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La morte civile della vergogna che paralizza

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Shutterstock/MarinaP

padre Robert McTeigue, SJ - pubblicato il 01/04/16

È il momento di mettere da parte il sudario: lezioni dalla tomba vuota di Cristo

Qual è la verità più importante affidata alla Chiesa? La dichiarazione “Cristo è risorto!” È il fatto più significativo nella storia della creazione.

Visto che Cristo è risorto, il passato può essere guarito. Dal peccato di Adamo alla nostra epoca, la resurrezione è la dichiarazione divina per cui il male non è la forza più grande nella storia umana.

Visto che Cristo è risorto, non bisogna temere il futuro. La resurrezione è la dichiarazione divina per cui la speranza per il futuro non è solo una pia illusione. Cristo, Dio­uomo, ha aperto le porte del paradiso e anche ora intercede per noi presso il nostro Padre celeste. La promessa della resurrezione è quella di poter vedere il volto di Dio e vivere.

Visto che Cristo è risorto, il presente può essere pieno di vita. La resurrezione è la dichiarazione divina che possiamo svegliarci dai nostri brutti sogni per vedere che non siamo orfani ma figli adottivi, eredi amati di un regno. In ogni momento presente ci viene offerta una grazia sufficiente a rifiutare Satana e a ricorrere al nostro Padre celeste.

Passato, presente e futuro, fino all’eternità – non c’è momento della creazione non toccato dalla resurrezione di Cristo. Chi più di Fulton Sheen ha espresso nella nostra epoca questa verità in modo più succinto e al tempo stesso eloquente?

“La croce ha posto le domande, la resurrezione vi ha risposto… La croce ha chiesto: ‘Perché Dio permette il male e il peccato per inchiodare la giustizia a un albero?’ La resurrezione ha risposto: ‘Avendo quel peccato dato il peggio, potrebbe esaurirsi ed essere così vinto dall’amore, che è più forte del peccato e della morte. Emerge qui la lezione pasquale per cui  il potere del male e del caos di qualsiasi momento può essere sfidato e sconfitto perché la base della nostra speranza non è in alcun costrutto di potere umano ma nel potere di Dio, che ha inflitto al male di questa terra una ferita mortale – una tomba aperta, un sepolcro spalancato, una fossa vuota”.

Che tragedia superflua, che spreco di opportunità, se noi cristiani non vivessimo guidati dalla luce della resurrezione e dall’eloquenza di una tomba vuota. Ahimé! Possiamo essere ancora ingannati dalle bugie di Satana. Possiamo essere tentati a credere che la misericordia della croce e la vittoria della resurrezione siano per chiunque tranne che per noi. Satana può usare la vergogna che paralizza o un orgoglio contorto per convincerci del fatto che il nostro peccato è così grande che non se ne possono rimuovere le macchie e l’odore. Se Cristo ha messo da parte il suo sudario (perché non ne aveva più bisogno), possiamo essere ancora legati dal nostro sudario di peccato. Possiamo convincerci che nessun potere possa slegarci.

Ho conosciuto tante persone che si sono rassegnate alla morte civile della rassegnazione ai ricordi vincolanti del proprio peccato. Credo che non riescano ad accettare il perdono di Dio perché non riescono a perdonare se stesse.

Considerate queste parole toccanti dell’autore Louis Evely:

“Li amiamo tutti, perdoniamo tutti… Stiamo però attenti per paura di dimenticare qualcuno. Esiste qualcuno che ci ha delusi e offesi, qualcuno di cui siamo continuamente scontenti e con cui siamo più pieni di rancore di quanto non oseremmo essere con chiunque altro. Siamo noi. Siamo malati della nostra mediocrità, disgustati dalla nostra incoerenza, annoiati dalla nostra monotonia. Viviamo in uno stato di indifferenza e perfino di odio incredibile nei confronti del vicino più prossimo che Dio ci ha dato per guidarlo e offrirlo a lui. Non oseremmo mai giudicare qualsiasi altra creatura di Dio con la negligenza sprezzante che usiamo nei nostri confronti. Si dice che dobbiamo amare il nostro prossimo come noi stessi. Dobbiamo quindi amare noi stessi come amiamo il nostro prossimo… Chiediamogli di permettere che la gentilezza, l’amore, l’indulgenza, la fiducia incredibile con cui ci perdona ci vincano al punto da essere liberati dal disdegno di noi stessi che ci segue ovunque, e del quale non ci vergogniamo nemmeno. È impossibile per noi conoscere Dio a meno che non cambiamo la nostra opinione e i nostri sentimenti su di noi, e prendiamo le sue parti, anche contro noi stessi, quando lui ci ama. Il perdono di Dio ci riconcilia con lui, con noi stessi e con il mondo intero”.

Belle parole, ma come pregare per le grazie di cui parla Evely? Sheen ci indicherebbe la tomba vuota. Lì vediamo che Cristo si è tolto il suo sudario ormai superfluo. La nostra chiamata, come mi ha detto un direttore di ritiri, è quella a “lasciarci alle spalle il peso morto del passato nella tomba vuota di Cristo, a cui appartiene”. Tanti cristiani si portano dietro il peso morto del passato, il peso dei peccati per cui si sono pentiti e sono stati perdonati. Quel peso morto è il sudario che dobbiamo mettere da parte – non ne abbiamo bisogno! Siamo resi di nuovo vivi in Cristo! Dobbiamo disfarci una volta per tutte di quel peso morto, della riluttanza ad accettare il perdono di Dio e la vittoria del Cristo risorto! Se ci permettiamo di alleggerirci in questo modo, possiamo essere liberi di camminare nella luce, di ricevere l’unzione dello Spirito Santo e di dichiarare davanti al mondo quella verità che cambia tutto: “Cristo è risorto!”

Padre Robert McTeigue, S.J. è membro della provincia del Maryland della Compagnia di Gesù. Docente di Filosofia e Teologia, ha una lunga esperienza in direzione spirituale, ministero di ritiri e formazione religiosa. Insegna Filosofia presso la Ave Maria University ad Ave Maria, Florida, ed è noto per le sue lezioni di Retorica ed Etica Medica.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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