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Spiritualità
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La preghiera che spalanca i cieli

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Pixabay.com/Public Domain

padre Carlos Padilla - pubblicato il 23/02/16

Quando non senti il fuoco iniziale e hai incertezze, eleva il tuo spirito

Gesù pregava molto. Pregava nelle sue attività quotidiane, sempre, anche quando era con i suoi amici. Si ritirava per pregare e poi tornava alla sua vita di ogni giorno. Era il suo regalo d’amore.

Ma ci sono stati alcuni momenti particolarmente intensi, e gli evangelisti ce lo mostrano, in cui la preghiera era la “roccia” su cui Gesù si appoggiava.

Dopo aver pregato nel Giordano, Gesù ascoltò la voce del Padre e ottenne la forza per iniziare la sua missione. Dopo aver pregato sul Tabor, quando disse ai suoi amici che stava per soffrire molte cose, vide Dio. E, dopo la preghiera nel Getsemani, Gesù ricevette la pace nell’anima sua per poter vivere la Passione.

Quando Gesù pregò si aprì il cielo sul Giordano e sul Tabor per ricevere la voce dell’amore, la luce e la forza per cominciare un cammino, o per continuarlo.

A volte abbiamo bisogno, nel mezzo del nostro cammino, di un momento del genere per ricordarci e innamorarci di nuovo. Per tornare ad avere passione per quello che facciamo. Per dare tutto noi stessi alla vita e ripetere il iniziale. Per stare con Dio e con coloro che amiamo. E toccare il cielo, qui sulla terra.

Nel Getsemani, mentre Gesù pregava, anche il cielo si è aperto a causa di tanto dolore e tanto amore. E un angelo lo consolò mentre gli apostoli, così come avvenne sul Tabor, dormivano.

Mentre Gesù prega, gli altri ascoltano e vedono la luce di Dio. Mentre Gesù prega, il cielo si apre. Mentre Gesù prega, riceve il conforto, l’amore tenero e la predilezione di suo Padre.

Anche mentre prego io – ora, nella mia vita – si apre il cielo. E prima di intraprendere qualsiasi percorso, ricevo la voce di Dio che mi dice quanto mi ama, così tanto che non si può misurare, né contare.

E in ogni cammino, nella routine della vita, quando sono stanco e ho dimenticato il motivo per cui io abbia iniziato a fare qualcosa, arriva la pace che porta questo momento di preghiera. In quei giorni in cui le difficoltà mi pesano e ho paura, quando non sento il fuoco iniziale e ho molti dubbi, io “salgo al monte”.

Ho bisogno di salire verso la montagna e pregare, insieme a Gesù e con la mano nella sua, per chiedergli di mostrarmi di nuovo la luce sui massi, la ragione per cui lotto, il senso della mia vita. Per chiedergli di aprire il cielo, facendomi sentire la sua voce, scegliendo me.

E ricordarmi quindi chi sono. Io sono figlio, sono amato. Ricordare che non sono da solo, in questo cammino. Quando prego, si apre anche il cuore di Dio; e non soltanto per me, ma anche per il mio prossimo. E quando vado più a fondo nella preghiera il suo amore mi trasforma, mi rende una nuova creatura.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Valerio Evangelista]

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