di Kristina Hjelkrem
Ti è mai successo di trovarti nel bel mezzo di una discussione interessante (di politica, scienza, economía, etica, ecc.) e dopo aver espresso la tua opinione ti hanno risposto: “Dici così perché sei cattolico”?. Come se il tuo ragionamento non possa essere valido perché sei cristiano, come se ti basassi su una sorta di “superstizione etera” che non ha nulla a che vedere con la realtà. Questo articolo parla di 5 pregiudizi e stereotipi che penso un cattolico debba affrontare oggi, e cercherò di dare dei consigli su come gestire queste situazioni.
1. “Non ragioni su ciò che pensi”
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È vero che in molti dei temi controversi di oggi (aborto, eutanasia, relazioni omosessuali, etc.) i valori su cui mi baso per farmi un’opinione non sono del tutto estranei alla linea che insegna la Chiesa Cattolica. Essere cristiani significa prestare attenzione a ciò che predica la Chiesa, ma dobbiamo sapere e ricordarci che la stessa ha studiato ognuno di questi temi alla luce della natura dell’uomo e della rivelazione divina («Gaudium et Spes», costituzione pastorale). Screditare la Chiesa come fonte sui temi che si relazionano con l’esistenza dell’uomo vuol dire ignorare il grande apporto che la medesima ha donato all’umanità attraverso i suoi pensatori e filosofi (S. Tommaso d’Aquino, Sant’Agostino, San Giovanni Paolo II, tra gli altri).
Di fronte a queste situazioni è più che raccomandabile osservare il tono con cui i Papi degli ultimi tempi hanno scritto le proprie encicliche. Questi uomini sono persone che hanno studiato molto, che conoscono molte lingue e che hanno uno tra i lavori più complessi e influenti del mondo odierno, riuscendo comunque ad avvicinarsi al lettore comune con semplicità e umiltà. La prepotenza è sempre un errore quando si tratta di comunicare. La cosa migliore è respirare a fondo, sorridere e spiegare perché la Chiesa Cattolica ha portato grande luce alla vita dell’uomo.
2. “Tu giudichi chi non la pensa come te”
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Si incontrano spesso persone che temono di essere giudicate perché sanno di non condurre una vita che tu “approveresti”. È questo l’errore! I cristiani non condannano né disapprovano le persone. È importante fare attenzione quando si parla di “condanna”, perché chi ci ascolta si potrebbe sentire preso di mira perché alcuni aspetti della propria vita non sono simili ai nostri. Attraverso le parole di Papa Francesco: “La strada della Chiesa è quella di non condannare eternamente nessuno; di effondere la misericordia di Dio a tutte le persone che la chiedono con cuore sincero”. In questo senso, il segno dei cristiani dovrebbe essere quello di portare la misericordia di Dio, ogni giorno, a coloro che la cercano e che non sanno come ottenerla.
Non si può sempre evitare che una persona, conoscendo il tuo stile di vita, si senta intimidata o giudicata (sebbene non sia il tuo obiettivo), ma questa è una condizione che riguarda il suo cuore. Non smettere dei amarla con cuore sincero e di avvicinarti ad essa con naturalezza.
3. “Non ascolti chi non la pensa come te”
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Questo pregiudizio è l’altro lato della medaglia del “non ragionare su ciò che si pensa”. Se in un dibattito l’interlocutore si limita a ripetere un discorso senza rispondere alle repliche degli altri, è naturale pensare che quella persona non è capace di ascoltare. Come cristiani non dobbiamo avere paura di ascoltare: questo ci permette di conoscere la persona che abbiamo di fronte e di comprendere da dove vengono le idee che ci propone. In un dibattito su Dio e la verità, quello che importa di più (come in qualsiasi altro caso) è di essere strumenti di Dio, piuttosto che di avere ragione. Ricordati che il mondo cambierà in molti modi e non necessariamente attraverso la tua opinione (per quanto corretta possa essere).
Citando nuovamente le parole di Papa Francesco:
«Gesù rivoluziona e scuote con forza quella mentalità chiusa nella paura e autolimitata dai pregiudizi … per permettere alla “sua misericordia, abbraccia e accoglie reintegrando e trasfigurando il male in bene, la condanna in salvezza e l’esclusione in annuncio”».
4. “Sei noioso”
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A seconda dei mezzi che si hanno, il concetto di “divertimento” può essere diverso; in ogni caso non credo di sbagliarmi se affermo che oggi questo concetto è abbastanza legato alla mancanza di controllo, nelle sue varie espressioni (alcol, droga, ecc.). L’incontro con Cristo cambia la vita in ogni aspetto; getta un fascio di luce su ogni area della vita dell’uomo e, tra le tante, anche quella del divertimento.
Nulla impedisce a un cristiano di divertirsi in una discoteca, o di gustare dell’alcol, Gesù stesso ha partecipato a un matrimonio a Cana in cui ha lui stesso trasformato l’acqua in vino (salute!), ma è il motivo per cui lo si fa che deve essere diverso. Un cristiano deve essere allegro! In nessuna situazione è necessario lasciarsi andare agli eccessi. Divertiti, fa conversazione, balla e tira fuori il meglio da ogni situazione. Noi cristiani abbiamo ancora oggi motivi per essere sempre incoraggiati. Non dimenticarlo.
Ugualmente, se nelle feste non ti diverti più di tanto, non vergognarti di proporre programmi alternativi per divertirti e lascia perdere lo «status quo». Ti assicuro che a ogni persona piace qualcosa di diverso: a chi piace cucinare, a chi fare escursioni, a chi giocare a biliardo, a chi andare a ballare, ecc. A volte c’è solo bisogno che qualcuno prenda l’iniziativa.
5. “Bisogna essere perfetti”
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Finalmente, il punto più importante (credo). La società esige coerenza ed eccellenza, supponendo che bisogni avere come bandiera le grandi virtù della carità, della pazienza e della bontà. Aspettandosi che, come il cristiano che dici di essere, tu debba seguire una tabella con tutti gli insegnamenti della Chiesa e che non ti ponga alcuna domanda. Il problema è (e tu lo sai meglio di chiunque altro) sempre quello di cadere. La confessione è un sacramento da fare con regolarità perché sì, ti sbagli, pecchi e fai cose scorrette.
La cosa importante è che te ne rendi conto: non sei perfetto. È vero che come cristiano dovresti provare a vivere la tua vita essendo la migliore versione di te stesso e che dovresti essere entusiasta di poter essere un altro Cristo sulla terra, ma nello stesso tempo sei anche polvere, un umano debole che senza Dio non può far nulla.
Non temere il pubblico ludibrio quando ti sbagli, conosci la solita frase: “Santo non è chi non cade mai, ma chi si rialza sempre”. Il modo migliore affinché la società lasci questo pregiudizio è di vivere ogni giorno la virtù e l’umiltà. Cerca di non porti come un modello da seguire, non indurre gli altri a ritenerti perfetto, vivi la modestia, la moderazione e la semplicità e vedrai che sarai sempre più libero di pentirti e di aiutare coloro intorno a voi a vederlo più chiaramente.
In conclusione: sì, il cammino è difficile (già lo sapevamo), possiamo affrontare periodi negativi che mettono a dura prova la nostra pazienza. Ma è importante tenere a mente che quella conversazione con una tale persona potrebbe essere il momento in cui il nostro stile di vita le fa porre determinate domande. Quindi, amare è la prima cosa.
[Traduzione dallo spagnolo a cura di Valerio Evangelista]