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5 motivi per rimanere a Messa fino alla fine

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Jeffrey Bruno/Aleteia

Suor Theresa Aleteia Noble - pubblicato il 26/04/16

Speriamo che il parroco e gli amici non notino se ce ne andiamo prima, ma Qualcuno se ne accorge

La maggior parte di noi l’ha fatto probabilmente almeno una volta o due.

Ci precipitiamo verso la porta a testa bassa dopo aver ricevuto la Comunione perché abbiamo qualcosa di importante da fare.

Speriamo che il parroco e gli amici non se ne accorgano, e forse è così. Ma Qualcuno lo nota.

Come suora che si è spostata abbastanza, sono sorpresa dalle differenze che si riscontrano nelle parrocchie di diverse zone del Paese. Vengo dall’Oklahoma, e lì è raro vedere qualcuno che se ne va dalla Messa prima che sia finita. Ho vissuto in California, e nella parrocchia che frequentavo la gente arrivava tardi e a volte andava via prima. Ora vivo nel Nord­Est degli Stati Uniti e sono sorpresa dal numero di persone che lasciano la Messa prima del termine. Questi trend dipendono anche dalla parrocchia. È un fenomeno interessante. Non mi interessano i casi isolati, ma quando metà dei parrocchiani si defila verso il parcheggio prima che finisca il canto finale mi rattrista un po’.

A volte vorrei correre dietro alle persone che vedo uscire scattanti dalla chiesa appena lasciata la fila per ricevere la Comunione, scuoterle e dire: “Hai Gesù dentro di te! Prenditi un minuto per parlargli, per ringraziarlo, per amarlo!”

Avete bisogno di motivazioni per rimanere un po’ di più per assistere a tutta la Messa? O forse ne ha bisogno qualcuno che conoscete?

Ecco qualche motivo per il quale io rimango fino alla fine della Messa (al di là del fatto che sono una suora e sarebbe piuttosto scandaloso se me ne andassi dopo la Comunione ogni domenica):

1.La Comunione riguarda il comunicarsi: quando riceviamo la Comunione, riceviamo Gesù stesso. Quando mangiamo e scappiamo via è come andare a far visita a un amico e nel momento in cui questi riesce a sedersi con noi saltare in piedi e imboccare la porta dicendo: “È stato bellissimo passare del tempo con te, ci vediamo la prossima settimana!” La Comunione riguarda il fatto di stare in comunione con il nostro Signore e Salvatore. Per comunicarci, dobbiamo davvero assaporare questo momento speciale e prenderci qualche istante per stare con Lui.

2. Non è bello essere maleducati: prima della Messa in convento abbiamo mezz’ora di meditazione silenziosa sul Vangelo. A volte arrivo in ritardo. Entro rapidamente a testa bassa, imbarazzata per il fatto che chiunque possa vedere che ho dormito troppo. Di recente ho capito che la motivazione per arrivare in tempo dovrebbe essere non evitare l’imbarazzo, ma il fatto che sto andando a vedere Gesù. Perché spesso ci preoccupiamo più delle reazioni degli altri che del fatto che stiamo con Gesù? Scappiamo via perché abbiamo tante cose da fare, ma perché è tanto facile arrivare tardi e andare via presto quando è il Creatore dell’Universo che aspetta di vederci?

3. La Messa non è una delle tante attività nella lista delle cose da fare. Spesso, quando vedo le persone scappare via dalla Messa, sembra che stiano facendo una crocetta su un’attività sulla loro lista, come per dire “Fatto!” La vita cristiana non è una lista di cose da fare, ma un invito ad essere in relazione con Dio. Se andiamo a Messa per puro senso del dovere potremmo sicuramente evitare il peccato mortale, ma tirare avanti a malapena evitando i peccati mortali non è la chiamata della nostra vita spirituale. Siamo chiamati a molto di più. Siamo chiamati a una relazione, alla santità, alla trasformazione.

4. La benedizione finale è importante: il giorno dell’Espiazione, Zaccaria, il padre di Giovanni il Battista, ha avuto l’onore di andare nel sancta sanctorum nel giorno in cui l’angelo gli aveva detto che lui e sua moglie avrebbero avuto un figlio. Le persone aspettavano con ansia fuori che desse loro una benedizione dopo aver offerto l’incenso. Quando Zaccaria esce muto perché non aveva creduto al messaggio dell’angelo, la mancanza di una benedizione amplifica il disonore e la tragedia della perdita della voce. Sono certa che la gente se ne sia tornata a casa assai delusa. Le benedizioni sono preziose. Quando un sacerdote, che in virtù della sua ordinazione è configurato a Cristo, dà la sua benedizione finale, siamo benedetti da Dio stesso. Se Gesù fosse lì pronto a darci una benedizione prima che usciamo dalla Messa per tornare nel mondo, non l’aspetteremmo?

5. Si ottiene PIÙ grazia: secondo il Catechismo, “i frutti dei sacramenti dipendono anche dalle disposizioni di colui che li riceve” (CCC 1128). I sacramenti hanno potere di per sé, ma quanto di questo potere filtra nella nostra anima e si sviluppa nella nostra vita dipende dalla nostra disposizione. Se dopo la Comunione ci precipitiamo fuori dalla chiesa, è molto probabile che questa disposizione non sia tale da renderci consapevoli del fatto strabiliante che stiamo consumando il corpo, il sangue, l’anima e la divinità di Dio stesso. È una questione di gran peso, e merita una disposizione di notevole rispetto, non fosse altro perché abbiamo bisogno di tutta la grazia che possiamo ottenere.

Vi vengono in mente altre ragioni? Mi piacerebbe moltissimo conoscerle!

Lasciatele nello spazio dedicato ai commenti!

Suor Theresa Aletheia Noble, fsp, è autrice di The Prodigal You Love: Inviting Loved Ones Back to the Church. Di recente ha pronunciato i primi voti con le Figlie di San Paolo. Ha un blog su Pursued by Truth.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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