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Una famiglia salva una bimba dal peggior caso di abusi mai visto

Roberta Sciamplicotti - Aleteia - pubblicato il 02/03/16

“Ho sentito che il Signore me la affidava”

Bernie e Diane Lierow hanno sempre amato il fatto di avere una famiglia numerosa. Dopo che quattro dei cinque figli se ne erano andati da casa, hanno deciso di aggiungere una bambina alla famiglia.

Questa volta hanno scelto però la via dell’adozione, e sono quindi andati a un evento nel quale più di 100 bambini hanno potuto conoscere dei potenziali genitori.

Pur se circondata da decine di bambini sani, Diane si è sentita attirata dalla fotografia di una bambina che quel giorno non aveva potuto partecipare all’evento.

“Quando ho visto la foto di Danielle mi sono sentita vicina a lei. C’era qualcosa nel suo viso, nella sua espressione”, ha ricordato.

“Ci dicevano: ‘Lasciate stare‘, ma volevamo saperne di più”, ha aggiunto Bernie. “Una delle signore ha detto a mia moglie: ‘Ha qualcosa che non va, non sta bene‘”.

Nonostante gli avvertimenti, la famiglia ha voluto sapere di più della bambina. Gli operatori sociali hanno raccontato una storia terribile di abusi infantili.

Il detective Mark Hostley è stato uno dei primi a scoprire cosa accadeva a questa povera bimba. “Nel 2007 sono stato mandato insieme al mio collega a questo indirizzo per presunti abusi su una minore”, ha raccontato. “Quando siamo arrivati, l’investigatrice che era entrata in casa era fuori e piangeva. Mi sono avvicinato per chiederle che cosa fosse successo, se le avessero fatto del male, e lei ha detto solo che era il peggior caso di abuso che avesse mai visto. A un certo punto il mio collega si è sentito male ed è dovuto uscire, per via dei ragni e degli escrementi di animali, perché c’erano cani e gatti ovunque”.

Hostley è poi entrato in una stanzetta nel retro della casa. “C’era un materasso a terra, sporco. In un angolo c’era una pila di pannolini. Stavano lì da molto, c’erano sopra delle mosche, delle ragnatele. In un angolo del materasso c’era una bambina, Danielle”.

Quando il detective ha trovato Danielle, aveva 7 anni e pesava 20 chili. Non riusciva a parlare, a rispondere e a mangiare cibi solidi. Era una bambina abbandonata.

“In base a quello che ci hanno detto i vicini, non era mai uscita di casa. Ce ne siamo accorti solo perché un vicino una volta l’aveva vista dalla finestra. Faccio il detective da 27 anni, e questo è di gran lunga il peggior caso di abuso infantile che abbia mai visto”, ha ammesso Hostley.

La madre biologicia di Danielle ha immediatamente perso la custodia della bambina, che è stata mandata in ospedale perché aveva bisogno di cure urgenti.

“Mi ha fatto piangere leggere in che condizioni era stata trovata”, ha detto la mamma adottiva Diane. I medici hanno diagnosticato a Danielle un autismo ambientale, e hanno informato Diane e Bernie del fatto che prendersi cura di lei sarebbe stato difficile, ma loro sono andati avanti.

Mentre l’iter adottivo procedeva, Danielle viveva in una casa d’accoglienza. È andata a scuola per la prima volta, e ha frequentato lezioni di educazione speciale. È stato allora che Bernie e Diane l’hanno incontrata. “Ogni volta che andavamo faceva qualcosa di nuovo che non aveva fatto prima. Nella prima visita ha stabilito un contatto visivo con Bernie, e ha cercato di abbracciarlo. È stato incoraggiante, abbiamo visto che c’era qualcuno dentro di lei, che potevamo raggiungerla”, ha detto Diane.

Il desiderio della coppia ha preso forza dopo un sogno. “Ho sentito che il Signore me la consegnava, mi diceva ‘È mia per darla a te’, e me la offriva. Mi ha detto di prendermene cura”, ha riferito Bernie.

Il 29 ottobre 2007 Danielle è stata adottata, e ha avuto per la prima volta nella sua vita una famiglia amorevole. Ma c’erano ancora molte sfide. “Quando Danielle è arrivata non sapevamo nemmeno se saremmo riusciti a insegnarle ad andare al bagno, non sapevamo se avrebbe mangiato con una forchetta e un cucchiaio”, ha confessato Diane.

“Dovevamo solo amarla com’è”, ha aggiunto Bernie. “È mia figlia, tutto qui. A volte è un lavoro 7 giorni su 7, 24 ore al giorno, ma ci sono sempre delle ricompense”.

Oggi Danielle vive in una fattoria del Tennessee con i suoi genitori, e ha fatto grandi passi avanti. “Va al bagno, nuota, va a cavallo, compie molte azioni di cura personale in modo indipendente. Anche se sembrano progressi molto esigui, per lei sono enormi perché ha già superato di gran lunga le aspettative che avevano gli esperti quando è stata trovata”.

Danielle ancora non parla, ma ha fatto grandi progressi nella comunicazione non verbale.

“Sta lavorando a un sistema di scambio di immagini”, ha detto l’esperta Diane Kirby, che lavora con la ragazzina. “Lei mi dà un’immagine e io le do l’oggetto. Sta lavorando anche a identificare delle monete. Sta lavorando con i colori, su come identificarli, e sta imparando a categorizzare in generale. Vuole essere sfidata, vuole imparare”.

“Credo che buona parte di tutto questo dipenda da Dio, si sente al sicuro, sa di essere arrivata nel posto in cui doveva stare”, ha riferito la mamma.

La storia di Danielle è ormai nota in tutto il mondo, e nel 2008 è stata raccontata in un articolo che ha vinto il Premio Pulitzer.

Quando la sua vicenda è stata conosciuta, grazie anche al libro di Bernie e Diane “La storia di Dani”, la pagina dell’agenzia di adozioni ha ricevuto migliaia di visite di persone che pensavano di adottare un bambino.

Credo che l’aspetto più bello dell’adozione è il fatto che il bambino avrà una seconda possibilità nella vita”, ha concluso Diane. “È bello quando ricevi un bambino prostrato, scoraggiato, e poi lo vedi crescere e prosperare. È una grande gioia”.

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