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Ha senso digiunare da Facebook?

Vita digitale: quei luoghi comuni su FacebookI

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don Alessandro Palermo - Blog GMCS - pubblicato il 11/02/16

La risposta a questa domanda dipende dall’idea che ci siamo fatti dei social

La pratica cristiana del digiuno è un rito che rivela questo contenuto salvifico: è segno del nostro vivere la Parola di Dio (digiunare per nutrirsi della Parola); è segno del pentimento per i nostri peccati; è segno dell’astinenza dal peccato.

Pertanto il cristiano digiuna perché mortificando il corpo rende possibile una conversione allo spirito. Molti in prossimità della quaresima, si propongono di “digiunare” da Facebook e lo fanno in due modi: disattivano il proprio profilo oppure smettono di aggiornarlo. È vero, oggi l’uomo e il suo spirito hanno bisogno di fare silenzio anche dai social network, perché «nel silenzio ascoltiamo e conosciamo meglio noi stessi» (Benedetto XVI, 2012). Ma, riflettevo tra me, qual è il segno del digiuno da Facebook? Disattivare e smettere di aggiornare il proprio stato possono essere ritenute forme di digiuno? La risposta a queste domande dipende dall’idea che ci siamo fatti dei Social.

Certo, se per noi Facebook è uno strumento tra i tanti che ogni giorno utilizziamo o un luogo di divertimento dove giocare, curiosare e scherzare il digiunare è altamente consigliabile non solo per mortificare il corpo e per la conversione ma anche (spero) per capire che se è questa l’idea che dei Social ci siamo fatti forse è meglio optare per un digiuno permanente. Facebook è (tutti dovrebbero cominciare a rendersene conto) un’esperienza umana più che uno strumento, è quello spazio dell’esistenza intessuto di relazione e comunicazione.

«Le reti sociali sono alimentate da aspirazioni radicate nel cuore dell’uomo, non sono luoghi paralleli o puramente virtuali ma parti della realtà quotidiana di molte persone». Non sono strumenti ma «sono il frutto dell’interazione umana» (Papa Francesco, 2013). Per questo un suo digiuno sarebbe come negare le condizioni (vitali) della relazione e della comunicazione anche perchè «in questi spazi si comunica se stessi» (Papa Francesco, 2013); inoltre, significherebbe nel caso dell’evangelizzazione la sospensione dell’annuncio del Vangelo.

Pertanto più che digiunare da Facebook: 1) apriamoci ad una loro «comprensione attenta» la quale è il prerequisito per assumere una significativa presenza; 2) in questa quaresima, anche in Facebook, apriamoci al silenzio perché è «nel silenzio che diventa possibile ascoltare e conoscere meglio se stessi e gli altri»; 3) impegniamoci a comunicare nei Social facendoci prossimi e carico di tutti coloro che vedremo «mezzi morti sul ciglio della strada digitale»; 4) sforziamoci di essere persone autentiche, assicuriamo «la qualità del contatto umano e diamo attenzione alle persone e ai loro bisogni offrendo agli uomini che incontriamo lunghe le “strade digitali” i segni necessari per riconoscere il Signore» e prepararsi così alla sua Pasqua.

Buona Quaresima anche da Facebook… … e «non abbiate timore di farvi cittadini dell’ambiente digitale» (Papa Francesco)

QUI L’ARTICOLO ORIGINALE

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