E in occasione del Giubileo preghiera e Porte Sante nei penitenziari
Papa Francesco è inascoltato sull’amnistia? I suoi appelli per risolvere la questione delle carceri in Italia sono volontariamente dribblati dalle istituzioni?
GIUBILEO E AMNISTIA
La risposta è affermativa secondo Il Manifesto (23 dicembre), che riprende le parole del Papa pronunciate a favore dell’amnistia. A settembre quando, parlando dell’Anno Santo, disse: «Il Giubileo ha sempre costituito l’opportunità di una grande amnistia, destinata a coinvolgere tante persone che, pur meritevoli di pena, hanno tuttavia preso coscienza dell’ingiustizia compiuta e desiderano sinceramente inserirsi di nuovo nella società portando il loro contributo onesto»
L’APPELLO ALLE “AUTORITA’ STATALI”
A distanze di tre mesi, il 16 dicembre, implacabile, il Pontefice riprende l’argomento e le sue parole non consentono dubbi: «Desidero rinnovare l’appello alle autorità statali (attenzione: rinnovare, nda) per l’abolizione della pena di morte, là dove essa è ancora in vigore, e a considerare la possibilità di un’amnistia».
ARGOMENTO TABU’
Tuttavia, evidenzia Il Manifesto, anche questo secondo e vigoroso richiamo rimane assolutamente inascoltato: al punto che non si apre nemmeno uno straccio di discussione pubblica. Eppure un’amnistia oggi è indispensabile e indifferibile, tenuto conto che le positive misure adottate dagli ultimi due ministri della giustizia, Annamaria Cancellieri e Andrea Orlando, hanno deflazionato una situazione abnorme, ma certo non l’hanno avviata a soluzione.
LE PAROLE DI WOJTYLA
Già nel novembre del 2002 papa Giovanni Paolo II, in visita alla Camera dei deputati chiese «alle pubbliche istituzioni» di manifestare «un segno di clemenza» attraverso una «riduzione della pena per i detenuti». Ci vollero quasi quattro anni prima che il Parlamento approvasse quella «riduzione della pena» (l’indulto).
“MISURE CONCRETE”
Nel messaggio per la 49esima Giornata Mondiale della Pace, che si celebra il primo gennaio 2016 sul tema: ‘Vinci l’indifferenza e conquista la pace’, ricorda AdnKronos.it (15 dicembre), il pontefice ha ancora speso un pensiero per i detenuti: «In molti casi appare urgente adottare misure concrete per migliorare le loro condizioni di vita nelle carceri, accordando un’attenzione speciale a coloro che sono privati della libertà in attesa di giudizio avendo a mente la finalità rieducativa della sanzione penale e valutando la possibilità di inserire nelle legislazioni nazionali pene alternative alla detenzione carceraria».
LA MISERICORDIA NELLE CARCERI
Il ministro Orlando, con un intervento sul quotidiano dei vescovi, Avvenire (18 dicembre), ha spiegato che la via del governo verso la misericordia è il riconoscimento della dignità umana ai detenuti all’interno delle carceri.
“ANCORA MOLTO DA FARE”
Il ministro ha spiegato che l’obiettivo è di avvicinare le condizioni carcerarie italiane agli standard europei e che «resta molto ancora da fare sia per sviluppare pene alternative alla detenzione che per migliorare i meccanismi che regolano la vita negli istituti di pena, incrementando le attività trattamentali, favorendo il mantenimento delle relazioni familiari, agevolando il reinserimento sociale».
PREGHIERE NELLE CAPPELLE
Se da una parte il pontefice lancia messaggi inequivocabili verso l’amnistia, dall’altro sta cercando di rendere l’Anno Santo una piccola luce anche per i detenuti. Tra le novità: l’opportunità che viene concessa ai carcerati di una sosta, da soli, per le preghiere nelle cappelle all’interno di alcune carceri italiane dopo il giorno di Natale; tra gli istituti penitenziari che hanno aderito a questa iniziativa quello di Rebibbia a Roma.
PORTE SANTE NEI PENITENZIARI
Mentre in tutte le carceri italiane verrà aperta, o in alcuni casi è stata già aperta, una Porta Santa. Le porte sante nelle carceri, come spiega il Sir in una nota (21 dicembre), sono state addobbate e decorate dagli stessi detenuti con materiali da riciclo. Ed anche le zampogne hanno fatto il loro ingresso in cella, come è avvenuto tra le mura dell’istituto penitenziario di Cassino.