Si tratta di un documento che fa parte del Magistero infallibile oppure ordinario?
Ci scrive un lettore: “Se ho ben capito, l’ultima Esortazione Apostolica di Papa Francesco Amoris Laetitia sarebbe Magistero ordinario e in quanto tale avente un grado di “certezza”, ma non di assoluta infallibilità… giusto?”.
La stessa domanda in questi giorni ci è stata posta da numerosi lettori che vogliono comprendere meglio il valore da attribuire al documento del Papa.
Tra i più autorevoli esponenti della Chiesa Cattolica, si è espresso il cardinale Raymond Burke. Secondo il porporato americano, in questa Esortazione apostolica, “il Santo Padre sta proponendo ciò ritiene personalmente la volontà di Cristo per la sua Chiesa, ma egli non ha intenzione di imporre il suo punto di vista né di condannare coloro che insistono su quella che lui chiama ‘una cura pastorale più rigida’. La natura personale cioè non magisteriale del documento è evidente anche nel fatto che i riferimenti citati sono principalmente alla relazione finale della sessione del Sinodo dei Vescovi 2015, e agli indirizzi e alle omelie dello stesso papa Francesco. Non vi è alcuno sforzo costante di mettere in relazione il testo, in generale, o queste citazioni con il Magistero, i Padri della Chiesa e altri autori provati”(National Catholic Register, 11 aprile).
LA CONDIZIONE DELL’INFALLIBILITA’
Il teologo dogmatico della Lumsa Antonio Sabetta ci spiega: «L’infallibilità c’è solo se il papa dice esplicitamente ‘dichiaro solennemente, con l’autorità datami da Cristo che..’. Dato il tema, più pastorale che morale, è alquanto improbabile se non nulla la probabilità che si tratti di Magistero infallibile anche se, essendo magistero ordinario, chiede rispetto e accoglienza. Cioè ogni cristiano dinanzi ad una pronunciamento del Magistero ordinario è chiamato ad accogliere ciò che esso dice e a confrontarsi con esso».
CERTEZZE E CONSIGLI
Dunque come dovremmo accogliere la Amoris Laetitia? Il fatto di non essere un documento infallibile ne sminuisce il valore? Il teologo domenicano Giovanni Cavalcoli ha detto ad Aleteia che«nel documento del Papa vi sono dati di fede dogmatici e morali e certezze razionali, insieme con indicazioni o consigli pastorali. I primi vanno accolti con sicurezza. Invece, riguardo ai secondi, il Papa può esprimere opinioni discutibili».
Sul primo fronte «essa ribadisce le verità fondamentali di ragione e di fede, che riguardano il matrimonio e la famiglia, ne delinea le caratteristiche, le finalità e le proprietà così come le ha volute il Creatore, il Quale, mediante la missione e l’opera di Cristo, ha concesso alla Chiesa e alla società civile di legiferare con più precisione in materia, a seconda dei tempi e dei luoghi, tenendo conto della fragilità e peccaminosità umana conseguente al peccato originale, al fine di assicurare il più possibile alla famiglia il massimo dell’esercizio delle virtù, soprattutto della carità, che sboccia nella laetitia amoris» (Isola di Patmos, aprile 2016).
Sul secondo fronte, «il Papa mette altresì a confronto la vera e sana concezione della famiglia con certe idee, abitudini e pratiche aberranti e malsane, che contrastano col piano del Creatore, la giusta concezione dell’uomo e della donna, la retta ragion pratica, il progetto di Cristo, le leggi della Chiesa, il bene della società civile, il progresso umano e la stessa vera felicità della coppia, impedendo la laetitia amoris».
Quanto al linguaggio, chiosa Cavalcoli, «occorre fare attenzione, perché a volte non è chiaro ed ha bisogno di essere interpretato».
PRESUNTO “DISORIENTAMENTO”
Se noi credenti abbiamo il dovere di «confrontarci» con un pronunciamento di Magistero ordinario, e se il Papa all’interno di tale documento accosta «dati di fede» a «consigli pastorali», allora «in che senso questo testo richiede non solo la nostra attenzione di credenti battezzati, bensì il nostro assenso?».