbero a crescere ulteriormente e i rischi per la salute in Europa e nel mondo andrebbero ad aumentare. «Ma non solo – denuncia Becchetti – un altro sbilanciamento pro-multinazionali è evidente nella “risoluzione delle controversie tra investitore e Stato” (Investor-state dispute settlement, Isds). Il Trattato permetterebbe alle aziende di fare causa ai governi portandoli di fronte a un collegio arbitrale. Così l’Isds darebbe alle multinazionali la possibilità di ostacolare qualsiasi legge che va contro i loro interessi. L’esempio più citato è quello della Philip Morris, che ha fatto causa ai governi di Uruguay e Australia contro il divieto di fumo o la Veiolà all’Egitto contro l’aumento del salario deciso dal Governo».

LA LEZIONE DI FRANCESCO

Becchetti evoca la Dottrina Sociale della Chiesa per arginare questa retromarcia su scala mondiale. «Riportare al centro del confronto non più il profitto delle aziende, ma il benessere dei cittadini, la dignità dell’uomo per ciò che concerne il diritto alla salute e al lavoro». Papa Francesco, nota l’economista, nella Evangelii Gaudium ha parlato com chiarezza: La dignità di ogni persona umana e il bene comune sono questioni che dovrebbero strutturare tutta la politica economica, ma a volte sembrano appendici aggiunte dall’esterno per completare un discorso politico senza prospettive né programmi di vero sviluppo integrale” (Evangelii.Guadium. n. 203).

“GRAVI CONSEGUENZE”

Una linea netta che il pontefice ha marcato anche nella Laudato Sii, osserva Becchetti (“Quando si propone una visione della natura unicamente come oggetto di profitto e di interesse, ciò comporta anche gravi conseguenze per la società”,Laudato Sii, n. 83).

LA “QUESTIONE AMBIENTALE”

L’economista Andrea Masullo, presidente del Comitato scientifico di Greenaccord, associazione che si occupa della salvaguardia per il creato, punta l’indice sui rischi per l’ambiente che emergono spulciando i TTIP leaks.«Papa Francesco – denuncia Masullo ad Aleteia – al punto 56 della Evangelii Gaudium, dice: “qualunque cosa che sia fragile, come l’ambiente, rimane indifesa rispetto agli interessi del mercato divinizzato, trasformati in regola assoluta”. Questo è il grande rischio contenuto in tutti gli accordi internazionali sul commercio che negli ultimi decenni si è tentato di imporre attraverso trattative segrete e poco trasparenti che escludono in generale la partecipazione dei cittadini».


VIA OGNI VINCOLO

L’obiettivo di creare pari condizioni commerciali in tutto il mondo, osserva Masullo, «ha sempre portato all’esclusione di tutti quei vincoli che possono costituire un ostacolo alle attività commerciali, a cominciare da leggi nazionali che riguardano la tutela della salute, dell’ambiente, dei diritti dei lavoratori mirando ad una uniformità verso il basso delle leggi e delle tutele sociali e ambientali».

ECOLOGIA A RISCHIO

Altro che “ecologia integrale” evocata da Papa Francesco. Con il TTIP si sancisce, sottolinea l’economista, «il primato delle regole commerciali sulla salute, sui diritti sociali e sulla protezione dell’ambiente, creando quei meccanismi di profitto che vanno ad accrescere quel “debito ecologico, soprattutto tra il Nord e il Sud, connesso a squilibri commerciali con conseguenze in ambito ecologico, come pure all’uso sproporzionato delle risorse naturali compiuto storicamente da alcuni Paesi” richiamato da Papa nel punto 51 della Laudato Sii».

NE’ BENESSERE, NE’ DIFESA DEL CREATO

Su clima e ambiente è dunque seriamente messo in discussione il modello su cui sta spingendo il pontefice. «Sia per quanto riguarda i negoziati sul clima, sia per quanto riguarda i trattati sul commercio – avverte il direttore scientifico di Greenaccord – siamo di fronte ad un sistema economico che non solo non mette al centro il benessere e la promozione umana né difesa del creato, ma considera queste istanze subordinate agli interessi economici delle multinazionali».

ETICA INESISTENTE

Dice il Papa al punto 187 della Laudato Sii: “che la redditività non può essere l’unico criterio da tener presente e che, nel momento in cui apparissero nuovi elementi di giudizio a partire dagli sviluppi dell’informazione, dovrebbe esserci una nuova valutazione con la partecipazione di tutte le parti interessate. Il risultato della discussione potrà essere la decisione di non proseguire in un progetto, ma potrebbe anche essere la sua modifica o l’elaborazione di proposte alternative”. La segretezza delle trattative sul TTIP, conclude Masullo – esclude ogni forma di partecipazione degli stakeholder. Siamo di fronte a quel paradigma economico/tecnocratico senza alcun riferimento etico, guidato solo dall’insaziabile crescita dei consumi e dei profitti».

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