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5 consigli per chi si sente spiritualmente arido

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Catholic Link - pubblicato il 15/04/16
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di Ruth Baker

Tutti coloro che hanno una vita spirituale attiva lo sperimentano, prima o poi, quando le difficoltà e la disperazione hanno la meglio, i dubbi diventano asfissianti e Dio ci sembra distante.

Ci sembra impossibile pregare e a prescindere dalla durata dell’aridità spirituale, non c’è dubbio che può essere un periodo particolarmente doloroso e avvilente. Se è questo ciò che stai passando ora, ecco cinque consigli per aiutarti e per ricordarti che non sei solo.

Stiamo pregando per te.

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1. Non andare nel panico

Persone diverse reagiscono in modo diverso all’aridità spirituale. Per alcuni è un periodo di apatia e di immobilismo. Altri invece hanno delle reazioni eccessive e provano ad accumulare preghiere su preghiere, il che si aggiunge allo stress che stanno già vivendo. L’aridità può anche avere vari livelli di intensità. A volte può scaturire da un dolore profondo, altre invece è semplicemente il segno che la nostra fede sta maturando. La cosa principale è non andare nel panico. Prova a non cadere in questi due estremi. Non devi né arrenderti del tutto, né tentare di fare ulteriore ginnastica spirituale per ‘sistemare le cose’. Prendi atto della situazione e procedi con grazia. Non disperare!


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2. Torna all’essenziale

La preghiera è spesso la cosa più attaccata durante un periodo di aridità spirituale. Forse la routine ti impedisce di pregare, forse stai provando a fare più del dovuto, forse hai letto qualcosa che ti ha indisposto oppure ti senti schiacciato da tutte le cose che pensi tu debba fare. Torna all’essenziale e fa’ solo ciò che puoi fare in questo momento e fallo al meglio (anche se tu non pensi sia ben fatto, non è questo il punto!). Non tentare a tutti i costi di tornare ai fasti dell’ultima volta in cui la tua vita di preghiera era meravigliosa. Rivolgiti al Vangelo, leggi le parole di Cristo, prega una semplice decade del Rosario ogni giorno oppure impegnati a fare una preghiera alla mattina e una alla sera. Ciò che conta è la qualità, non la quantità. Forse ti mancano le parole per pregare, ormai. Sii quieto e in silenzio. Prega il Padre Nostro molto lentamente. Chiedi allo Spirito Santo di pregare attraverso di te. Dio è infinitamente paziente e opererà attraverso di te in modi che non conosci. Non avere paura di diventare di nuovo come un bambino. (Matteo 18:3)

3. Chiedi aiuto

È possibile che tu stia sperimentando questa aridità a causa di una sofferenza di fondo. Forse tu sai esattamente cos’è o forse sei solo consapevole che qualcosa non va come dovrebbe. Ad ogni modo, così come si va dal dottore per farsi controllare alcuni sintomi preoccupanti, potrebbe essere molto utile prendere un appuntamento con un prete, un religioso oppure qualcuno di saggio che ha molta fede e di cui ti fidi. Una persona esterna potrebbe essere in grado di identificare ciò che ti affligge, rassicurarti o aiutarti ad accelerare il processo di guarigione interiore. Condividere un tuo problema è un atto molto potente, perché è nel silenzio che i problemi proliferano. Una volta che dichiari come stanno le cose, qualcosa cambia. Il potere del problema diminuisce. La cosa più difficile è di uscire dalla comfort zone quando ci si sente spiritualmente vulnerabili. Forse ci sono mille voci nella tua testa che ti dicono che il tuo problema è troppo piccolo o che non meriti alcun aiuto. Non ascoltare queste voci! Devi avere il coraggio di parlare.


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4. Non scappare dalla tua situazione

Probabilmente la parte più difficile è restare dove si è, quando si vive un momento di aridità spiritual. Quando c’è qualcosa che non ci fa stare bene, vogliamo scappare da tutto quanto. Quando il tempo dedicato alla preghiera scende ogni giorno di più, sembrerebbe logico voler pregare sempre di meno. Ma ignorare la situazione la rende semplicemente più forte e provare ad anestetizzare il dolore porta soltanto a dei meccanismi che non hanno niente di sano. Soltanto stando a contatto con la situazione di disagio noi potremmo identificarla, affrontarla e poi finalmente superarla. La sofferenza deve essere un viaggio – ha un termine – non è la destinazione. Abbiamo bisogno del sostegno degli altri e dobbiamo voler superare il problema. Solo così possiamo proseguire il viaggio e fronteggiare la tempesta.


5. Sappi che Dio usa anche questo tempo difficile

Dio usa questi periodo nello stesso modo efficace in cui usa i momenti “buoni”. Un periodo di apatia e lotta vale forse di meno di un periodo in cui ti senti pieno di gioia e doni spirituali? Forse ti sembra che sia così, perché la mancanza di comunicazione con Dio è il vuoto più assoluto che ci sia. Ma è un tempo di crescita, non di fallimento. È soltanto col senno di poi che possiamo vedere quanto abbiamo davvero imparato da una situazione dolorosa. Nonostante si riferisca alla solitudine, Henri Nouwen propone un’analogia eccellente nel suo libro The Wounded Healer:
“Ma più penso alla solitudine, più penso che le sue ferite siano come il Grand Canyon – una profonda incisione sulla superficie della nostra esistenza che è diventata un’inesauribile fonte di bellezza e comprensione di sé”.
Lo stesso può essere detto dell’aridità spirituale. Per quanto possa essere dolorosa, ha il potenziale di aprirci a così tante cose, di insegnarci così tanto! Potenzialmente può persino dare vita. Dopotutto, le più belle oasi si trovano nel deserto. Tutto ciò che ci viene chiesto è di rapportarci all’aridità nel migliore modo possibile, lasciando il resto nelle mani di Dio. Leggi Esodo 14:14: “Il Signore combatterà per voi, e voi starete tranquilli”.
QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE
[Traduzione dall’inglese a cura di Valerio Evangelista]

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