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Labirinti sotterranei e nascondigli segreti: così i sacerdoti cattolici inglesi scampavano alle torture

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Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 23/12/15

In molte case e castelli di famiglie caloriche inglese esiste ancora un reticolo che proteggeva i preti durante la repressione di Elisabetta I

Priest Holes (i nascondigli dei sacerdoti) è il termine che fu dato alle cavità per i sacerdoti che furono realizzate all’interno di moltissime case di cattolici durante la persecuzione, che ebbe inizio con il regno della Regina Elisabetta I, calvinista, nel 1558 (Vanillamagazine.it, 21 dicembre).

Le leggi volte a perseguitare i cattolici che furono promulgate poco dopo l’incoronazione della sovrana divennero pericolose soltanto dopo la rivolta dei Papisti nel 1569 (Rising of the North), che costrinse la Regina ad applicare il pugno di ferro contro i cattolici presenti in Inghilterra.

PENE SEVERISSIME

La legge prevedeva pene crescenti in base al numero di infrazioni. Se un membro della Chiesa cattolica Romana veniva scoperto mentre celebrava i riti della propria fede veniva punito la prima volta con una multa, la seconda con un anno di carcere e la terza con il carcere a vita.

“GIURAMENTO DI SUPREMAZIA”

Nel caso in cui il sacerdote si fosse rifiutato di pronunciare il “Oath of Supremacy“, il “giuramento di supremazia” (cioè la supremazia della leggi civili su quelle religiose) richiesto a qualsiasi persona che ricoprisse una carica pubblica o ecclesiastica in Inghilterra, il suddito diveniva un alto traditore, con conseguenze facilmente immaginabili.

CONVERSIONI PERICOLOSE

Nel caso in cui un “Papista” fosse stato colto in flagrante durante la conversione di un anglicano (o credente in altre forme di protestantesimo), entrambi sarebbero stati giustiziati per alto tradimento. Nel mese di novembre del 1591 un sacerdote fu impiccato davanti alla porta di una casa a Gray Inn Fields per aver detto Messa il mese precedente.

NASCONDIGLI SEGRETI

Per scampare alle torture, nel XVII molti sacerdoti, con l’aiuto, di famiglie cattoliche, realizzarono dei nascondigli segreti all’interno di grandi case e castelli. Alle volte non veniva realizzato soltanto un nascondiglio per il prete, ma addirittura cappelle intere per officiare la messa in modo del tutto nascosto. Nelle case era presente spesso un nascondiglio anche soltanto per gli abiti da cerimonia, che venivano occultati in modo ancora più sicuro rispetto ad intere camere per le persone.

PERFUGI E LABIRINTI

Moltissimi di questi nascondigli, come spiega la ricostruzione di Vanilla Magazine, furono attribuiti ad un gesuita, Nicholas Owen (morto nel 1606), che dedicò la maggior parte della propria vita alla costruzione di questi luoghi per proteggere la vita dei sacerdoti perseguitati. Si trattava di pertugi di difficile accesso, spesso preceduti da antri labirintici, che riuscivano ad occultare efficacemente le persone che dovevano sfuggire agli ufficiali della corona.

LA CANONIZZAZIONE DI OWEN

Owen realizzò tantissimi nascondigli, ma non riuscì a nascondere se stesso dalla morte. A seguito della Congiura delle Polveri egli fu catturato a Hindlip Hall, nel Worcestershire, portato nella torre di Londra e torturato a morte, rifiutandosi di svelare l’ubicazione di anche solo uno dei suoi segreti. L’artigiano fu canonizzato da Paolo VI nel 1970, e ci sono molti che sostengono che alcuni dei suoi antri siano ancora da scoprire.

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