Da più di un secolo la sagoma della Grande Sinagoga delinea lo skyline del centro di Roma nel tratto di Lungotevere tra l’antico Ghetto e l’isola Tiberina. Per la costruzione dell’edificio di culto in stile eclettico che accoglierà domenica 17 gennaio papa Francesco, fu bandito nel 1889 un concorso cui parteciparono 26 gruppi di architetti, i cui progetti sono tutti conservati nel Museo ebraico che si trova al di sotto della sinagoga. “Una partecipazione così larga – spiega ad Aleteia l’architetto Gianni Ascarelli, assessore alla cultura della Comunità ebraica di Roma – dà evidenza del grande significato simbolico che assunse la costruzione del Tempio maggiore”. Abbattuti i confini del ghetto, gli ebrei si affacciavano alla piena partecipazione alla vita sociale, economica e politica della capitale del nuovo Regno d’Italia.
Alla fine della selezione fu scelto il progetto degli architetti Armanni e Costa, ispirato a motivi dell’architettura greca e assira e dell’Art Nouveau, con una pianta a croce greca e sormontata da una grande cupola di alluminio traslucido. All’interno le decorazioni geometriche e floreali degli affreschi di Annibale Brugnoli e Domenico Bruschi e delle vetrate di Cesare Picchiarini creano giochi di luce che: “Soprattutto alla sera – afferma Ascarelli – quando c’è l’illuminazione artificiale la rendono una scatola preziosa“.
Elementi fondamentali dell’edificio di culto ebraico sono l’Aron Ha-Kodesh, l’Arca Santa, l’armadio riccamente decorato che contiene i rotoli della Torah (i primi 5 libri della Bibbia) e la Tevà o Bimà, il podio da cui si legge la Torah o si recitano le preghiere. Le sinagoghe si collocano al centro della vita delle comunità ebraica. A Roma esiste la comunità ebraica più antica del mondo occidentale ed è un particolare legato alla sinagoga di Ostia Antica a darne la prova.
Come tuttele sinagoghe del mondo, anche il Tempio Maggiore di Roma oltre che luogo di culto è un luogo di incontro culturale e di confronto, come in occasione della visita di papa Francesco e, prima di lui, di Benedetto XVI nel 2010 e di Giovanni Paolo II nel 1986. Alla sinagoga fanno capo tutti gli organismi religiosi e amministrativi che regolano la vita della comunità, come l’Ufficio rabbinico, il bagno rituale, l’Archivio storico e il Museo ebraico di Roma. Rimane tuttavia principalmente il luogo dove la comunità si raccoglie per pregare e celebrare la festa, a cominciare da quella fondamentale: lo Shabbat, il Sabato. E’ il giorno di riposo in memoria del settimo giorno della creazione, in cui Dio stesso si riposò. Inizia il venerdì sera appena prima del tramonto del sole e termina il sabato sera, con l’apparizione della prima stella nel cielo. Durante questo intervallo di tempo l’ebreo praticante deve abbandonare tutte le sue occupazioni abituali per non pensare che a Dio.