Se non entriamo in sintonia con la loro intimità tra i 7 e i 12 anni, possiamo trovarci all'improvviso di fronte a un estraneo
Arriva un’età in cui i bambini si vestono e si lavano da soli, passano gran parte della giornata a scuola, ci raccontano tutto con dovizia di particolari e non mostrano ancora i sintomi dell’adolescenza.
Sembrerebbe ideale… ma bisogna fare attenzione, stare accanto a loro e dimostrare molto affetto perché si stanno preparando a entrare in tappe molto più complesse del loro sviluppo.
“Dov’è Marco?”, chiede il papà tornando a casa la sera.
“In camera sua”, risponde la mamma. “Ha passato tutta la giornata giocando con le macchinette. Non si è neanche sentito”.
Che meraviglia! A quell’età i bambini smettono di essere i piccoli iperdipendenti che vanno nutriti, vestiti, lavati e portati al bagno, e ci lasciano molto più tempo libero per fare le nostre cose.
È tuttavia ancora lontana l’adolescenza con i suoi episodi di ribellione e le inevitabili prese di distanza, e potremmo pensare che ci stiamo godendo una vera ricreazione educativa.
Grande errore. Anche se Marco passa tutto il giorno in camera sua a giocare con le macchinette, senza richiedere l’attenzione dei suoi genitori, il suo mondo interiore sta crescendo molto più rapidamente di quanto appaia all’esterno, e se non stiamo attenti, proponendoci istanti precisi e concreti per collegarci alla sua intimità che si sta consolidando, possiamo trovarci dal giorno alla notte con un estraneo diventato un adolescente molto lontano da noi.