All’Angelus nel 3° anniversario dell’elezione a ponteficeTutti sono «adulteri» davanti al Signore, «traditori della sua fedeltà». Ma la volontà di Dio non è la condanna, bensì «la nostra salvezza attraverso Gesù».«Non ci inchioda al nostro peccato, non ci identifica con il male che abbiamo commesso. Ci vuole liberare, e vuole con anche noi lo vogliamo insieme con Lui. Vuole che la nostra libertà si converta dal male al bene, e questo è possibile». Lo afferma papa Francesco all’Angelus in San Pietro nel giorno del terzo anniversario della sua elezione. Il Pontefice inoltre dona ai fedeli il Vangelo «della misericordia», quello di San Luca, distribuito dai bambini assistiti nel Dispensario pediatrico di Santa Marta e da un migliaio di nonni delle parrocchie romane.
A proposito dei nonni dice: «Quanto sono meritevoli quelli che trasmettono la fede ai nipotini!».
mitezza e bontà che tanto affascina il popolo; se invece vorrà essere misericordioso, dovrà andare contro la legge, che Egli stesso ha detto di non voler abolire ma compiere». Francesco sottolinea che «questa cattiva intenzione si nasconde sotto la domanda che pongono a Gesù: “Tu che ne dici?”», alla quale Cristo «non risponde, tace e compie un gesto misterioso: “si chinò e si mise a scrivere con il dito per terra”». Così il Figlio di Dio «invita tutti alla calma, a non agire sull’onda dell’impulsività, e a cercare la giustizia di Dio. Ma quelli insistono e aspettano da Lui una risposta»; il Papa mette in evidenza con amarezza – di nuovo senza leggere – che «sembrava che avessero sete di sangue».
«Allora – prosegue – Gesù alza lo sguardo e dice: “Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei”. Questa risposta spiazza gli accusatori, disarmandoli tutti nel vero senso della parola: tutti deposero le “armi”, cioè le pietre pronte a essere scagliate, sia quelle visibili contro la donna, sia quelle nascoste contro Gesù. E mentre il Signore continua a scrivere per terra, gli accusatori se ne vanno uno dopo l’altro, incominciando dai più anziani, più consapevoli di non essere senza peccato»; Francesco aggiunge – di nuovo «a braccio» – l’espressione «a testa bassa», e ribadisce: «Quanto bene ci fa essere consapevoli che anche noi siamo peccatori!».
Restano «solo la donna e Gesù: la miseria e la misericordia, una di fronte all’altra», descrive la scena Francesco; «E questo – rileva – quante volte accade a noi quando ci fermiamo davanti al confessionale, con vergogna, per far vedere la nostra miseria e chiedere il perdono?»; «”Donna, dove sono?”, le dice Gesù. E basta questa constatazione, e il suo sguardo pieno di misericordia e di amore, per far sentire a quella persona – forse per la prima volta – che ha una dignità, che lei non è il suo peccato, che può cambiare vita, può uscire dalle sue schiavitù e camminare in una strada nuova».
Ecco, la donna adultera «rappresenta tutti noi, peccatori, cioè adulteri davanti a Dio, traditori della sua fedeltà. E la sua esperienza rappresenta la volontà di Dio per ognuno di noi: non la nostra condanna, ma la nostra salvezza attraverso Gesù». Perché «Lui è la grazia, che salva dal peccato e dalla morte. Lui ha scritto nella terra, nella polvere di cui è fatto ogni essere umano, la sentenza di Dio: “Non voglio che tu muoia, ma che tu viva”». Infatti, evidenzia il Papa, il Signore «non ci inchioda al nostro peccato, non ci identifica con il male che abbiamo commesso. Abbiamo un nome, e Dio non identifica questo nome con il peccato che abbiamo commesso. Ci vuole liberare, e vuole con anche noi lo vogliamo insieme con Lui. Vuole che la nostra libertà si converta dal male al bene, e questo è possibile – ripete due volte il Papa – con la sua grazia».
Dopo l’Angelus, il Pontefice annuncia il suo regalo: «Vorrei rinnovare il gesto di donarvi un Vangelo tascabile. Si tratta del Vangelo di Luca, che leggiamo nelle domeniche di questo anno liturgico. Il libretto è stato intitolato così: “Il Vangelo della Misericordia di San Luca”; infatti l’evangelista riporta le parole di Gesù: “Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro”, da cui è tratto il tema di questo Anno Giubilare». Lo distribuiscono «gratuitamente i volontari del Dispensario pediatrico “Santa Marta” in Vaticano, con alcuni anziani e nonni di Roma». «E alla fine, nella pagina 123 – precisa con un augurio – ci sono le sette opere di misericordia corporale e le sette opere di misericordia spirituali: ma, sarebbe bello che le imparaste a memoria, così è più facile farle!». Francesco esorta a prendere «questo Vangelo e a leggerlo ogni giorno; così la misericordia del Padre abiterà nel vostro cuore e potrete portarla a quanti incontrate». Anche un’indicazione per i volontari: «E a voi, i volontari, i nonni, le nonne che distribuirete il Vangelo, pensate alla gente che è in Piazza Pio XII – si vede che non è potuta entrare – che anche loro ricevano questo Vangelo».
Infine, anche nel terzo anniversario della sua elezione al soglio di san Pietro, il tipico saluto di papa Francesco: «Auguro a tutti una buona domenica. Per favore, non dimenticate di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!».