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Conoscete le proprietà curative dell’alloro?

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Shutterstock / Sunny Forest

Catalunya Cristiana - pubblicato il 14/01/16

I frati cappuccini sì, e condividono con voi le conoscenze accumulate nel corso di secoli

L’alloro (in latino Laurus nobilis) è un arbusto molto comune in tutta Europa. Nel boschetto del Desierto de Sarrià di Barcellona (Spagna), dove noi cappuccini abbiamo risieduto dal 1578 fino all’esclaustrazione del 1835, c’erano alcune piante di alloro molto frondose e dalle foglie medicinali con proprietà diuretiche e sudorifere.

L’alloro si utilizza in gastronomia non solo per aromatizzare arrosti e conserve, ma anche come tonico per lo stomaco e antidoto contro il veleno.

Le piccole olive dell’alloro femminile, pestate al mortaio, danno un olio molto efficace per le frizioni in caso di dolori reumatici, e soprattutto per curare il mal d’orecchio.

Questa pianta è menzionata nella medicina pratica del celebre formulario Astier, in cui viene presentata come un potente diuretico, e anche in quello di Bouchardat, dove troviamo una formula per elaborare una pomata di alloro con strutto per curare i dolori reumatici, visto che dai frutti – “olive” – dell’alloro si estrae una specie di burro che si utilizza per ungere contro le paralisi e i dolori di carattere reumatico.

I frati cappuccini hanno utilizzato con efficacia l’alloro come antidoto e anche in rimedi di grande accettazione popolare come una ricetta per pulire le ferite e le ulcere elaborata dai cappuccini del convento barcellonese di Santa Madrona, dove fino al 1835 c’era una famosa farmacia conventuale che rivaleggiava con quelle della corporazione della città.

Dell’alloro i frati scrivevano che era un “albero ben noto, che produce dei piccoli frutti neri che si raccolgono per l’uso delle farmacie. Le sue foglie sono eccellenti per i condimenti, e in infusione sono utilissime per lavare le piaghe nelle malattie nervose.

L’olio estratto dalle sue bacche serve a curare le ulcere maligne e fa bene alla pelle.

Con le foglie fresche si prepara anche una pomata per curare le ulcere, e per le ostruzioni del fegato fa bene la corteccia dell’alloro bevuta con vino.

Le foglie tenere dell’alloro schiacciate sono eccellenti contro i morsi degli animali velenosi(T.A., Recetario).

I frati cappuccini hanno mostrato un interesse speciale per la coltivazione dell’alloro e hanno affermato che è una pianta che non ha bisogno di troppa attenzione, ma va seminata nel mese di marzo in una terra ben concimata “mettendo quattro olive in una fossa profonda 30 centimetri, e dopo un anno si può trapiantare. Ama la buona terra ben preparata e ricca di sali. Ogni oliva viene posta a quattro dita di distanza. Visto che le olive dell’alloro tardano molto ad aprirsi, sarà bene metterle prima in ammollo, perché siano ben gonfie” (BHC, Lo jardiner florista, II-117).

Di questo olio di alloro ha parlato in modo molto positivo nel 1592 il celebre studioso di farmacia fra’ Antoni Castell, monaco di Montserrat: “L’olio di alloro è (…) economico (…). Questo olio, come molti altri, non dev’essere preparato se non al momento del bisogno” (Theórica y práctica de boticarios, ff. 249-250).

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Di fra’ Valentí Serra de Manresa, archivista dei cappuccini

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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