Forse il compagno di tuo padre ha pensato che il suo desiderio di completezza, di essere felice lo avrebbe potuto comprare. E’ giusto? No, tesoro mio, neanche questo è giusto, ma è stato ingannato. E mi spiace dirlo, ma lo scoprirai da te, che quest’uomo di cantonate nella vita ne ha prese molte.
Sai Tobia, nella vita scoprirai che attraversiamo tutti delle “fasi”. Sarai bambino e cercherai una mano che ti consoli, di madre, e ti auguro di poterla riconoscere da qualche parte. Sarà un surrogato (quello sì, non tua madre) ma mi auguro che tu possa incontrare una mano materna che possa un po’ lenire il tuo dolore. (E se posso un consiglio poco politicamente corretto, cercala alzando gli occhi, che da quelle parti nessuno delude.). Poi ad un certo punto attraverserai l’adolescenza: è una fase strana, dove ci sentiamo padroni del mondo e allo stesso tempo piccolissimi. Guarderai il mondo con la fame di Verità e di senso, ma proverai a piegarla la Realtà, prima di farci pace. Prima di goderne i frutti. Guarderai il mondo, lo guarderai e griderai, sperando di trovarti, di ritrovarti. E ti auguro di farlo. Pregherò perché tu possa incontrare la consolazione. Perché possa essere mitigato il dolore di essere stato venduto, e comprato. Perché tu possa scorgere che vali, che sei una persona. Anche se non sei stato trattato da tale.
Anche se ti domanderai perché sei valso così poco, solo 135.000 dollari. Tobia ricordati sempre che SIAMO, a prescindere da come il mondo ci tratta. Ricordati che SIAMO a prescindere dalle volte che ci proveranno a vendere. Poi, alcuni, arrivano all’età adulta. E’ un’età che chiede consapevolezza di sé. Che chiede esame di realtà. Che chiede che il proprio senso lo si trovi guardandosi, riconoscendosi per quello che si è, e relazionandosi con la realtà che ci circonda, con onestà. Eh Tobia, sì! Hai ragione, questo nostro mondo ha veramente poco a che fare con questa età. Questa cultura in cui siamo immersi proprio non la vuole questa relazione vera. Siamo dei poveracci: sempre con il desiderio di strappare un pezzo di felicità in più, a tutti i costi, come adolescenti. Sempre a pensare che è l’altro che ti uccide, che ti toglie qualcosa, come adolescenti. Sempre a pensare che la propria tristezza, le proprie contraddizioni siano colpa di quello che non sia ha, o non si è. Sempre a pensare che questa nostalgia d’infinito possa essere compensata con la realizzazione dei propri desideri, capricci a volte. Sempre a pensare che i limiti, che la realtà che il nostro corpo ci impone, sono limiti da dover travalicare necessariamente: costi quel che costi. Sempre ripiegati sul nostro ombelico, e troppo spesso incapaci di guardarci negli occhi, di guardare l’altro negli occhi. A te non ti hanno guardato. Si sono dimenticati di te. E’ vero. E’ giusto? No, tesoro mio, ma siamo in un’epoca di ingannati.
E quando ti risalirà il veleno che sei stato obbligato a bere oggi, quando il rigurgito ti brucerà lo stomaco, quando ti mangerà la carne, prova ad avere un po’ di misericordia, verso tuo padre, a cui vorrai bene, che forse si sarà accorto troppo tardi della profonda ingiustizia che ha perpetrato, inutilmente, perché un figlio non riempie quel desiderio di infinito che abbiamo tutti tatuato nel cuore. Misericordia verso il compagno, che ha perpetrato la stessa ingiustizia grazie a un portafoglio. La Speranza non lasciartela strappare. Da nessuno. Neanche dalla lacerazione interna di sapere che proprio chi hai imparato ad amare, non ti ha amato tanto da rinunciare a sé, per il tuo Bene. Sai, imparerai che si può voler bene alle persone anche quando sbagliano, anche quando si ammette che hanno sbagliato. Non ti far fregare!
Cerca la Speranza nella bellezza della Vita che c’è, sempre. Cercala nella spennellata di Luce che c’è, sempre. Anche nel deserto. Anche nella morte. Anche nell’ingiustizia più ingiusta. Ti guardo e ho paura che tu possa rispondermi “eh, tutti buoni a fare i Cristiani con le Croci degli altri”.