di Sangeetha Bonaiti
C’era una volta, 31 anni fa circa, una donna curva sul suo dolore. Quel dolore inspiegabile che prova solo chi sente che il momento che il figlio che porta in grembo sta per nascere. Quella donna era mia madre…mi fece nascere in ospedale e poi morì. In India in quegli anni si moriva ancora per il parto. C’era una volta, circa un anno e mezzo dopo, una donna, italiana alla quale una telefonata dall’ India scombussolò la vita. Quella era mia mamma, la mia meravigliosa e unica mamma. C’era una volta, dopo circa trent’anni, una donna, una madre di tre bambini meravigliosi.
Tutti avevano soggiornato per nove mesi ciascuno nel suo grembo. E lì dentro era avvenuto il miracolo. E poi anche lei aveva provato quel dolore di chi sa che quei figli custoditi e curati dentro di lei sarebbero nati di lì a poco. C’è ora una donna, moglie e madre che pensa ancora a come sarebbe stato incontrare e conoscere la sua madre indiana. Quella donna che l’ ha portata in grembo a l’ha data alla luce! A lei sarà grata per sempre. E poi c’è sua mamma adottiva. La vita a quella grande donna ha chiesto pazienza e fede. Si sposa. Desiderano dei figli e dopo 6 anni i figli ancora non arrivano. Niente! Nisba! Nada! Dolore, frustrazione, solitudine. Ma una luce, un amico comune che li sostiene e propone loro un cammino. “Non si adotta un figlio per una mancanza che vivete, ma per una sovrabbondanza”. “Non è il momento giusto per voi. Aprite la porta di casa e imparate ad accogliere chi ha bisogno.” .
I due, tristi, ma fiduciosi nell’amico, si coinvolgono nella vita che c’è intorno a loro, aiutano ragazzi a studiare, ospitano persone che hanno parenti ricoverati in ospedale, in casa loro. Aprono il cuore. Non sono più ripiegati sul loro dolore, ma vivono e sperimentano che esiste un modo di essere madre e padre di tutti quelli che incontrano! Finché tornano dal loro amico, raccontano quel che hanno vissuto e lui dice loro che sono pronti per adottare un bimbo!
E ora la donna che sta scrivendo e quella bimba che è in lei, pensa a quante volte (da quando ne ha coscienza) ha chiesto al Cielo perché mai sia stata lasciata sola, in quell’ospedale quando è nata…e chissà che bella che era sua madre e chissà cosa le piaceva fare.