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Benedetto XVI: un “grande riformatore”? Sì, e anche uno stabilizzatore

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catwalker / Shutterstock.com

Elizabeth Scalia - Aleteia - pubblicato il 21/04/16

Per quasi 40 anni, Joseph Ratzinger è stato l'ancora della barca di Pietro

Anche se va contro tutto ciò che dicono i media, sarebbe difficile per chiunque essere in disaccordo con l’opinione di John Allen [noto vaticanista negli USA, NdT] secondo la quale papa Benedetto XVI, eletto pontefice 11 anni fa, è stato un papa di riforme consistenti seppur poco appariscenti.

Vale la pena di leggere l’articolo di Allen, soprattutto per piccole sorprese come questa:

Anche se papa Francesco viene giustamente lodato per la sua umiltà e la sua semplicità, la verità è che Benedetto XVI ha contribuito in modo significativo alla “demistificazione” dell’officio papa ben prima che Francesco apparisse sulla scena.Ecco un esempio. Poco dopo la sua elezione, Francesco è tornato alla Casa del Clero di Roma nella quale aveva alloggiato prima del conclave per farsi la valigia e pagare il conto, un episodio che è diventato parte della sua immagine di “uomo del popolo”.Benedetto, tuttavia, aveva fatto lo stesso 11 anni fa, tornando nel suo appartamento per fare le valigie e poi andando a ringraziare le suore che vivevano nell’edificio per essere state dei buoni vicini. In altre parole, Benedetto è sempre stato umile come il suo successore – e in qualche modo indubbiamente anche di più –, anche se questo non è sempre trapelato dalla sua immagine pubblica.

Allen difende bene l’idea che Benedetto abbia fatto sufficienti mosse audaci ma non troppo apprezzate per essere definito un “riformatore”, ma l’ho sempre visto più come un grande stabilizzatore – come se i pontificati di Giovanni Paolo II e Francesco fossero imbarcazioni tenute salde dalla robusta ancora di Benedetto.

Giovanni Paolo II sarebbe stato libero di essere Giovanni Paolo II – e tutto quello che è diventato per il mondo – senza la sicurezza che Joseph Ratzinger svolgesse il suo compito in modo così regolare? Giovani Paolo II è stato il papa “pellegrino”, viaggiando come mai prima, diventando il primo “papa rock star” e scrivendo trattati filosofici densi e spesso impenetrabili, mentre Benedetto lo sosteneva in silenzio, scriveva e insegnava con grande chiarezza teologica, si rapportava alla politica della Curia e alle questioni dottrinali e portava sulle spalle grandi responsabilità, soprattutto quando Giovanni Paolo II ha raggiunto l’apogeo.

E ora penso che Benedetto sia l’ancora di Francesco – che non sarebbe neanche il successore di Pietro se Benedetto non avesse letto i segni dei tempi e non avesse capito che nessuno ascoltava più, che era necessario qualcosa di quasi impensabile per “resettare” la narrazione e scuotere le idee del mondo. Sto ancora analizzando le lezioni di fiducia e discernimento che Benedetto ha modellato per noi quando ha messo tutta la Chiesa – e per estensione il mondo intero – sulla via dello Spirito Santo. Francesco cita spesso Benedetto, facendo riferimenti alle sue opere. Forse meglio di chiunque altro comprende il peso di ciò che ha fatto Benedetto, e il motivo.

Alcuni potrebbero farsi beffe dell’idea che Benedetto sia uno “stabilizzatore”, quando le sue dimissioni ci hanno portato un papa tanto ansioso di “sconvolgere tutto”, ma Benedetto, il grande insegnante, ha dimostrato con le sue azioni una fiducia implacabile nello Spirito Santo, la sua fede nell’intervento di Dio in ogni aspetto e che, come ha detto San Filippo Neri, tutti gli obiettivi di Dio concorrono al bene, e anche se non sempre riusciamo a capirlo possiamo fidarci.

Benedetto ha fiducia. Le sue azioni parlano della fiducia nel fatto che la Chiesa non crollerà per le azioni di un singolo uomo, o anche per l’assalto delle idee, perché Cristo ci ha detto che non accadrà.

Giovanni Paolo, Benedetto e Francesco sono tutti uomini che hanno avuto un forte impatto sul mondo, sia sacro che secolare, forse più di quanto riusciamo a capire. Mi sembra però che Joseph Ratzinger/papa Benedetto sia stato unico per il fatto di aver dato alla Chiesa qualsiasi sostegno necessario; in ogni compito che ha svolto è stato il lavoratore costante e impegnato che faceva in silenzio quello che doveva essere fatto, non chiedendo niente. È stato l’asse profondamente ancorato, stabile e ampiamente non apprezzato intorno al quale potevano girare due pontificati dinamici.

Quando un asse centrale è solido e ben ancorato tende ad essere trascurato, perché sta semplicemente facendo quello che ci si aspetta che faccia, come probabilmente il profondamente umile Benedetto sarebbe il primo a dire.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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