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Irene Fedoryka, musicista, madre di dieci figli e icona d’altruismo

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Kathleen Hattrup - Aleteia - pubblicato il 20/01/16

Rispondendo ai sussurri divini interiori, ha rinunciato alla carriera da pianista

Pochi hanno sentito parlare di Irene Fedoryka, ma la sua vita è un’icona di donazione di sé per la gloria di Dio.

Lo afferma Kimberly Cook, scrittrice freelance e autrice che ha parlato con Aleteia di questa notevole musicista e madre. La Cook ha scoperto la Fedoryka grazie ai suoi figli. “Dai loro frutti li riconoscerete”.

Cosa l’ha incuriosita inizialmente di Irene Fedoryka?

È accaduto all’Appaloosa Festival nella Shenandoah Valley della Virginia, mentre guardavo la band Scythian. Avevo visto i fratelli Alexander e Danylo Fedoryka esibirsi con l’amico di una vita Josef Crosby e altri fratelli molte volte prima di quella. Ero incantata dal loro incredibile talento musicale collettivo, che era in qualche modo oscurato solo dal loro spirito. Alla fine ho iniziato a chiedere “Chi ha cresciuto queste persone?”

Ogni madre vuole quello che Irene Fedoryka trovava nei suoi figli: fede, dedizione, talento, umiltà, compassione, gentilezza. Mentre guardavo quei musicisti di talento esibirsi per una piccola folla di bambini, potevo dire che si donavano a quei piccoli come si sarebbero donati in uno stadio pieno di adulti paganti. Ho aperto l’album dei figli della Fedoryka, Cake for Dinner, e vi ho trovato la mia risposta. La dedica all’interno recitava: “Con sentita riconoscenza a Dio e a nostra madre, Irene, che ha sacrificato tutto per offrirci il dono della musica, dandoci così la più grande lezione musicale che avremmo mai potuto ricevere…”

Dopo aver compiuto qualche ricerca su di lei, cos’ha scoperto?

Irene era una donna con una “straordinaria fede infantile”. Non era solo una devota a Santa Teresa, ma anche una donna che ha preso la sua croce e l’ha vissuta con grande gioia. Una pianista della Juilliard che ha rinunciato alla sua carriera per diventare l’insegnante domestica dei suoi 10 figli, alimentata dal santo sacrificio. Una madre determinata e perseverante, che rimaneva tranquilla dietro le quinte di una famiglia che ardeva di talento e doni teologici.

Immigrati ucraini, Irene e il suo futuro marito, Damian Fedoryka, arrivarono negli Stati Uniti da bambini. La devozione di Irene alla Madonna si è rafforzata costantemente durante la sua vita, nella quale trovava sempre Maria a intercedere per lei. La prima esperienza è stata in occasione di un tentativo di rapimento, non riuscito solo per intercessione divina. Dopo essersi trasferita a Cambridge, la sua famiglia è finita in un ghetto ucraino di Philadelphia. È stato lì che il padre di Irene è riuscito a comprarle un pianoforte e a farle prendere le sue prime lezioni.

La famiglia di Damian si stabilì nel New Jersey, dove lui ottenne una borsa di studio per la Regis High School. Dio riunì poi i due nel campo scout ucraino. Ricordava Irene: “Trascorrevo i miei periodi estivi a East Chatam, New York. Lì nel 1955 ho incontrato un ragazzo di 15 anni, Damian Fedoryka, che ho reincontrato solo 10 anni dopo, quando è diventato il mio destino”.

Per i dieci anni successivi, Irene si è gettata sulla musica. È entrata alla Juilliard mentre lavorava al Met. È stato allora che la Beata Vergine è intervenuta nuovamente nella sua vita, salvandola dalla morte in un tragico incidente automobilistico. Quando Irene è tornata alla sua vita frenetica, ha sentito un sussurro di parole divine: “Che giova all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la propria anima?” Sentiva continuamente queste parole, fin quando ne è stata così toccata da abbandonare la sua carriera di pianista.

Poco dopo, Dio ha riportato nella sua vita Damian Fedoryka. Damian aveva studiato in Belgio prima di tornare negli Stati Uniti e arruolarsi nell’Esercito. Dopo solo un appuntamento con Irene, Damian ha rinunciato alla vita militare, e i due si sono sposati nel 1966. Dopo aver conseguito un dottorato all’Università di Salisburgo, Damian Fedoryka è diventato studente privato del famoso filosofo Dietrich von Hildebrand.

Dal 1967 al 1981 la coppia ha accolto dieci figli. In questo periodo, Irene ha creato una famiglia che aveva come basi la fede, la musica e un amore profondo.

La musica ha quindi continuato ad essere un elemento fondamentale della sua vita?

Il figlio di Irene Danylo descrive la madre come una persona dall’animo splendido e delicato. Usava questo dono per insegnare ai figli che la musica era una via che portava direttamente a Dio, e che attraverso la bellezza Dio arriva al nostro cuore. La disciplina della musica ha formato loro e la loro vita di fede, insegnando a rimanere motivati, a perseverare e a sfidare se stessi. Hanno imparato la virtù della formazione del carattere, che Irene promuoveva sottolineando momenti esemplari nei vecchi film.

La famiglia Fedoryka si esibiva spesso insieme, e ogni volta Irene guidava tutti nella preghiera, una pratica che Dan e Lex portano ancora avanti. “Ci ricordava sempre che il nostro dono a livello di predisposizione musicale non era per la nostra gloria, ma per quella di Dio. Indipendentemente dal fatto che stessimo suonando al Kennedy Center o in una casa di riposo per anziani, mamma diceva che dovevamo a quelle persone il fatto di fare il nostro meglio”, ha ricordato Danylo. “Era quell’etica nei confronti di tutti che ci chiariva la dignità della persona umana e instillava il desiderio di attirare ogni persona a Dio”.

La madre condivideva costantemente con loro la gioia che aveva trovato nella musica e nella Chiesa cattolica. Sacerdoti e religiosi visitavano la casa regolarmente, e Irene lavorava instancabilmente con un seminarista che non aveva orecchio fin quando non è diventato un sacerdote tenore di prima categoria. Ogni anno prendeva la macchina e portava i figli a un corso intensivo di musica a vari Stati di distanza. Poi guardava i video dei corsi, fin quando non è stata capace di imparare a suonare il violino abbastanza bene da insegnarglielo per il resto dell’anno. Irene e Damian hanno anche trovato un modo per mandare ciascuno dei propri figli in pellegrinaggio a Fatima, nella speranza di promuovere la loro stessa devozione alla Madonna, alla quale Irene attribuiva tre intercessioni specifiche nella sua vita. La terza è avvenuta nel 1993, quando la macchina di Irene, con dentro lei e due figli, è stata colpita da un treno. Tuti sono sopravvissuti miracolosamente.

Irene ha contratto un tumore al seno ed è stata chiamata alla sua casa celeste a 70 anni la vigilia di Natale del 2010. Danylo e Alexander sono riusciti ad aiutare il padre ad assisterla negli ultimi tre mesi di vita.

Uno dei ricordi più belli che aveva era il fatto di aver cantato il Magnificat nel 1996 con tre delle sue figlie come inno di Comunione in una Messa privata con papa San Giovanni Paolo II.

È andata a stare con il musicista divino, che ha scritto l’essenza della musica nella sua anima. La sua vita ha definito la capacità di donare tutta se stessa per la gloria di Dio.

L’editore senior di Aleteia, Kathleen Hattrup, ha intervistato Kimberly Cook per questo articolo. La Cook è una scrittrice freelance, autrice di Mommy, Mommy, When You Pray, e offre un contributo mensile aCatholicMom.com. Ha anche un blog su fede, arte e maternità su TheLionofDesign.com.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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