Carissimo Tobia Antonio,
porti il nome di Tobia (Dio è buono) e di Antonio (colui che affronta, che combatte), Santo che ha trascorso un ottantina di anni nel Deserto. “Nomen Omen”, l’augurio (è) il nome!
Mi presento: mi chiamo Maria Rachele, sono Maria Rachele. Mi spendo da un po’ di anni per la difesa della famiglia, luogo in cui dall’incontro di una mamma e un papà si genera un bambino, luogo in cui si sperimenta e si gode la complementarietà misteriosa di una mamma e un papà! Non perché sono migliore di nessuno, ma perché la vita mi ha messo lì, inaspettatamente e anche immeritatamente, a te non posso negarlo, a te che splendi della Verità svelata ai piccoli. Lo so, sei stato accolto a denti stretti, anche da me. Con il sorriso di accogliere una nuova vita e l’amarezza, salata, di sapere che è una vita zoppa, in salita. Dio è buono, racconta il tuo nome. E lo è davvero!
Dio è buono e ricordatelo quando cercherai negli occhi di tuo padre e del suo compagno tua madre, che ti è stata negata. Da un contratto.
Dio è buono e ricordatelo quando cercherai negli occhi di tuo padre e del suo compagno i tuoi fratelli, quelli che sono stati sacrificati a te. Da un contratto.
Dio è buono e ricordatelo quando cercherai nei tuoi occhi chi sei.
Dio è buono e ricordatelo quando troverai chi accusare, di tutto questo.
C’è una frase che mi accompagna da tempo, che scrisse anni fa, moltissimi!, un amico di un mio Amico “l’Uomo è più il Bene che desidera che il male che compie”, e ricordatela quando ti domanderai perché è stato permesso ciò. E da chi.
Ricordati che Dio è buono quando inciamperai, quando nel percorso che ti è stato preparato in salita ti farai male. E soprattutto ricordatelo quando aprendo internet troverai tutto questo casino che si è scatenato, al tuo arrivo.
Sai Tobia, una cosa sola ti scongiuro di credere: non ce l’abbiamo con te. Ma forse non ce l’abbiamo neanche con tua madre, che ti ha venduto. Ma forse non ce l’abbiamo neanche con tuo padre; forse non ce l’abbiamo neanche con il suo compagno. Sono ingannati, profondamente ingannati. Tutti. Forse tua madre ha pensato che i tuoi fratelli, quelli vivi, avessero bisogno di studiare, o di stare meglio.
E’ giusto? No, tesoro mio, ma è stata ingannata. Forse tua madre ha pensato che i tuoi fratelli, quelli uccisi nel suo grembo, valessero la tua Vita. E’ giusto? No, tesoro mio, ma è stata ingannata. Forse tuo padre ha pensato che il suo desiderio di avere un figlio potesse travalicare il tuo diritto di essere nutrito dal seno di tua madre, dalle sue braccia, dai suoi baci e dalle sue lacrime (ecco si, forse le lacrime anche se non le vedi ci sono, anzi certamente). E’ giusto? No, tesoro mio, ma è stato ingannato.