La parabola del figliol prodigo è un’illustrazione stupenda di tutto questo: una volta svilito e ridotto a nutrire i maiali, torna pentito tra le braccia misericordiose del padre, e gli vengono restituiti gli abiti che appartengono alla sua condizione di figlio.
Tenete a mente che questo atto quotidiano di pentimento dovrebbe andare di pari passo con la confessione mensile. Definito dai Santi Padri “un tipo laborioso di Battesimo”, il sacramento della confessione è necessario per la salvezza di coloro che sono caduti dopo il Battesimo. Se siete consapevoli di aver commesso un peccato mortale, allora dovreste accostarvi alla confessione il prima possibile (e astenervi dal ricevere la Comunione). Se non siete sicuri della differenza tra peccato mortale e peccati veniali, potete consultare la spiegazione contenuta nel Catechismo.
6. Progettare un piano d’azione

Nello sport, un buon allenatore si prenderà sempre del tempo per analizzare con il suo staff la partita della settimana precedente. Nella vita spirituale possiamo seguire un piano d’azione simile.
Dopo aver analizzato la vostra giornata, prenditevi un momento per pensare a come poter migliorare domani. Non bisogna essere ingenui, non si passa dal livello amatoriale al Superbowl da un giorno all’altro. Cercate un modo semplice per crescere nel campo in cui pensate che Cristo vi chiami a crescere.
Tenetelo a mente e cercate di ricordarlo quando vi svegliate il giorno dopo. Potete anche scriverlo, annotando una frase o un passo della Scrittura che vi è sembrato particolarmente ispiratore, o anche solo una parola. Buona parte della giornata dipende dai primi momenti.
7. Ringraziare

Ricordiamo infine che l’esame di coscienza non è un esercizio scrupoloso che consiste nel guardare con una lente di ingrandimento tutto ciò che c’è di negativo nella nostra vita e sentirci male al riguardo. Dovrebbe essere un’esperienza gioiosa di redenzione. Prendetevi un momento per gioire e rendere grazie a Dio.
Come dice padre Rupnik,
“In esso impariamo un giusto realismo che strappa le nostre illusioni di perfezione morale, disciplinare o psicologica, perché sperimentiamo la grazia di una trasformazione in atto per via della morte e resurrezione di Cristo. Un esame di coscienza svolto in questo modo porta a quello che era tanto caro al cuore di Dostoevskij: sentirsi liberi in relazione a Dio, vivere in libertà come suoi figli. Solo i figli liberi possono presentare e testimoniare la vera immagine del padre”.
Molte delle intuizioni e alcune frasi sono state tratte da un libro scritto da padre Rupnik che raccomando caldamente: Human Frailty, Divine Redemption.
[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]