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Nullità del matrimonio, le cause saranno gratuite

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Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 15/12/15

Rescritto di Papa Francesco: «Si ad un'offerte libera, ma niente parcelle per la Rota». Abrogate tutte le norme precedenti

Entra in pieno vigore la riforma dei processi per la nullità matrimoniale promulgata da papa Francesco lo scorso 15 agosto attraverso i Motu proprio Mitis Iudex Dominus Iesus e Mitis et Misericors Iesus. Ovvero la nuova normativa che semplifica e snellisce le procedure e dà la facoltà a ogni vescovo di istituire un tribunale diocesano. Tutte le norme precedenti sono quindi abrogate senza eccezioni, incluse quelle approvate in forma specifica dai Papi in passato (Zenit, 12 dicembre).

Lo stabilisce lo stesso Pontefice in un rescritto datato 7 dicembre, in cui afferma: «Le nuove leggi di riforma del processo matrimoniale abrogano o derogano ogni legge o norma contraria finora vigente, generale, particolare o speciale, eventualmente anche approvata in forma specifica».

CHIESA E FAMIGLIE FERITE

«Le leggi che ora entrano in vigore – si legge nel Rescritto – vogliono proprio manifestare la prossimità della Chiesa alle famiglie ferite, desiderando che la moltitudine di coloro che vivono il dramma del fallimento coniugale sia raggiunta dall’opera risanatrice di Cristo, attraverso le strutture ecclesiastiche, nell’auspicio che essi si scoprano nuovi missionari della misericordia di Dio verso altri fratelli, a beneficio dell’istituto familiare» (Radio Vaticana, 12 dicembre).

1) POTESTA’ DEL VESCOVO DIOCESANO

La nuova normativa di Papa Francesco ha attribuito al vescovo diocesano la responsabilità di essere lui stesso il giudice competente a pronunciare la sentenza sulle nullità matrimoniali. Dal 1940, invece, con l’emanazione da parte della Congregazione dei Sacramenti delle norme per mandare ad esecuzione il Motu proprio Qua cura del 1938, la potestà di giudicare tali cause veniva esercitata dai tribunali ecclesiastici regionali (askanews.it, 12 dicembre).

2) CAUSE DI NULITA’ DEL MATRIMONIO

Tra le circostanze che possono consentire la trattazione della causa di nullità del matrimonio per mezzo del “processo più breve” si annoverano quella mancanza di fede che può generare la simulazione del consenso o l’errore che determina la volontà, la brevità della convivenza coniugale; l’aborto procurato per impedire la procreazione; l’ostinata permanenza in una relazione extraconiugale al tempo delle nozze o in un tempo immediatamente successivo; l’occultamento doloso della sterilità o di una grave malattia contagiosa o di figli nati da una precedente relazione o di una carcerazione; la causa del matrimonio del tutto estranea alla vita coniugale o consistente nella gravidanza imprevista della donna; la violenza fisica inferta per estorcere il consenso; la mancanza di uso di ragione comprovata da documenti medici (Fatto Quotidiano, 12 dicembre).

3) “NO” A PARCELLE PER I LEGALI DELLA ROTA

Papa Francesco ha inoltre abolito le parcelle degli avvocati rotali. Da oggi chi ricorre al supremo tribunale che giudica in terzo grado le cause di nullità matrimoniale avrà un difensore ex officio e, nel caso sia abbiente dovrà semplicemente versare un’offerta «a favore delle cause dei poveri».

Secondo le disposizioni di Papa Francesco, la Rota deve giudicare «le cause secondo la gratuità evangelica, cioè con patrocinio ex officio, salvo l’obbligo morale per i fedeli abbienti di versare un’oblazione di giustizia a favore delle cause dei poveri». D’altronde Francesco lo aveva già detto nell’udienza del 5 novembre 2014 ai partecipanti ad un corso della Rota Romana: “L’annullamento dei matrimoni non sia un giro di affari, ma la giustizia sia gratuita”.

“IN LINEA CON LA MISSIONE DELLA CHIESA”

«Il rescritto odierno di Papa Francesco, come già allora per la promulgazione del codice di Giovanni Paolo II, obbedisce alla lex suprema, che è la salus animarum, di cui il Successore di Pietro è il primo maestro e servo», rileva infatti monsignor PioVito Pinto, in un articolo pubblicato su L’Osservatore Romano (11 dicembre).

Ai padri sinodali – prosegue il decano della Rota Romana – sono apparse chiare «la realtà e la missione della Chiesa come definite dallo stesso divino fondatore, Gesù. La Chiesa in via non è la Chiesa dei perfetti, ma la comunità dei fedeli che si riconoscono ogni giorno peccatori e per questo bisognosi di conversione, punto di forza dell’ecclesiologia di Papa Francesco».

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