Un’esperta grafologa si cimenta con la scrittura del santo di Pietrelcina e ne analizza la tormentata esistenza
di Evi Crotti *
E’ proprio vero che la santità non fa folclore: non è gratuita e non è facile individuarla nella persona, poiché dal santo si pretende quasi una personalità sdolcinata, priva di midollo e disponibile a tutte le ore per i nostri reali o presunti bisogni.
Lo studio sul Santo di Pietrelcina ha messo in evidenza la fatica, lo sforzo e la volontà che egli ha dovuto esercitare sulla sensibilità emotiva e sul complesso mondo dei sentimenti, investendoli in un patrimonio più ricco quale quello dell’amore per l’umanità.
La sua grafia, almeno in certe fasi del suo percorso di vita, appare fluida e scorrevole come un fiume che inonda tutto il foglio, simbolo dell’immenso amore che lo spinge verso le creature.
Il sentimento emotivo-affettivo, dovuto soprattutto al legame con la figura materna, ha esercitato su di lui un fascino particolare che lo ha portato ad abbandonarsi a tenerezze quasi femminee, prive però di sdolcinature o faziosità (vedi scrittura fortemente pendente e scosse repentine).
La sensibilità e l’empatia lo rendono particolarmente compartecipativo, per cui egli vive tutto in modo intenso e vibrante. Il rigo fermo, le lettere uguali, il taglio delle “t” a mo’ di lazo segnalano un carattere fermo, tenace, impaziente, aggressivo ed insofferente verso le banalità o le provocazioni gratuite.

ESEMPIO GRAFIA – (taglio “t” – pendente – rigo fermo)
In altri momenti invece il grafismo di padre Pio si fa congestionato, discendente, scosso e con perdita della normale fisiologia delle lettere, a indicare momenti di sofferenza fisica e spirituale non comuni, al limite della sopportazione.
L’evoluzione della scrittura dai 25 agli 81 ANNI
Osservando l’evolvere della scrittura di Padre Pio si riesce a cogliere tutto il “calvario”, ma anche la serenità che lo accompagna, conquistata quest’ultima attraverso una metànoia difficile e dolorosa insieme. Potremmo dire che le stigmate, visibili all’esterno sulle sue mani, corrispondono al suo immenso dolore interiore.
9.8.1912: Padre Pio – anni 25

“O pax dona mihi animam meam pro qua rogo et populum meum pro quo obsacro” (dubbi sul testo)
Ricordo della mia 1° Messa.
Gesù. Mio sospiro, mia vita. Oggi che trepidante Ti elevo in un mistero d’amore con te io sia pel mondo. Via. Verità. Vita. E per te Sacerdote Santo. Vittima perfetta. P. Pio Capp.
Note sulla scrittura:
La pressione ineguale, scorrevole e persino impaziente, con tagli della lettera “t” a mo’ di lazo e molto pronunciati verso destra, sono tutti indici di un temperamento ardente, impaziente e dotato di una foga particolare, quasi a voler conquistare e superare i limiti che la realtà esterna impone.
26.5.1917: Padre Pio – anni 30

Nell’assistere alla S. Messa rinnova la tua fede e medita quale vittima s’immola per te alla divina giustizia per placarla e renderla propizia. Non allontanarti dall’altare senza versare lagrime di dolore e di amore per Gesù, Crocefisso per la tua eterna salute.
La Vergine Addolorata ti terrà compagnia e ti sarà di dolce ispirazione.P. Pio Capp.no