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8 storie incoraggianti di confessione che ti ispireranno ad accostarti a questo sacramento

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Catholic Link - pubblicato il 01/04/16
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di Ruth Baker

La confessione può intimorire, ma vale sempre la pena di accostarcisi, indipendentemente da come ci sentiamo prima di farlo.

Le grazie e la misericordia che scaturiscono da questo sacramento vincono sempre la paura e l’ansia che potremmo provare. La gente troverà un milione di motivi per evitare questo dono. A volte aiuta ascoltare la storia di chi si è confessato prima di noi. È per questo che abbiamo elaborato questa lista di otto storie di conversione che sicuramente vi risolleveranno e vi porteranno a mettervi in fila per confessarvi.

1. Il sacerdote compassionevole

Una volta sono andata a confessarmi ed ero così nervosa che non sapevo da dove iniziare. Ho detto al sacerdote quello che provavo e lui ha pregato per me. La sua preghiera è stata così comprensiva e compassionevole che mi ha dato il coraggio di iniziare la mia confessione (Ruth).

 

2. Una penitenza che cambia la vita

Quest’estate un sacerdote ha ascoltato la mia confessione dopo che avevo letto il libro How Dante can Save Your Life. La mia confessione è stata così dettagliata grazie all’esame che mi ha offerto quel libro che il presbitero mi ha dato un intero libro come penitenza: Consoling the Heart of Jesus. La miglior penitenza di sempre! Ci ho messo un mese ma è stato un gran bene! In seguito il sacerdote mi ha detto che aveva letto quel libro tutta la notte e concordava sul fatto che fosse ottimo! (Alanna)

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3. Fedeltà nella preghiera

Vado a Lourdes ogni anno, e quando sono lì mi confesso sempre. Ci sono tutte quelle stanzette, ciascuna con un sacerdote all’interno e un piccolo segno all’esterno che indica in quali lingue ci si può confessare. La fila per l’inglese era lunga, ma al lato opposto c’erano i confessionali per chi parla spagnolo e lì non c’era nessuno, e allora ho deciso di confessarmi in spagnolo, cosa che avevo già fatto in passato. Il sacerdote è stato molto gentile e gli ho parlato di molte questioni che stavo affrontando con la mia famiglia, in particolare con mia madre. L’anno dopo sono tornato a Lourdes, e quando sono andato a confessarmi c’era sempre lo stesso sacerdote, e quindi sono andato da lui. Dopo aver terminato la mia confessione mi ha chiesto: “Sei venuto qui l’anno scorso, vero?” Io ho risposto di sì e lui mi ha chiesto: “Come sta tua madre? Ho pregato per lei tutto l’anno”. E ho pensato: “Se questa è la fedeltà di un sacerdote nei confronti di una donna che non conosce, quanto più grande devono essere l’amore e la fedeltà di Dio!” Non c’è bisogno di sottolinearlo troppo perché Dio si sta prendendo davvero cura di me e della mia famiglia! (Alex)

 

4. Paura della confessione faccia a faccia

Durante le missioni parrocchiali dell’arcidiocesi di Miami, in genere i sacerdoti confessano faccia a faccia. Potete immaginare l’orrore che si prova al pensiero di confessare i propri peccati guardando qualcuno negli occhi. È sempre più facile confessarsi dietro un paravento, ma mi sono sfidato a confessarmi “apertamente”. La confessione doveva però avvenire con un sacerdote che non conoscevo. In questa Quaresima, un sacerdote amico di famiglia stava compiendo la missione quaresimale in una parrocchia locale. È arrivato il momento delle confessioni. Lo Spirito Santo voleva ovviamente effondere la sua misericordia in quel momento, perché non avrei mai pensato di confessarmi con lui, ma mi sono alzata, mi sono messa in fila e quando è arrivato il mio turno ha ascoltato attentamente tutto quello che avevo da dire, lasciandomi sfogare. Quando si è finalmente deciso a parlare, lo ha fatto in un modo che non mi sarei mai immaginato. Mi ha ricordato che la vita può essere dura e che può chiedere un conto a ciascuno di noi, ma c’è sempre qualcuno accanto a noi per aiutarci a portare la nostra croce. Non ci sono stati giudizi o rimproveri, solo misericordia e amore (Maria).

5. Un appuntamento divino

Qualche anno fa mio marito Jared ed io abbiamo avuto una delle nostre discussioni più accese. Non riesco a ricordare il motivo, ma ero incinta, il che in genere ha qualcosa a che vedere con i nostri litigi più accaniti. Il giorno dopo dovevo fare la curva glicemica, che avrebbe richiesto circa tre ore. Ciò vuol dire che ti siedi nello studio del dottore e che ti testano il glucosio ogni ora. Avevo paura, ma più di tutto volevo davvero confessarmi.

Quella sera Jared ed io saremmo dovuti partire per il weekend e volevo che la mia anima fosse ripulita da tutti i peccati che avevo commesso durante la nostra discussione. Ero triste perché sapevo che non ci sarebbe stato modo di confessarmi vista la durata dell’esame a cui mi stavo sottoponendo e i tempi ristretti riservati alla confessione nella mia parrocchia. E poi è apparso un sacerdote nello studio del dottore. Accompagnava un amico malato. Il mio cuore batteva impazzito. Sapevo che non poteva trattarsi di una coincidenza. Gli ho spiegato la mia situazione (mentre tutti nello studio ascoltavano!) e l’ho pregato di ascoltare la mia confessione.

È stato gentilissimo, un vero dono! È stato felice di ascoltare la mia confessione. Abbiamo trovato un posticino proprio fuori lo studio ed è rimasto quasi un’ora ad ascoltarmi. Ho annotato i suoi consigli e le sue parole di incoraggiamento. Vivo ancora oggi quella penitenza, consistente nel godermi il tempo da trascorrere con mio marito e nel trovare dei modi per benedirlo. Quando sono uscita dallo studio del dottore quel giorno ero felicissima. Mi sentivo rinnovata. Ho pianto di gratitudine sapendo che Dio aveva orchestrato perfettamente quel momento perché potessi sperimentare la sua misericordia, la sua grazia e il suo perdono. Nel caso in cui leggesse questa testimonianza, un grande grazie a quel sacerdote compassionevole disposto a servire in ogni circostanza! (Becky)

 

6. Un sacerdote spinto dallo Spirito Santo

Ero a Lourdes e stavo vivendo un periodo difficile per via dei miei problemi personali, che mi stavano allontanando dal Signore. Ero seduta nella grotta quando mi si è avvicinato un sacerdote che ha detto di aver sentito una chiamata a parlare con me. Ci siamo seduti insieme e abbiamo parlato di molte cose, cose che non avevo condiviso con nessuno. Il sacerdote era così rilassato e pacifico che ho sentito che sapeva già quello che gli stavo dicendo. Mi sono sentita talmente a mio agio nell’aprirmi con lui che mi è sembrato di parlare con il Signore.

Il sacerdote mi ha parlato come se conoscesse tutto di me. Non riuscivo a credere che quell’uomo sapesse che dovevo parlargli (…). È stato come essere liberata da tutta la tristezza, dal dolore e dalla rabbia.

Quella confessione è stata uno dei momenti più importanti della mia vita. Ho sentito il Signore che mi portava letteralmente con sé e mi tendeva la mano (Lauren).

 

7. Aprire il cuore

Quando ero piccola avevo difficoltà a confessarmi, ed è ancora così. Mi sento sempre come il topino grassottello di Cenerentola che cerca di prendere tutti i chicci di grano, che nel mio caso è il modo in cui vedo tutte le sciocchezze di cui tendo a farmi carico, a volte senza rendermene conto. Il dolore aumenta quando il carico è eccessivo. In quell’occasione particolare l’ho condiviso nella confessione, parlando con il sacerdote e spiegandogli l’analogia del topolino grassottello. In sottofondo c’erano lodi e musica di adorazione, e ho sentito la frase di una canzone che diceva “Lascia stare tutto”. In quel momento qualcosa dentro di me ha detto: “Basta così, apri il tuo cuore, sono qui”. E così ho fatto. Il scerdote mi ha detto: “Appartieni a Dio, non permettere che nessun altro ti butti giù o ti dica ciò che non sei. Ti ha creata per il paradiso!” (Patricia)

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8. Un rapporto personale con Gesù

Amo questo sacramento. Penso che la confessione sia il luogo in cui sperimento l’idea a cui tanti evangelici si riferiscono come al “rapporto personale con Gesù”. È ovviamente vero che lo è anche l’Eucaristia, ma nella riconciliazione c’è qualcosa di personale e intimo, mentre la Messa è comunitaria e pubblica. Per me entrare nel confessionale è come uscire dal tempo e confrontarmi con l’immediatezza del dolore, parlando ad alta voce della verità dei miei peccati e sperimentando il flusso della misericordia e dell’amore di Dio. È tutto palpabile. E poi c’è la consapevolezza oggettiva di essere stata perdonata. È straordinario (Winnie).

 

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[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]