Nell'Esortazione tutta la bellezza e la scommessa del formare una famiglia oggi, con realismo ma anche fiducia
di Gianni Valente
Occorre «accogliere la realtà così come viene», ripete sempre Papa Francesco. Questo criterio viene applicato anche nell’Esortazione apostolica Amoris Laetitia, dove il Vescovo di Roma ha offerto un orientamento magisteriale al cammino di riflessione sinodale iniziato dalla Chiesa nel 2013 sulla questione delicata e cruciale del matrimonio e della famiglia. Nel documento papale non c’è una teoria e tanto meno una “teologia” della famiglia. A muovere tutto è la sollecitudine pastorale di nutrire con la luce del Vangelo la vita delle famiglie reali, così come sono, mostrando al mondo che «l’annuncio cristiano che riguarda la famiglia è davvero una buona notizia» (§1).
L’urgenza che vibra nel testo non è quella di ridire la «verità» metafisica sulla famiglia, di rimarcare paletti dottrinali, semplicemente perché la dottrina del matrimonio entro cui il testo si muove è quella di sempre, delineata già in precedenti pronunciamenti papali, compresi la Humanae vitae di Paolo VI e la Familiaris Consortio di Giovanni Paolo II (abbondantemente citati). Per gli appassionati del genere agenda liberal/agenda conservative, l’Esortazione apostolica ripete senza patemi d’animo che le coppie gay non sono famiglia, e non mette in discussione i precedenti pronunciamenti papali sulla contraccezione. Riconosce invece che «per molto tempo abbiamo creduto che solamente insistendo su questioni dottrinali, bioetiche e morali, senza motivare l’apertura alla grazia, avessimo già sostenuto a sufficienza le famiglie, consolidato il vincolo degli sposi e riempito di significato la loro vita insieme». (§37). La scommessa da cui muove il testo papale è un’altra: far intravedere il tesoro desiderabile di bellezza, grandezza umana e gratuità che vive almeno potenzialmente in ogni relazione familiare. E suggerire la sorgente che la nutre, e cosa la può custodire.
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