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Le 8 gioie di un vero cristiano

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Padrefaus.org - pubblicato il 14/12/15

Una strana felicità – che è alla tua portata!

La predicazione di Gesù inizia con un appello alla conversione (Mc 1, 15), e poco dopo con un ampio progamma di felicità (cfr. Mt 5, 1 ss.):

Beati i poveri in spirito… Beati gli afflitti…

Chi lo ascoltava dev’essere rimasto senza parole. Nessuno aveva mai collegato la felicità – la beatitudine – alla povertà, alle lacrime, alle persecuzioni… Parlava sul serio? O stava svelando un mistero sconosciuto, fino a quel momento mai immaginato?

A quest’ultima domanda si può rispondere in modo affermativo: la felicità di cui parla Gesù è un mistero “nuovo”, che rompe gli schemi e le esperienze della storia umana. È un mistero che può essere chiarito solo da Cristo stesso, che è venuto al mondo per fare nuove tutte le cose (Ap 21, 5).

Ma c’è di più. È un mistero che si può captare solo contemplando la vita di Cristo, dall’inizio alla fine. Vi troveremo tutte le luci su queste nuove gioie che, in mezzo ai dolori di questo mondo, sbocciano in forma di vittoria sul male, sulla tristezza e sulla morte, in felicità eterna che può già essere assaporata sulla terra da coloro che vivono “in Gesù Cristo”.

È per questo che il Catechismo della Chiesa Cattolica dice sinteticamente che “le beatitudini dipingono il volto di Gesù Cristo e ne descrivono la carità” (n. 1717).

Le beatitudini sono una prospettiva cristiana dell’amore che porta alla felicità. Sono un enigma apparente, decifrato solo da chi è capace di dire, come San Josemaría: “Che io veda con i tuoi occhi, Cristo mio, Gesù della mia anima”. Perché tutte sono ritratti dell’amore di Cristo e lezioni per il nostro amore.

Misteri di felicità nell’amore

1 – Beati i poveri in spirito, perché di essi è il Regno dei Cieli.

È la gioia dell’amore che non viene diminuito né diventa prigioniero a causa dell’attaccamento alle cose materiali, al denaro, alle ambizioni egoiste. Quando Cristo ha chiesto al giovane ricco di vendere tutto e di essere così libero per seguire il suo cammino d’amore, il ragazzo non è riuscito a liberarsi dalle cose. “Il giovane se ne andò triste; poiché aveva molte ricchezze” (Mt 19, 22).

“Non accumulatevi tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; accumulatevi invece tesori nel cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove ladri non scassinano e non rubano. Perché là dov’è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore”, ci dice Gesù (Mt 6, 19-21).

Beati coloro che con cuore libero si spendono per aiutare a livello materiale e spirituale gli indigenti (1 Gv 3, 16-18).

2 – Beati gli afflitti, perché saranno consolati

Questa beatitudine parla del cuore che piange perché ama, e soffre vedendo se stesso e gli altri lontani da Dio a causa del peccato. È per questo che Gesù ha pianto alla vista della città di Gerusalemme, ribelle al suo appello alla conversione (Lc 19, 41 ss). Sono le lacrime che scorrevano sul suo volto, miste a gocce di sangue, quando nell’Orto degli Ulivi ha accettato di bere l’amaro calice dei nostri peccati per liberarci da questi con il sacrificio della croce.

Le lacrime di contrizione hanno riempito di pace e di una gioia inedita l’anima della peccatrice che ha pianto, pentita, ai piedi di Gesù (Lc 7, 36 ss); sono state fonte di gioia in cielo e sulla terra quando il figliol prodigo è tornato alla casa el padre (Lc 15, 32), e rendono felici anche coloro che raggiungono il perdono di Dio in una confessione contrita.

3 – Beati i miti, perché erediteranno la terra

L’amore di Gesù si estendeva a tutti, che lo amassero o che lo odiassero. Aveva una pazienza infinita con i peccatori, e nei durissimi momenti della Passione, come dice San Pietro, “oltraggiato non rispondeva con oltraggi, e soffrendo non minacciava vendetta… Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia” (1 Pt 2, 23-24).

La pace con la quale soffriva senza rivalersi né perdere la pace o lamentarsi ha lasciato Pilato a bocca aperta. Non aveva mai visto tanta pace in mezzo a un tale orrore (cfr. Gv 19, 8-9).

“Imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime”, ci dice Gesù (Mt 11, 29).

4 – Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati

“Giustizia” significa santità, pienezza dell’amore per Dio e per il prossimo. Gesù desiderava la nostra santificazione e la nostra salvezza eterna più della propria vita: “Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso! C’è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto!” (Lc 12, 49-50).

E visto che ci vuole felici, ci chiede di aspirare a un amore grande, perché solo quell’amore potrà saziare di gioia la nostra anima: “Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste” (Mt 5, 48).

La sete di giustizia portava San Paolo a esclamare, pieno di gioia: “Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità” (Ef 1, 3-4).

5 – Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia

Quando Gesù è stato criticato dai farisei perché aveva compassione dei peccatori e si avvicinava a loro, ha risposto: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori a convertirsi” (Lc 5, 31-32).

Dall’alto della croce, pregava per i suoi aguzzini: “Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno” (Lc 23, 34). E a tutti noi chiedeva di imparare con lui a scusare, a perdonare e ad aiutare gli altri ad uscire dai propri errori: “Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori… Se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe” (Mt 6, 12.14-15).

Una delle più grandi gioie cristiane è la gioia di perdonare.

6 – Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio

“La lucerna del corpo è l’occhio; se dunque il tuo occhio è chiaro, tutto il tuo corpo sarà nella luce; ma se il tuo occhio è malato, tutto il tuo corpo sarà tenebroso” (Mt 6, 22-23).

L’“occhio” è l’intenzione con cui facciamo le cose e il modo pulito di affrontare le situazioni della vita e i nostri rapporti con gli altri. La purezza di cuore esclude la menzogna, l’inganno, l’egoismo interessato, il desiderio carnale… “Chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore” (Mt 5, 28).

Nulla ostacola tanto il fatto di vedere e capire le cose di Dio quanto un cuore sporco. “Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive”, diceva Gesù (Mc 7, 21). Se il cuore è puro, l’anima diventa trasparente, e in essa Dio può essere visto come in uno specchio.

Questa è la gioia che sperimentava San Paolo quando scriveva ai corinzi: “Questo infatti è il nostro vanto: la testimonianza della coscienza di esserci comportati nel mondo, e particolarmente verso di voi, con la santità e sincerità che vengono da Dio” (2 Cor 1, 12).

7 – Beati i gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio

Nel giorno in cui è nato San Giovanni Battista, suo padre Zaccaria profetizzò che quel suo figlio avrebbe preparato la via del Signore, di Gesù, che avrebbe dovuto “rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra della morte e dirigere i nostri passi sulla via della pace” (Lc 1, 79).

Gli angeli hanno annunciato la nascita di Gesù con un messaggio di pace: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama” (Lc 2, 14). Prima della Passione, Gesù si è congedato con una promessa di pace: “Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi… Vi lascio la pace, vi do la mia pace… Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore” (Gv 14, 18.27).

Egli, che è stato “portatore della pace”, dichiara che saremo felici se cercheremo di essere nel mondo “seminatori di pace e di gioia” (San Josemaría), ovvero se aiuteremo gli altri ad accogliere nell’anima la pace che deriva dalla lotta per vivere nella fede e nell’amore di Cristo.

8 – Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli

Gesù aveva annunciato che i suoi discepoli, nel corso dei secoli, avrebbero sofferto molte volte persecuzione, calunnie e martirio (cfr. Mt 5, 11-12; Jo 15, 18-21).

La storia attuale è il teatro di una delle più grandi persecuzioni mai subite dai cristiani: dalla persecuzione che deriva da leggi e Governi impegnati a bandire i valori cristiani al martirio sanguinoso di molte migliaia di cristiani – negli ultimi decenni più di tutti i martiri della persecuzione cristiana nei primi tre secoli – che sono ora torturati, incarcerati, esiliati e uccisi da coloro che odiano “il popolo della croce”.

Gesù li definisce beati! Molti martiri sono morti in pace, pregando e pronunciando con amore il nome di Gesù – come i 19 decapitati di recente in Libia –, perdonando i propri assassini e pregando per loro. Non solo avevano la certezza della gioia eterna in Cielo, ma possedevano già la grazia della fede che riesce a dire come San Paolo: “Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. Questa vita nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me” (Gal 2, 19-20).

Una follia divina

Avete meditato un po’ su quello che abbiamo appena commentato? Abbiamo trattato molto brevemente un aspetto fondamentale del messaggio di Gesù, ma se volete essere davvero felici chiedete allo Spirito Santo di aiutarvi ad approfondire questa follia divina, ricordando che “ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini” (1 Cor 1, 25).

Permettetemi di insistere. Le beatitudini sono un segreto meraviglioso, ma possono essere comprese solo guardando all’amore di Gesù e contemplandole nella sua vita.

Solo quando ci decidiamo a vivere nell’intimità della Trinità – in una vita di sacramenti, di fede e di preghiera – iniziamo ad assaporarla. Scopriamo allora la gioia nuova di vivere:

– sotto lo sguardo di Dio Padre

– in unione con Gesù Cristo

– e mossi dalla grazia dello Spirito Santo.

[Traduzione dal portoghese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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