La prima: pensare alla felicità degli altri prima che alla propriadi Rafael Pérez del Solar
L’essere umano è stato progettato per vivere in famiglia. È una cosa che percepiamo fin dall’infanzia, quando facciamo parte di una famiglia con mamma e papà. In essa iniziamo a conquistarci il nostro spazio e le nostre responsabilità. Poi, quando diventiamo adulti, molti di noi iniziano a costruirsi una famiglia con la persona adatta.
Lo diceva già papa Francesco all’inizio del più recente Sinodo sulla famiglia: “Ecco il sogno di Dio per la sua creatura diletta: vederla realizzata nell’unione di amore tra uomo e donna; felice nel cammino comune, feconda nella donazione reciproca”.
Nonostante ciò che ha chiesto il papa, oggi viviamo in un’epoca durissima per l’istituzione familiare.
È comune trovarsi di fronte a famiglie divise: bambini che crescono con molte ferite, senza un amore solido e duraturo. Troviamo anche famiglie “ben costituite” ma che vivono un forte individualismo, con genitori che si concentrano quasi esclusivamente sul proprio lavoro, sui propri gusti, e che non si preoccupano e non curano i propri cari.
Purtroppo questi atteggiamenti minano sogni, distorcendo desideri e indebolendo la possibilità che i nostri futuri adulti abbiano una vera idea di come costruire quella che sarà la loro vera famiglia.
Il video presentato in questo post, Un appello alla battaglia, è un cortometraggio realizzato dall’arcidiocesi di Phoenix sulla “crisi della mascolinità”, e ci presenta un approccio alla realtà attuale della famiglia partendo dalla prospettiva dell’uomo, dando indicazioni su quale dev’essere il suo ruolo e sulle azioni che è chiamato a compiere per difendere ciò che è suo.
“C’è un grande bisogno che l’uomo scopra chi è”, sottolinea il video, e in questo ha ragione perché la vera mascolinità non deve essere guidata dai “modelli da seguire” che la “cultura” ci vende, ma partire dal proprio impegno interiore – di fronte a Dio – di vivere con coraggio la propria identità e dispiegare i doni che ci sono stati offerti per curare, proteggere e amare la nostra (attuale o futura) famiglia.
Ecco alcuni criteri che ci propone il video per comprendere e conoscere meglio le caratteristiche della mascolinità che siamo chiamati a vivere con maggiore sforzo nella quotidianità:
1. Pensare alla felicità degli altri prima che alla propria: l’amore è questo. L’uomo deve essere quello che si dà, quello che serve, quello che protegge i suoi, cercando di metterli al primo posto. Questo sforzo di generosità è il modo in cui esprime l’amore quotidianamente. Un esempio è ciò che fa l’uomo quando assume la sua missione nel lavoro come concretizzazione della donazione quotidiana per coloro che ama, pensando al loro presente e al loro futuro.
2. Dio ci affida l’incarico di curare la dignità di ogni donna, e per realizzare questo compito bisogna curare anche la propria dignità. Si rende necessario, ancor più di questi tempi, imparare l’autodominio. Allenare questa qualità ci permette di gestire e dominare le passioni (che spesso ci vincono), e in questo modo di curare la nostra dignità come veri uomini. Avendo un corretto autodominio potremo donarci con totale libertà.
3. Da soli non ce la facciamo: l’importanza dell’amicizia. Impariamo ad essere uomini avendo come modello altri uomini, ci sfidiamo, ci esortiamo e cresciamo nella nostra mascolinità. Lo spazio che ci offrono gli amici è assai prezioso per la nostra crescita, e per questo è importante avere Dio come amico, permettere che resti nel nostro cuore e che ci sfidi ad essere migliori.
Per terminare, vi invito a guardare l’esempio di San Giuseppe, che ha saputo portare in braccio Gesù, curando la sua sposa Maria e la sua Sacra Famiglia. È stato un padre generoso, preoccupato e lavoratore, benedetto dalla presenza costante del Signore nella sua vita. Dio ci chiama ad essere gli uomini che dobbiamo essere per contribuire a restituire splendore e grandezza alla famiglia umana.
[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]