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Il giorno in cui ho baciato il papa…

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su gentile concessione di Judy Landrieu Klein

Judy Landrieu Klein - pubblicato il 07/04/16

... e mi è sembrato di baciare un padre amatissimo

Ci siamo alzati all’alba in un splendida mattinata romana per indossare i nostri vestiti nuziali e arrivare presto in Piazza San Pietro, come ci era stato detto di fare. Per nostra sorpresa e per la gioia di mio marito Mark, mi era stato dato il permesso di vedere il nostro matrimonio benedetto da papa Francesco al secondo tentativo – dopo che la nostra prima richiesta per la benedizione degli sposi novelli era stata respinta perché eravamo sposati da “troppo tempo”.

Il Vaticano in genere richiede che gli sposi novelli si presentino per ricevere la benedizione papale entro due mesi dalle nozze, ma è stata fatta un’eccezione dopo che abbiamo spiegato che l’uragano Isaac aveva inondato la nostra casa in Louisiana, provocando un ritardo di un anno nella nostra luna di miele. Quella è stata solo una parte della pazza storia del miracolo del nostro matrimonio e del pazzo miracolo di vederlo benedetto dal papa.

Mai sposato prima, Mark aveva vissuto all’estero come missionario cattolico per 27 anni, 23 dei quali trascorsi in una comunità a Roma. Dopo 25 anni di matrimonio io ero vedova da due anni, e francamente mi aspettavo di rimanere single per il resto della mia vita.

Tutto è cambiato quando le nostre strade si sono incrociate nella cappella dell’adorazione della mia parrocchia, dove la Provvidenza aveva condotto Mark dopo il suo recente ritorno in America. Ci siamo sposati un anno e mezzo dopo, e nel 2013 siamo andati a Roma per il nostro primo anniversario per rivedere i luoghi preferiti di Mark e vedere il papa appena eletto, l’uomo che presto sarebbe diventato “il leader più popolare del mondo”.

Mark ed io non avevamo idea di cosa aspettarci quel giorno, perché la benedizione degli sposi novelli è una cosa avvolta nel mistero, che suscita emozione ed eccitazione. Virtualmente ai partecipanti non viene data alcuna informazione su quello che succederà, dicendo solo di arrivare alle 7.00 e di ottenere l’ingresso a una sezione speciale di posti per l’udienza del mercoledì, più l’avviso di portare snack e acqua per ingannare la lunga attesa.

Siamo stati seduti per cinque ore davanti alla basilica di San Pietro sotto quello che a mezzogiorno era ormai un sole cocente. Cercando di fare del nostro meglio per rimanere freschi (e non far colare il sudore sul nostro vestito di nozze), sorseggiavamo l’acqua e ci picchiettavamo con dei fazzolettini il viso umido mentre condividevamo allegramente storie matrimoniali con le altre coppie presenti.

Alla fine papa Francesco è apparso sulla papamobile e ha attraversato la folla radunata in Piazza San Pietro prima di prendere posto sul palco direttamente davanti a noi. Dopo aver pronunciato un discorso in italiano sul fatto che la Chiesa è nostra Madre, che Mark mi ha gentilmente tradotto all’orecchio, il papa ha impartito una benedizione generale alle migliaia di presenti prima di farsi largo attraverso la folla, stringendo la mano a centinaia di fedeli nell’ora successiva. Si erano fatte le 13.30, e non eravamo ancora sicuri del fatto che lo avremmo incontrato.

Quando le guardie vaticane ci hanno poi detto di metterci in fila in ordine, il nostro cuore ha sobbalzato. Papa Francesco è venuto nella sezione riservata agli sposi novelli e ha iniziato a salutare ciascuna delle circa cento coppie che erano lì, offrendo personalmente a ogni persona in dono un rosario benedetto.

Quando è arrivato il nostro turno, il papa ha teso la mano per stringere la mia, e io spontaneamente mi sono sporta e l’ho baciato sulla guancia. Sono stata pervasa da un’ondata di panico pensando immediatamente: “Non penso che avrei dovuto farlo!”, ma il papa era piuttosto a suo agio, sorrideva calorosamente mentre mi teneva le mani e mi guardava negli occhi. Poi si è girato verso Mark e ha parlato per circa dieci minuti con lui in spagnolo (il papa non parla inglese, ed è stato abbastanza complicato per lui pronunciare tanti discorsi in inglese durante la sua visita negli Stati Uniti).

Mark ed io siamo rimasti molto meravigliati del fatto che il papa fosse estremamente attento a quello che dicevamo, come se fossimo le uniche persone di tutto il pianeta a stare lì con lui, come se non avesse altro da fare se non stare in piedi sotto il sole in una delle piazze più affollate della terra chiedendoci della nostra vita.

“È un papa che ci introduce in uno stile nuovo. Ha abbandonato i rituali, le formalità cortigiane… In qualche modo, colpisce molto. No? Qualche ragazzo, qualche ragazza dice: ‘sembra un parente’. Per dire che cosa? C’è una vicinanza, una prossimità. Io mi sento accolto esattamente come mi accoglie uno di famiglia”, ha detto di papa Francesco monsignor Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede, in un’intervista sul suo nuovo libro, Fedeltà è cambiamento.

Posso attestare che è vero. Ho baciato il papa e mi è sembrato di baciare un padre amatissimo. Il successore di Pietro mi ha poi guardato negli occhi – ha guardato dentro di me, attraverso me, con gli occhi penetranti di Gesù Cristo. Raramente mi sono sentita guardata così da un altro essere umano in tutta la mia vita, e non dimenticherò mai questa esperienza. È sicuramente lo stesso sguardo che attirava le persone a Gesù.

“Per favore, pregate per me”, ha detto il papa sinceramente al termine della nostra conversazione.

E da allora l’ho fatto ogni giorno. Proprio come prego per mio padre.

Judy Landrieu Klein è autrice, teologa, oratrice, vedova e da poco risposata. Il suo libro, Miracle Man, è stato un bestseller di Amazon Kindle nella sezione dedicata al cattolicesimo. Il suo blog, “Holy Hope”, si può trovare su MemorareMinistries.com.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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