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La bambina che offrì la propria vita per la madre

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Esteban Pittaro - Aleteia - pubblicato il 25/01/16

Argentina e Cile ricordano commossi la beata Laura Vicuña

L’Argentina e il Cile in particolare, anche se la sua fama di santità si estende sempre più in tutto il mondo, celebrano questo 22 gennaio la beata Laura Vicuña.

Nel suo santuario cileno di Santiago e in quello argentino di Junín de los Andes, ma anche in cappelle e parrocchie di ogni luogo di questi due Paesi, si ricorda oggi questa giovane che, come ha appena detto un vescovo messicano, “dimostra che è possibile vivere la libertà dell’amore senza lasciarci incatenare da odi o rancori”.

Laura Vicuña nacque a Santiago del Cile il 5 aprile 1891. Dopo la morte del padre, sua madre Mercedes emigrò con lei e l’altra figlia Julia in Argentina nel 1900.

A Junín de los Andes Laura entrò nella scuola-convitto delle Suore Salesiane di Maria Ausiliatrice, dove sognava di diventare religiosa. Sua madre si unì in unione libera con Manuel Mora – un’unione che Laura avvertiva a scuola che non era gradita agli occhi di Dio.

Mora, violento con sua madre e con lei durante le visite, cercò di sedurre Laura, che cresceva nell’amore di Dio e arrivò a fare una promessa: “Signore, che io soffra tutto ciò che Ti sembra giusto, ma che mia madre si converta e si salvi”.

Di fronte alle insistenze cristiane di Laura, Mora la picchiò con violenza lasciandola in strada, ma venne accolta dalle suore.

A scuola, per aver aiutato le allieve più piccole durante un’inondazione dell’edificio in pieno inverno, la ragazza si ammalò. Prima di morire, raccontò alla madre la promessa che aveva fatto per lei.

“Mamma, da due anni ho offerto la mia vita a Dio in sacrificio per ottenere che tu non viva più in unione libera, che ti separi da quell’uomo e viva santamente”. Commossa, Mercedes abbracciò Laura e iniziò un’altra vita. Laura morì il 22 gennaio 1904.

Ci sono molte immagini toccanti di Laura Vicuña, ma una in particolare rappresenta la sua dedizione alla volontà di Cristo attraverso Maria Ausiliatrice.

Si tratta di un’immagine che si trova nel santuario di Junín de los Andes, tempio eretto dove si trovava la scuola frequentata dalla ragazza, in cui la Madre di Dio e Laura si abbracciano.

Laura guarda con devozione e amore speciali Maria, mentre si alza in punta di piedi per essere più vicina al suo cuore.

In questo tempio, parrocchia di Nostra Signora delle Nevi e Santuario Beata Laura Vicuña, è stata stabilita una Porta Santa per l’Anno della Misericordia. Anche nella cappella di Bahía Blanca, dove sono state trasferite le reliquie della ragazza, si possono ottenere indulgenze plenarie per quest’anno.

“Laura ha capito che l’amore cerca di fare il bene, e lo ha fatto. È il tipo di amore capace di dare la vita”, ha scritto il vescovo ausiliare di Puebla e Segretario Generale dell’episcopato messicano Eugenio Lira Rugarcía in un articolo pubblicato oggi dal quotidiano messicano La Razón intitolato Misericordia, no sólo de palabra (Misericordia, non solo a parole).

L’esempio di Laura viene accolto in questo Anno della Misericordia oltre le frontiere di Cile e Argentina, Paesi che hanno l’onore di contare Laura tra le sue figlie più illustri.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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