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Perché sposarsi in chiesa? 7 coppie condividono la propria esperienza

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©Fr Lawrence Lew, O.P.

Catholic Link - pubblicato il 24/02/16

di Ruth Baker

Al giorno d’oggi ci sono tante opzioni, e l’umile edificio ecclesiale può essere l’ultimo posto da prendere in considerazione per un matrimonio. Abbiamo chiesto a 7 coppie perché hanno deciso di sposarsi in una chiesa cattolica. Le loro risposte, lunghe o brevi, sono oneste, realistiche e splendide, e ci possono aiutare a capire perché una chiesa cattolica dovrebbe ancora essere la prima scelta.

Silvana e Francisco (sposati da 6 anni):

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Catholic Link

“Per tutti gli uomini e tutte le donne che sono chiamati a questo, il matrimonio è un diritto naturale relativo alla nostra fede. La nostra natura è sia fisica che spirituale. Il matrimonio cattolico, al di là dei suoi altri due obiettivi, eleva questo diritto naturale al regno di Dio e ci offre un rimedio alla nostra natura peccaminosa. Questa grazia ci dà la forza di superare le difficoltà della vita coniugale e dà anche un ordine per i nostri desideri. È l’unione più profonda tra un uomo e una donna. Ho scelto il sacramento del matrimonio per una serie di ragioni:

1. Solo Dio poteva essere sia testimone che il più grande sigillo dell’amore che provavo per mio marito. Sposarsi in chiesa è stato un vero segno di impegno per la vita.
2. Volevamo che i nostri figli guardassero, attraverso le fotografie o il video del nostro matrimonio, come ci amavamo e come erano stati desiderati. E come ci impegnavamo a prenderci cura di loro.
3. Volevamo che fosse una cosa pubblica!
4. Sapevamo che avremmo avuto bisogno di aiuto per superare le difficoltà della nostra vita insieme, e che quella forza viene solo da Dio.
5. Volevamo consacrare il nostro matrimonio a Maria, e questo ci ha permesso di farlo”.


Janet e Stephen (sposati da 44 anni):

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©David Jones, CPP/flickr.com

“Abbiamo riconosciuto che era stato Dio a trasformare due persone in una sola, e quindi il matrimonio doveva avvenire davanti a Lui e alla nostra comunità ecclesiale. Sapevamo anche che stavamo facendo dei voti solenni che richiedevano un luogo solenne. Abbiamo scelto una chiesa cattolica perché Stephen era cattolico. Io all’epoca non lo ero, ma riconoscevo l’autorità della sua fede sulla mia. Visto che la nostra fede era importante per noi, non avremmo preso in considerazione l’idea di sposarci altrove”.


Faith e Charles (sposati da un anno e due mesi):

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“Volevamo sposarci in chiesa perché desideravamo soddisfare tutti i requisiti di un matrimonio cattolico. E nella chiesa che abbiamo scelto i membri della famiglia di mio padre si sono sposati e battezzati per molte generazioni!”

Mary ed Ed (giovani fidanzati che stanno per sposarsi):

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©David Jones, CPP/flickr.com

“Come cattolici praticanti, non ci verrebbe in mente di sposarci in nessun altro posto che non fosse una chiesa cattolica. Fa parte dell’eredità con la quale siamo benedetti come cattolici. Non sembra una scelta, ma un’accettazione grata di un dono meraviglioso! Suscita reverenza che la Messa verrà offerta per noi e per il nostro matrimonio e che potremo unirci al sacrificio della Messa offrendo il nostro matrimonio a Dio. Non è solo invitare Dio al nostro matrimonio – è andare nella Sua Casa per sposarci! È splendido che ci sposeremo alla presenza di Dio e della Madonna e di tutto il Cielo. Rende il giorno del nostro matrimonio tanto sacro quanto romantico e speciale. Sappiamo anche che possiamo testimoniare quanto significhi per noi la nostra fede in questo giorno speciale, perché è davvero la base del nostro amore”.


Nikki ed Andy (sposati da 12 anni):

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©David Jones, CPP/flickr.com

“Non abbiamo pensato alla possibilità di non avere una Messa nuziale. Appartenendo alla stessa parrocchia, è stato davvero speciale per noi poterci sposare nella chiesa in cui siamo cresciuti”.


Corinne e Sam (giovani fidanzati che stanno per sposarsi):

Carrie and David Lewis' Wedding.
©Travis Rock/flickr.com

“Parte del motivo per cui Sam ed io ci sposeremo in chiesa e nel contesto di una Messa è il fatto che crediamo che l’Eucaristia sia il massimo segno sacramentale dell’amore sacrificale di Gesù per noi. Sarà profondamente appagante diventare uniti come coppia e prometterci di amarci a vicenda con un amore sacrificale simile a quello di Cristo in quel contesto. E siamo anche consapevoli di quanto avremo bisogno della grazia che offre il matrimonio sacramentale per amarci con l’amore duraturo e generoso che richiede il matrimonio. È rassicurante avere la promessa di grazia e le preghiere della Chiesa come forza per vivere insieme questa vocazione”.


Gloria e Ronald (sposati da 35 anni, storia raccontata dalla figlia):

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©Fr Lawrence Lew, O.P.

“Quest’anno si celebrerà il nono anniversario della convalida del matrimonio di Gloria e Ronald da parte della Chiesa. Gloria ha sposato Ronald quando lei aveva 27 anni e lui 36. Si è innamorata di lui e si sono uniti civilmente. Erano entrambi cattolici, ma Ronald non aveva sempre la fede forte di Gloria, e si potrebbe dire che Gloria sia stata lo strumento che Dio ha usato nei loro primi anni di matrimonio per aiutare Ronald ad avvicinarsi a Cristo. Per anni Gloria ha vissuto la propria fede come meglio poteva. Ha insegnato ai due figli ad amare Cristo e la Sua sposa, la Chiesa, ma mancava qualcosa… Non era in piena comunione con la Chiesa. Capiva il motivo. Non ha mai messo in discussione l’insegnamento della Chiesa perché nel profondo del suo cuore sapeva che era la Sposa di Cristo e l’unica Chiesa che Gesù aveva fondato. Viveva la comunione spirituale ma sentiva di vivere la sua fede guardando ‘da fuori’. Con la grazia di Dio e molte preghiere, Ronald ha sperimentato l’amore e la misericordia di Dio capendo quanto anche lui aveva bisogno di avvicinarsi a Cristo nell’Eucaristia. È allora che lui ha iniziato il processo di preghiera e ricerca per capire se c’era un modo per convalidare il suo matrimonio con Gloria nella Chiesa. Alla fine Ronald ha detto: ‘C’è qualcosa di inspiegabile nel fatto di essere uniti a Colui che è amore. Questa unione con Cristo insegna ad amare davvero chi ci circonda’”.

QUI L’ARTICOLO ORIGINALE

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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