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Il giocoliere più famoso al mondo racconta la sua conversione

Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 23/02/16

«Così ho incontrato Dio al casinò. E da allora ha inondato la mia vita con i suoi doni»

Il giocoliere di Dio racconta la conversione di Paul Ponce, giocoliere argentino famoso in tutto il mondo, una storia sconosciuta che descrive l’attualità del matrimonio cristiano e comunica la pace generata da un’esistenza spesa tutta accanto a Dio. Il documentario, tradotto e doppiato in italiano da Infinito+1, uscirà in dvd il prossimo 19 marzo (Tempi.it, 15 febbraio).

“IL MIGLIORE DEL MONDO”

Ponce nasce 44 anni fa da due artisti circensi e fin da piccolo apprende dal padre i trucchi del mestiere che lo porterà alla ribalta mediatica già all’età di 7 anni: “Il giocoliere più giovane del mondo”, titolano tutti i giornali, e solo due anni più tardi c’è chi lo definisce addirittura “il migliore del mondo”.

GIOVANE GIRAMONDO

Il ragazzino comincia così a girare tutti i continenti, richiestissimo dai teatri e dai salotti più in voga, arrivando ad esibirsi persino per la Bbc e a Buckingham Palace. Ponce ottiene tutto quello che desidera, soprattutto accumula fidanzate sparse per le capitali del pianeta. Eppure percepisce dentro di sé una grande mancanza.

LA CONVERSIONE AI CARAIBI

Ciò che egli chiama la sua “conversione” è avvenuta quando aveva 21 anni, durante uno spettacolo al casinò di Nassau, nella Bahamas «che era l’unico posto dove ho trascorso così tanti mesi di seguito». Quando è andato a messa, ha chiesto di ricevere il sacramento della Confermazione («solo per non sentirmi escluso»), ma il pastore gli ha chiesto di fare un corso di catechesi con i giovani di 14-15 anni di età (Regnum Christi, settembre 2015).

“COSA E’ DIO PER ME?”

«Ho cominciato a pormi domande molto serie che non avevo mi ero mai posto prima. Mi sono chiesto: Perché ero cattolico? Che cosa significano per me Dio e la Chiesa? […] Una parte di questo processo di conversione che non dimenticherò mi portava in Chiesa a pregare e fissare gli occhi sulla Crocifisso. Guardandolo, mi chiedevo: ‘Perché tanto dolore e sofferenza?’ […] Lì ho cominciato a vedere che Dio aveva inondato tutta la mia vita con grazie e doni, e che ero molto lontano dal sentirmi soddisfatto perché non li avevo apprezzati».

LA MISSIONE

Da quel momento, però, tutto cambia per il giovane divo, fino a spingerlo, all’apice del successo, ad abbandonare la scena per andare un anno in missione con il Regnum Christi. È lì che scoprirà il segreto per ottenere quello che gli era sempre mancato: «Fare la volontà di Dio». «Più cercavo di capire e di imparare a fare del bene a Dio e agli altri – evidenzia Paul – più sperimentavo felicità e soddisfazioni. […] Tutto questo è culminato quando ho deciso di smettere di lavorare nel mondo artistico per un intero anno in modo da poter dedicare un anno alla Chiesa come “collega” (un missionario laico). Mi sono detto che Dio aveva fatto tanto per me, e ho voluto provare a fare qualcosa per lui. […] Alla fine dell’anno, mi sono reso conto che era stato il più bello della mia vita, perché avevo imparato dove si trova la felicità: nella ricerca di Dio, e nel fare del bene agli altri».

UN ARTISTA “RINATO”

Ora, dice il “giocoliere”, «lavoro nel mondo artistico con un nuovo ideale: per vedere come posso essere uno strumento di Dio per i miei compagni, non a causa di quello che posso fare per loro, che sarebbe inutile, ma piuttosto a causa di ciò che Dio, sempre facendo uso di strumenti indegni, può fare per loro». Il giocoliere smette persino di collezionare fidanzate e decide di consacrare a Dio la sua futura sposa, la donna che ancora non conosceva e che attendeva pregando il Signore senza stancarsi. La troverà ben dieci anni dopo.

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