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Un Natale “spezzato”

Homeless Celebrate Christmas

Carsten Koall/Getty Images

BERLIN, GERMANY - DECEMBER 24: Kersten Dallof, who has been homeless for the last 25 years, sits on a bench as he attends the "Weihnachtsfest fuer alle" ("Christmas celebration for all"), a Christmas celebration for the homeless at the YAAM nightclub on December 24, 2013 in Berlin, Germany. Approximately 100 homeless people attended the event, which included a show and a three-course dinner and was organized by the Kaelte Nothilfe charity. (Photo by Carsten Koall/Getty Images)

Suor Theresa Aleteia Noble - pubblicato il 23/12/15

Celebriamo un Salvatore che è venuto in un mondo ferito

Sento di dover scrivere un articolo natalizio.

D’altra parte, tra pochi giorni sarà Natale…

Qualche giorno fa ero seduta in cappella e pensavo a quanto fosse stata impegnata la vita in convento negli ultimi tempi. Di recente abbiamo tenuto il nostro concerto natalizio annuale del Coro delle Figlie di San Paolo, che è un evento straordinario e una splendida opportunità di evangelizzazione, ma comporta anche molto lavoro per la comunità.

Le suore hanno cotto biscotti e preparato tutto per settimane prima del concerto. Io ho aiutato suor Marlyn Evangelina, la nostra guru della cucina, a cuocere i biscotti. Erano deliziosi, nonostante ci avessi messo mano io. Mentre la aiutavo, sono riuscita a battere la testa su una friggitrice pesante e unta mentre cercavo di spostare le teglie dei biscotti. La mia testa e il mio povero velo si stanno ancora riprendendo (e visto che ho iniziato a leggere “The Rite” prima di addormentarmi, mi ha fatto chiedere se non dovessi far esorcizzare la cucina, ma poi ho capito che a meno che le teglie dei biscotti inizino a levitare è probabilmente solo frutto della mia goffaggine).

Il trambusto natalizio è normale. Lo sapete tutti. Anzi, lo capite benissimo. Alcuni di voi hanno bambini urlanti, un lavoro a tempo pieno, amici e familiari bisognosi e molte più cose da affrontare rispetto a me. Capite che la vita è impegnata, soprattutto in questo periodo dell’anno.

E allora come possiamo fare spazio nei nostri cuori al Bambino Gesù in vista del Natale ormai imminente?

Potrei dirvi di evitare alcune delle attività che avete progettato, di fermare la vostra lista di biglietti di auguri, di rinunciare a fare bei biscotti e comprare regali o di saltare qualche festa. E forse lo farete. Ma la verità è che la maggior parte di noi questa settimana sarà molto impegnata. Impegnata con famiglia, bambini, amici e fede.

Ma ci sono altre persone che staranno da sole. Senza famiglia, senza figli. Le case di queste persone saranno vuote a Natale. Altre non hanno nemmeno un luogo da chiamare casa. Alcune persone sono anziane, altre single e sole, altre non si sono mai sentite a proprio agio in nessun posto. Il tempo scorre davanti a loro come un’eternità, un tortuoso promemoria costante del fatto che sono sole, senza nessuno che le aiuti a riempire le ore della loro giornata con gioia.

Alcune persone si sentono sole. Possono essere circondate da amore, ma stanno affrontando una difficoltà, come il cancro o un coniuge morente, che le costringe a far fronte ad una delle più profonde sofferenze della vita, la consapevolezza che alla fine tutti dobbiamo affrontare la morte. E anche se lo facciamo con gli altri al nostro fianco, in qualche misura dobbiamo affrontare le difficoltà maggiori nella solitudine esistenziale.

Altri cristiani stanno celebrando il Natale in Paesi lacerati dalla guerra. Cercheranno di fare qualcosa per festeggiare, ma non ci sarà via di fuga dalla realtà agghiacciante che potrebbero essere morti domani. Come ha scritto nella sua lettera di Natale dello scorso anno l’arcivescovo Nassar di Damasco, in Siria,

“I nostri vicini non ci vogliono… I nostri fedeli trascorrono le loro celebrazioni natalizie nel freddo glaciale del loro ‘presepe di famiglia’, contando sul calore della propria fede sotto il tenero sguardo della Sacra famiglia”.

Questa è la natura spezzata del Natale. Celebriamo un Salvatore che è entrato in un mondo ferito. E ogni anno che celebriamo la sua nascita, abbiamo davanti a noi le prove del fatto che il nostro mondo è ancora spezzato, ancora molto bisognoso del potere salvatore di Gesù.

Il nostro Salvatore non è venuto come un re, anche se avrebbe potuto salvarci in qualsiasi modo avesse voluto. È venuto piuttosto come un bambino piccolo e vulnerabile. È entrato nel nostro mondo spezzato, violento e pieno di odio come un bambino piccolo, fiducioso, per stare con noi.

Emmanuele, Dio con noi.

Nel turbinio delle attività e della gioia di questa settimana, cercherò semplicemente di portare nel mio cuore tutte le persone che stanno celebrando il Natale in circostanze meno felici.

Come Gesù, vivo con le mie sorelle in povertà, castità e obbedienza, rendendomi vulnerabile, piccola e debole in un mondo che preferisce sesso, denaro e potere. Spero di poter abbracciare la mia vita di Betlemme in modo libero e gioioso perché altri possano trovare speranza.

Spero che come Gesù possiamo essere con i nostri fratelli e le nostre sorelle nella loro sofferenza.

Spero che come Gesù possiamo permettere ai nostri cuori di essere commossi dalle circostanze che spezzano il cuore in cui vivono gli altri.

Spero che come Gesù possiamo spogliarci di tutto ciò che non è del Padre e concentrarci solo sul vivere per rendere gloria a Dio.

Spero che come Gesù possiamo accettare le piccole sofferenze della nostra vita e offrirle perché altri ne sopportino di molto peggiori.

Spero che come Gesù possiamo essere una presenza che guarisce per gli altri nella nostra comunità e nel mondo.

Spero che come Gesù possiamo offrire del tempo, anche tra i tanti impegni, per pregare il Padre, perché questo è sempre più importante di qualsiasi compito che ci spetta.

Perché cercando di essere come Gesù, di essere presenti con i meno fortunati, siamo con Gesù.

Emmanuele: Dio con noi.

Suor Theresa Aletheia Noble, fsp, è autrice di The Prodigal You Love: Inviting Loved Ones Back to the Church. Di recente ha pronunciato i primi voti con le Figlie di San Paolo. Ha un blog su Pursued by Truth.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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