Natale in Antartide: messa, cenone e festa tra i pinguini, con temperature sotto zero e venti polari
Si va verso il Natale. Lungo l’implacabile giorno antartico di 24 ore si producono i primi cambiamenti dettati dalla ricorrenza imminente. Nella cappella San Francisco de Asís, la prima nel continente bianco, spuntano dal nulla alcuni festoni colorati. Delle mani amorose ripuliscono le 4 panche foderate in rosso del piccolo edificio costruito lungo la pendente che dal ghiacciaio declina verso la Baia Esperanza, 63 gradi di latitudine, 57 di longitudine, la più settentrionale della penisola antartica. La reliquia del santo di Assisi è al suo posto nella cappella, all’interno di un ostensorio posto sulla parete alla destra dell’altare. E’ arrivata in questo punto il 28 febbraio del 1980, con tanto di certificazione del vescovo Clemens Rivas che attesta che le particulas ex cineribus appartengono al santo di cui porta il nome. Anche lo zucchetto bianco di papa Francesco è nella teca di vetro dove l’ha messo il sacerdote Guillermo Conti, per un tempo alla guida del presidio argentino. “Il Papa lo aveva mandato alla curia arcivescovile di Buenos Aires e lì si sono chiesti a chi lasciarlo in custodia” racconta padre Conti. «Dato che Francesco è il papa che sono “andati a cercare sino ai confini del mondo”, come ha detto lui nel suo primo discorso, alla fine lo hanno mandato a me nella cappella San Francesco d’Assisi di base Esperanza». Padre Conti in Antartide ci è venuto sulle orme di un altro italiano, Buenaventura De Filippis. Fu proprio Bergoglio ad inviare De Filippis, gesuita come lui, tra i ghiacci del sud. Durante la visita all’Università del Molise nel luglio 2014 il Papa ha chiesto notizie dell’intrepido sacerdote e ha ricordato la missione che gli aveva affidato: «Ero provinciale dei Gesuiti e avevo bisogno di inviare un cappellano in Antartide, che vivesse là dieci mesi l’anno. È andato uno: era nato a Campobasso». Buenaventura De Filippis la svolse con eroismo, finché la morte non lo fermò, nel 2002, a quasi 80 anni di età. Due li aveva vissuti con Bergoglio nel collegio gesuita di Cordoba, altri due in un remoto punto del continente ghiacciato.
Il personale della base Esperanza, 8 famiglie, 54 anime in totale, da una decina di giorni aspetta che arrivi il ricambio dal Comando antartico con sede a Buenos Aires. Ma l’Hercules 130 tarda. C’è chi è contento di trascorrere il Natale tra i ghiacci e con i pinguini, e chi se lo era immaginato nel caldo del continente e brontola contro i superiori che a loro volta non fanno altro che ripetere che non ci sono le condizioni per l’atterraggio e dunque per predisporre il volo di rientro. Nella mensa della base è spuntato l’albero natalizio. Un simpatico ufficiale dal sorriso contagioso lo solleva e mi fa segno di seguirlo.