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La nuova Miss Svizzera sorprende con un’impressionante testimonianza di cultura e fede cattolica

miss svizzera

Arthur Herlin - Aleteia - pubblicato il 18/12/15

Un'intervista piena di sincerità e volontà di conoscenza e senso di vita – e molto distante dai cliché

“La religione è un filo che possiamo dispiegare attraverso le epoche per affrontare i vari contesti di pensiero”.

Ci credereste se vi dicessimo che questa frase è stata pronunciata dalla vincitrice di un concorso di bellezza? È proprio così. A fare questa dichiarazione, il 7 novembre, è stata Lauriane Sallin, 22 anni, la nuova Miss Svizzera.

Studentessa di Storia dell’Arte e di Francese all’Università di Friburgo, la ragazza ha concesso un’intervista al sito cattolico Cath.ch parlando di spiritualità, della sua fede cattolica e della visione che ha di Dio, rivelando profondità e buonsenso.

“La mia fede si è costruita molto sulla base delle mie letture, da Aristotele a Cartesio”

Dopo essersi interrogata a lungo sul senso della vita, la ragazza ha raggiunto la consapevolezza del fatto che “l’umanità non cessa di confrontarsi con queste realtà”, in particolare con la ricerca della felicità.

“Penso che la felicità sia possibile, ma bisogna precisare cosa sia. Personalmente, la collego a certi principi di base della fede cristiana: il rispetto, l’amore per il prossimo”.

Miss Svizzera, oltre ad essere fisicamente bella, crede e vive la bellezza dell’anima. Pur riconoscendo che nella sua famiglia “tutti credono”, non crede che la fede sia un condizionamento.

“Per me la fede non è un’esigenza dei miei genitori, ma qualcosa di personale. Appartiene a me. La mia fede si è costruita molto sulla base delle mie letture, da Aristotele a Cartesio, passando per il Vangelo di Luca. Volevo comprendere la storia del Vangelo. Per questo, ho dovuto lavorare sul suo contesto. Richiede uno sforzo, ma è l’unico modo di comprendere il suo significato”, ha osservato.

“In ogni uomo, c’è una parte del Regno di Dio”

La religione, confessa, l’ha aiutata a crescere “in un mondo che vive costantemente nell’istantaneo”, in particolare dopo la perdita della sorella.

“Di fronte alla morte di mia sorella, non potevo rimanere ferma a ciò che è istantaneo, alle cose che si vivono in un secondo. Dovevo guardare più lontano”. Quel “più lontano” è stato rafforzato da un amico che un giorno le ha detto: “In ogni uomo, c’è una parte del Regno di Dio”. Questa frase l’ha segnata profondamente.

Per la giovane svizzera, Dio è diventato Colui che la spinge ad andare avanti. “Dio è il possibile. È Lui che ci aiuta ad essere migliori”.

Sulla morte ha osservato: “Le regole del gioco sono chiare: viviamo e dobbiamo morire tutti. La grande tragedia non è in questo, ma nella grande bugia che inculchiamo in noi stessi quando ci diciamo convinti che nessuno dovrebbe morire a 24 anni”.

Quanto al concorso e alla bellezza in generale, la giovane Lauriane dà una risposta quantomeno perspicace: “La bellezza e l’armonia delle forme hanno sempre attirato e calmato lo sguardo. Come mi interrogo sulla felicità, cerco anche di capire cosa sia la bellezza. Per comprendere il suo significato, bisogna andare al di là della plasticità. Per me, la bellezza è una via verso l’armonia. Cerco di essere un po’ come un”allegoria’ della bellezza, per portare le persone più lontano”.

[Traduzione dal portoghese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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testimonianze di vita e di fede
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