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In Messico, il papa decreterà l’uso ufficiale delle lingue indigene nella Messa

papa francesco bandiera messico

© Sabrina Fusco / ALETEIA

Ary Waldir Ramos Díaz - Aleteia - pubblicato il 13/02/16

Dopo la tappa ecumenica a Cuba, papa Francesco è in Messico. Nello Stato messicano del Chiapas, il 27% della popolazione parla una lingua indigena. Lì la guida della Chiesa cattolica decreterà l’ufficialità dell’uso delle lingue indigene nelle Messe, come ha reso noto padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana.

Alla frontiera sud-orientale del Messico con il Guatemala si ascolteranno i canti e le letture della liturgia nelle lingue autoctone della zona. “Con un decreto – che significativamente sarà pubblicato nel corso del viaggio in Messico – Papa Francesco ha autorizzato ufficialmente l’uso delle lingue indigene nella liturgia”, ha dichiarato il portavoce vaticano.

Vari gruppi hanno chiesto di incontrare il vescovo di Roma in Messico. Padre Lombardi ha confermato che vari assisteranno alla Messa finale a Ciudad Juárez: le vittime della violenza, del traffico di esseri umani e degli abusi sessuali e i familiari dei 43 studenti scomparsi ad Ayotzinapa, nello Stato di Guerrero.

Il portavoce vaticano ha affermato che il papa li saluterà, ma non si è parlato di un momento personale per ogni gruppo per via della folla che spera di avvicinarsi al pontefice.

Durante il suo viaggio, il successore di Pietro visiterà gli Stati di Chihuahua, Michoacán e Chiapas, oltre a Città del Messico.

Questo sabato il vescovo di Roma incontrerà nella sua qualità di Capo di Stato il Presidente messicano, Enrique Peña Nieto, e la società civile, il corpo diplomatico e i cardinali e vescovi del Paese.

Il primo discorso sarà il “più politico del Papa”, ha detto Lombardi.

Come ha già detto nell’intervista che ha fatto da anticamera al suo viaggio pastorale, pubblicata dall’agenzia Notimex e dal Centro Televisivo Vaticano, Francesco renderà omaggio alla Madonna di Guadalupe e visiterà zone di frontiera in cui i migranti soffrono.

Oltre a presiedere la Messa, il papa vuole avere la possibilità di “pregare personalmente, in silenzio”.

Papa Francesco ha sottolineato che va in Messico come pastore: non come re magio a portare regali, ma a ricevere e ad alimentare la fede della seconda Nazione al mondo per numero di cattolici.

Nel pomeriggio è attesa una grande folla per la Messa nella basilica di Guadalupe, santuario mariano che accoglie ogni anno 22 milioni di fedeli, una visita speciale per il papa e “per i messicani – non solo per i cattolici, ma per tutti i messicani e per tutti i latinoamericani e gli americani”.

Francesco percorrerà vari chilometri sulla papamobile aperta per avere il maggior contatto possibile con la marea di persone che accorreranno. La nunziatura sarà il luogo di riposo del pontefice.

Sono state preparate 5 papamobili, due delle quali provengono dagli Stati Uniti, dove Francesco le ha usate a settembre, e tre fabbricate in Messico.

Tutta l’agenda è stata definita dal papa, che vuole andare nei luoghi in cui si suoi predecessori non si sono recati prima. Domenica 14 febbraio volerà quindi in elicottero alla città di Ecatepec, mentre nel pomeriggio tornerà a Città del Messico e visiterà un ospedale pediatrico.

Lunedì arriverà in Chiapas, alla frontiera con il Guatemala, punto di ingresso degli immigrati centroamericani nel loro viaggio verso il nord e uno degli Stati più poveri del Messico. Un momento importante sarà la Messa, alla quale sono attese 100.000 persone, così come il pranzo con i rappresentanti indigeni dello Stato.

Nello stesso giorno, la Messa con le famiglie e i giovani acquisirà un “significato nazionale”: “il messaggio del papa è per tutto il Messico”, ha detto il portavoce.

Mentre il Michoacán, a ovest, è stato obiettivo delle attività del crimine organizzato, il papa porta un messaggio pastorale di sostegno alla Chiesa nella sua funzione pacificatrice.

Martedì 16 febbraio, Morelia accoglierà l’incontro con i sacerdoti, i religiosi e i giovani. In quell’occasione, il papa riceverà un documento sull’evangelizzazione dei giovani.

Mercoledì 17 febbraio andrà infine nel Chihuahua, Stato di frontiera con gli Stati Uniti flagellato da violenza, traffico di esseri umani e sfruttamento dei migranti che cercano di arrivare negli USA.

Il Centro di Reinserimento Statale Ciudad Juárez è stato scelto dal papa per visitare i 3.000 detenuti che ospita. In seguito si darà spazio ai movimenti popolari e al mondo del lavoro.

L’evento liturgico centrale della giornata è rivolto ai cittadini dei due lati della frontiera. Si attende la presenza di 50.000 persone provenienti da El Paso, che parteciperanno alla Messa nell’area della fiera di Ciudad Juárez, che può ospitare 200.000 persone.

Il papa, ha spiegato padre Lombardi, si avvicinerà alla barriera per salutare i presenti.

Papa Francesco sarà il terzo pontefice a visitare il Messico dopo le visite pastorali di Giovanni Paolo II nel 1978, 1990, 1993, 1999 e 2002 e quella del 2012 di Benedetto XVI, che ha visitato León e Guanajuato. Bergoglio come gesuita e arcivescovo è già stato in Messico due volte.

Il Messico ha una popolazione di 119.713.000 abitanti, 100 milioni dei quali, secondo dati del Vaticano, sono cattolici.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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