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Una sposa di Cristo nel suo 29° compleanno

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Monastery of Our Lady of the Rosary with permission

Kimberly Cook - pubblicato il 25/02/16

Una donna sposata vede la sua vocazione nella consacrazione di una suora

Lei era lì, stesa, con le labbra attaccate al pavimento freddo e duro della chiesa di Nostra Signora del Rosario. Il sacerdote ha intonato delle preghiere solenni mentre lei rimaneva in silenzio in una posizione cruciforme. Riuscivo a vedere solo le piante dei piedi e le braccia da un lato e dall’altro del corpo. Immaginavo cosa le passava per la testa mentre le splendide voci delle suore fluttuavano nel chiostro che si apriva dall’altro lato dell’altare. C’era un tale senso di pace nel silenzio che mi chiedevo perché tante persone trovino la vocazione alla vita consacrata strana e poco invitante. L’alone di mistero dall’altro lato del chiostro intrigava tutti noi, com’era stato per Veronica appena qualche anno prima.

Mentre i miei figli mi spintonavano, mi sono trovata ad anelare a quella tranquillità. Ho ricordato quello che era successo tanti anni prima, quando avevo incontrato Veronica, all’epoca una studentessa, alla American University Catholic Student Association. Allora ero agli inizi del mio servizio come ministro di campus, ed ero certa che Dio mi avesse chiamato a ricoprire la posizione sbagliata. Veronica è stata uno dei primi studenti che ho incontrato, ed era una roccaforte, un Pietro, una… Veronica! Semplice nella carità e nella fedeltà, come la Veronica nella tradizione della Chiesa, che ha offerto il suo velo a Gesù perché potesse asciugarsi il volto durante la sua Via Crucis.

Mentre lottavo per modellare la via che il Signore mi aveva richiesto, Veronica era tutta umorismo e arguzia. All’inizio era l’unica a presentarsi a qualsiasi evento pianificassi, e poi insieme abbiamo visto il gruppo aumentare. Il suo sostegno incoraggiante è uno degli aspetti più memorabili del mio periodo al campus. E ora, non molti anni dopo, eccoci qui, io donna sposata e madre, lei suora.

Nella società odierna è difficile immaginare che una donna con l’istruzione e le opportunità di cui godeva Veronica prima di entrare in monastero possa trovare la propria realizzazione in un chiostro, ma sapevo che per lei questa parte del suo viaggio personale non era un ripiego. Pur essendosi laureata in Scienze Politiche e in Tedesco e avendo lavorato all’estero, il suo “piano A” era sempre stato rivolto a questo preciso istante di mistero e promessa.

Sapendo questo, ho ascoltato la seconda lettura, tratta dalla Lettera ai Filippesi (3, 1-14), mentre mi sembrava di sentirci dietro la sua stessa voce: “Ormai io reputo una perdita di fronte alla sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero come spazzatura, al fine di guadagnare Cristo”.

Dopo la lettura del Vangelo, suor Veronica si è di nuovo prostrata, poi la priora ha iniziato a interrogarla sulle sue intenzioni di consacrazione.

Mi sono venuti in mente i miei voti matrimoniali, e ho capito che anche Veronica si stava sposando. La priora le ha infatti chiesto se desiderava “ampliare il popolo di Dio con la sua fecondità nascosta”. Parola utilizzata spesso per riferirsi al dare frutto tramite la fertilità, ha aleggiato tra i presenti, estendendo la nostra comprensione del dare frutto alla chiamata spirituale alla maternità attraverso la consacrazione religiosa.

Il celebrante ha steso le mani sulla giovane suora e ha proclamato uno dei passi più belli della preghiera: “Guida la mente della tua serva con la tua grazia celeste perché il fuoco dello Spirito Santo possa purificare da ogni traccia di peccato il cuore che verrà consacrato a te e accenderlo d’amore ardente”. Il mio cuore si è gonfiato mentre mi univo all’“Amen”.

Suor Veronica si è inginocchiata davanti alla priora, con il libro delle costituzioni sulle mani di entrambe. Secondo un’antica tradizione, suor Maria Veronica della Croce ha promesso obbedienza a Dio, alla Beata Vergine, al beato Domenico, al Maestro dell’Ordine dei Frati Predicatori e alla priora e ai suoi successori, fino alla morte. La priora ha accolto suor Veronica nel vincolo dell’obbedienza e della comunione con il bacio della pace.

Mentre il celebrante pronunciava parole di benedizione sul nuovo velo di suor Veronica, la mia mente è tornata ancora una volta al mio matrimonio – a mio padre che sollevava il mio velo e mi presentava a mio marito all’altare. Veronica conserverà sempre questo velo “con corpo e anima immacolati”, fin quando non potrà meritare finalmente di “entrare alle nozze della beatitudine perpetua”. Le parole, il simbolismo e l’antica tradizione della cerimonia sono stati tessuti insieme come uno splendido arazzo.

Alla fine è stato benedetto l’anello e le è stato consegnato, a simboleggiare il suo sigillo di fede e perseveranza di amore e fedeltà. Il suo primo atto come consacrata a Cristo è stato riceverlo; corpo, sangue, anima e divinità nella Santissima Eucaristia. Non c’è sigillo più grande. Il giorno del suo 29° compleanno, quindi, suor Maria Veronica della Croce ha proclamato a tutti noi la sua professione più solenne, e ha diretto i nostri occhi verso Colui che lei ama.

In mezzo alle grida dei miei figli, sapevo che era una chiamata ugualmente importante. La vita monastica è come qualsiasi vocazione; può sembrare terribilmente spaventosa se offuscata dall’incomprensione e gloriosa se osservata nella sua serenità. La verità è che il velo benedetto e l’anello nuziale simbolico della cerimonia della professione vogliono portare tutti noi al cuore di Cristo, indicandoci sempre la nostra via per arrivare in cielo.

Kimberly Cook è autrice del libro per bambini Mommy, Mommy, When You Pray, contribuisce mensilmente a CatholicMom.com e ha un blog su fede, arte e maternità su TheLionofDesign.com. Kimberly vive con il marito e i tre figli in Virginia (Stati Uniti).

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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