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6 passi sicuri per educare male i figli

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Shutterstock / Ozgur Coskun

LaFamilia.info - pubblicato il 11/02/16

L'ultima generazione che ha obbedito e ha rispettato i genitori e la prima che obbedisce e rispetta i figli

In ogni epoca, padri e madri hanno commesso errori nella formazione dei propri figli. L’autrice ed educatrice familiare Ángela Marulanda lo afferma sottolineando che gli errori di oggi si riassumono in una frase: danno troppo potere ai figli. L’autrice sostiene che i genitori si preoccupano troppo per i figli, e in questo affanno di vederli sempre felici danno loro tutto ciò che chiedono, anche cose di cui non hanno bisogno.

La Marulanda rimarca che i genitori di oggi appartengono all’ultima generazione che ha obbedito e ha rispettato i propri genitori e alla prima che obbedisce e rispetta i propri figli. Secondo l’esperta, ci sono dei comportamenti dei genitori che devono essere riveduti e corretti, come questi errori:

1. “Vuoi andare al cinema o al parco?”

I genitori permettono che i figli prendano decisioni fin da quando sono molto piccoli. Se escono a pranzo chiedono cosa vogliono e li esaudiscono, senza negoziare. Se vanno a passeggio in qualche posto, questo viene scelto dai figli. Lo stesso accade quando si va al cinema, o quando si vede la televisione: sono i figli a scegliere il film o il programma da vedere.

Questa situazione si ripete in tutti i settori in cui c’è più di un’opzione, e i genitori non respingono le richieste dei figli, esaudendoli invece senza il minimo dubbio. A poco a poco vengono abituati male, a pensare che sono loro che comandano i genitori.

I bambini arrivano a pensare che come in casa i genitori esaudiscono i loro desideri, devono farlo anche la maestra e i compagni a scuola, e possono reagire aggressivamente se gli altri non eseguono i loro ordini.

Se vengono educati male nell’infanzia, questa situazione peggiora con l’adolescenza. Anziché chiedere il permesso di andare in un posto, i giovani si limitano ad avvisare i genitori.

2. “Il tuo iPod si è rotto? Eccone un altro”

Fin da quando sono piccoli, i figli hanno spesso una stanza e un bagno privati. Questi privilegi non permettono loro di imparare cosa significhi aspettare il proprio turno per lavarsi o negoziare con il fratello o la sorella con cui si condivide la stanza il momento di spegnere la luce prima di dormire. Non vivono quelle piccole situazioni in cui si deve conciliare, e iniziano a credere di avere sempre l’ultima parola, perché sono sempre loro a decidere.

Questo può scatenare problemi a scuola, dove devono condividere con i compagni e non avranno sempre tutto ciò che vogliono, e possono rimanere confusi dal fatto che un altro bambino abbia più privilegi, perché non si sono mai trovati in una situazione in cui non fossero al centro dell’attenzione.

Tra gli altri privilegi, i genitori comprano ai figli oggetti troppo cari, come cellulari o iPad. Questo li abitua ad avere troppo molto presto. Man mano che crescono esigono cose migliori, e questo li spinge anche ad essere più materialisti.

3. “Vuoi del denaro? Eccolo”

Abituare i figli ad avere sempre a disposizione molto denaro è dannoso. Con il denaro si alimenta il consumismo e il fatto di comprare cose di cui a volte non ha bisogno. C’è il rischio che i figli diventino troppo materialisti.

Quando sono bambini, è più difficile per loro valorizzare il denaro, e se lo ottengono facilmente solo chiedendolo crederanno che sia un loro diritto. Se a un certo punto il genitore non potrà dare loro del denaro, reclameranno perché penseranno che sia un dovere dei genitori darglielo.

Nell’adolescenza è ancora più pericoloso, perché l’accesso all’acquisto di alcool o droghe è più facile se si ha denaro a disposizione. Quando uno degli amici del gruppo ha liquidità, nell’adolescenza è frequente che gli altri ne approfittino e gli chiedano di comprare cose o di invitarli a mangiare fuori. Il ragazzo con il denaro non si sente sfruttato, ma potente, perché crede di avere il controllo dei propri amici.

Garantire ai figli una quantità fissa di denaro è un altro modo per dare loro troppo potere.

4. “Oggi no, sono stanco”

I padri e le madri oggi lavorano troppo perché vogliono guadagnare più denaro per dare il meglio ai propri figli. Per avere stipendi migliori devono lavorare di più, e per questo escono di casa molto presto e tornano molto tardi.

In genere lasciano i figli con la babysitter o con qualche familiare, e non sanno tutto ciò che accade loro in quel lasso di tempo. In generale, quando arrivano a casa sono stanchi e non condividono quasi momenti con i propri figli, e se lo fanno a volte discutono perché ad esempio il figlio ha preso un brutto voto o la figlia non ha finito di fare i compiti.

Alcuni genitori non approfittano del poco tempo che possono trascorrere con i figli perché preferiscono fare esercizio o vedere gli amici. I fine settimana servono per condividere più tempo, ma a volte non si approfitta neanche di quelli. Ci sono genitori che vogliono riposare dopo la dura settimana lavorativa e non andare al parco a correre con i figli. Senza rendersene conto, trascurano la loro crescita e non sanno con chi escono, cosa fanno, se sono sulla strada giusta…

5. “Tranquillo, pulisco io la tua stanza”

I compiti domestici, come riordinare la stanza, raccogliere i propri vestiti sporchi e mettere a posto i giochi non sono più obblighi che i genitori richiedono ai figli come succedeva prima. Molti genitori preferiscono non chiedere ai figli di fare questo o quello perché non vogliono farli arrabbiare. Per non generare conflitti esigono meno da loro, e finiscono per svolgere quei compiti che spetterebbero ai più piccoli.

Per evitare i disaccordi, i genitori diventano molto più pazienti e permissivi. Questa mancanza di responsabilità rende i figli più superbi. Sanno di avere dei diritti ma si dimenticano di avere dei doveri. Si perde l’equilibrio tra dare e ricevere.

Se in casa non si abituano ad avere un minimo di compiti, a scuola in genere i figli hanno problemi con i lavori di gruppo, nei quali tutti devono partecipare in modo uguale.

“Poverino, è molto piccolo per sobbarcarsi di questa cosa” è una frase frequente dei genitori per giustificare questo atteggiamento.

6. “È vero che sono migliore?”

L’instabilità nei matrimoni scatena una serie di problemi che possono influire sui figli se non si affronta la situazione con maturità.

Quando si verifica un divorzio o una separazione, i genitori si sentono in colpa e tendono a cercare dei modi per compiacere i figli, permettendo loro ciò che vogliono.

Ad esempio, se un padre vede i propri figli solo il fine settimana, vuole che in quei momenti i figli siano felici, e quindi li porta dove dicono loro, compra loro ciò che gli chiedono…

Dopo le separazioni, inoltre, spesso si verifica un deterioramento dell’immagine dei genitori, perché sia la madre che il padre parla male dell’ex partner. Il figlio riceve le critiche, e questo gli provoca confusione perché l’immagine di punti di riferimento che ha dei genitori crolla con le definizioni negative su di loro.

Lo stress e la tristezza che caratterizzano le separazioni a volte distraggono i genitori, che non si preoccupano di curare le emozioni dei figli.

“De la culpa a la calma”

È il titolo dell’ultimo libro di Ángela Marulanda, in cui invita i genitori a non sentirsi in colpa se hanno commesso gli errori elencati, proponendo di modificare i propri atteggiamenti, soprattutto se pregiudicano la crescita e lo sviluppo dei figli.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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