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L’incontro tra il Papa e il bambino con Sindrome di Down

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© Antoine Mekary / ALETEIA

Il Papa saluta il bambino affetto da Sindrome di Down

Ary Waldir Ramos Díaz - pubblicato il 06/04/16

Ah bene, è Francesco... batti cinque!

Nell’udienza generale di mercoledì 16 marzo è passato quasi inosservato un gesto delicato che Papa Francesco ha fatto nei confronti di un bambino affetto da Sindrome di Down, in mezzo alla folla di Piazza San Pietro.

Un gesto semplice ma profondo, pieno di rispetto e dignità. Con un messaggio che riflette pienamente lo spirito della giornata mondiale sulla Sindrome di Down celebrata il 21 marzo.

Il Papa saluta il bambino affetto da Sindrome di Down
© Antoine Mekary / ALETEIA
Il Papa saluta il bambino affetto da Sindrome di Down

Papa Francesco si avvicina gradualmente al bambino, con la complicità del padre che lo tiene in braccio, e gli porge la mano senza toccarlo, senza invadere quello che in psicologia sociale si chiama “spazio vitale”.

Ah, è Francesco... va bene!
Ah, è Francesco... va bene!

Francesco tende la mano con le dita fino a pochi centimetri dal palmo della mano del bambino, che osserva disorientato quello strano uomo vestito di bianco, sorridente e in attesa di mostragli amicizia… Il bambino lo guarda e lo scruta sibilino per poi, finalmente, dire: “Ah bene, è Francesco, batti cinque!”

E finalmente... batti cinque!
E finalmente... batti cinque!

Prima di toccare la mano del bambino, in quei pochi centimetri di distanza, è presente un universo di rispetto e di considerazione per colui di cui vale la pena guadagnare la fiducia, non importa se l’interlocutore è il Papa in persona.

Quella data particolare istituita per ricordare la caratteristica congenita della trisomia 21, che determina la Síndrome di Down, è un buon momento per considerare questo piccolo gesto del papa che mostra un mondo di tolleranza, amore e desiderio di accogliere tutte le persone, specialmente quelle diversamente abili.

Non è la prima volta che il Papa fa questi gesti di tenerezza verso le persone diversamente abili: durante l’incontro con i giovani nello stadio di Morelia (Michoacán) in Messico, ha portato due ragazze affette da Sindrome di Down che non avevano il coraggio di accettare l’invito. Il video mostra il momento in cui il Pontefice offre la propria vicinanza paterna al bambino.

In questo senso, e in questo giorno, diventa fondamentale l’appello a un sistema educativo basato sui principi della normalizzazione, dell’integrazione e dell’inclusione, secondo quanto confermato dall’UNESCO nel 1996; l’istruzione può essere un fattore di coesione sociale se si cerca di trasformare la diversità in un fattore positivo.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Valerio Evangelista]

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